Entro novembre di quest’anno potrebbe essere istituita la commissione parlamentare d’inchiesta che dovrebbe fare luce sulla misteriosa morte di Pier Paolo Pasolini. Cinque anni fa il caso era stato riaperto, dopo che sui vestiti dell’intellettuale erano state ritrovate macchie di sangue con tracce di Dna appartenenti ad altre persone e non a Pelosi, finora unico esecutore riconosciuto della morte di Pasolini.
Alcuni giorni fa il Gip ha però accolto la richiesta avanzata dalla Procura, ritenendo impossibile dare un’identità a quei profili genetici riconducibili a soggetti probabilmente presenti sulla scena del delitto, andando così ad aggiungere l’omicidio di Pasolini alla lunga serie di misteri italiani irrisolti.
Sessantatré parlamentari hanno però deciso, con grande saggezza, di apporre una firma alla proposta di legge sull’istituzione della commissione parlamentare. La prima firmataria è stata la deputata friulana di Sel, Serena Pellegrino, supportata, tra gli altri, da Pippo Civati e Stefano Fassina.
C’è però chi, da “furbo” penbensante, ritiene che la richiesta di far luce sul delitto di Ostia sia assolutamente ridicola ed inutile. Si tratta di Carlo Giovanardi, discusso senatore centrista noto per le sue dichiarazioni controverse ( e anacronistiche).
«Pasolini è stato ucciso nell’ambito di una relazione con un minorenne. Si sa, aveva quegli orientamenti lí. È stato assassinato da Pelosi. È una roba che non ha senso – ha affermato Giovanardi, proseguendo poi ironicamente: «Vogliono indagare anche su Giulio Cesare? È stato Bruto a dargli una coltellata?». Dichiarazioni che non possono non riportare alla mente l’infelice uscita di Giulio Andreotti in un’intervista del 1986 dove, al giornalista che domandava se Pasolini fosse un perseguitato politico, il vecchio leader DC rispondeva: «ma vede lui andava cercandosi dei guai per la verita’. Non parlo adesso della sua opera ma anche un po della sua vita spicciola…».
Che la (ex) Democrazia Cristiana abbia da sempre paura che «la morte di Pasolini possa scoperchiare decenni di silenzi», è cosa nota, ma come faccia Giovanardi (difensore dei poliziotti condannati per la morte di Aldrovandi, accusatore dell’eutanasia che «fa riemergere le idee nazista di Hitler», solo per far riferimento ad alcune uscite del suo vasto campionario) ad essere ancora Senatore della Repubblica, resta inspiegabile.
G.A.