Il disegno del ministro Dario Franceschini circa l’accorpamento dell’ENIT con l’ICE ha destato qualche scetticismo, e a farlo sapere è stata una nota pubblicata oggi sul sito della Regione Basilicata e firmata da Assoturismo e Confesercenti.
Prima di esporre le critiche mosse al ministero, è bene comprendere i rispettivi ruoli dei due enti sopra citati. Il primo è l’ENIT, ovvero l’Agenzia nazionale italiana del turismo: essa si occupa di sostenere le campagne promozionale delle Regioni, l’informazione e la commercializzazione del patrimonio di ciascuna regione, questo grazie a strategie di sostegno economico e di realizzazioni divulgative. Il pubblico a cui si indirizzano le azioni dell’ENIT sono così tutti i turisti stranieri e gli operatori italiani del settore. Il secondo è l’ICE, ovvero l’Istituto nazionale per il commercio estero: ha i compiti di agevolare gli scambi internazionali delle piccole e medie imprese italiane e, quello più concreto, di sostenere le imprese italiane nel mercato internazionale. Lo sviluppo, insomma, dell’export italiano.
La preoccupazione di Assoturismo e Confesercenti– che sono proprio l’insieme di piccole e medie imprese del turismo culturale, in teoria aiutate da ENIT e ICE- è che «si pensi che importare emozioni, stati d’animo, voglia di cultura e bisogno di relax possa avere gli stessi percorsi promo-commerciali dell’esportazione di scarpe, lavatrici, o qualsiasi altro manufatto». E completano affermando: «Secondo noi la sfida di ENIT è proprio quella di rivitalizzare una stagionalità attualmente in crisi, eppure così importante per intere province italiane, non certo quella di promozionare Venezia o Firenze, oppure Milano nel periodo dell’Expo o Roma nell’anno del Giubileo; turismi che si vendono da soli. ENIT, qualunque sia la sua struttura va riorganizzato». L’accorpamento è solo un disegno, pertanto non bisogna far altro che aspettare ulteriori svilupppi.
A.P.