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“Il nome della rosa” diventerà
una serie TV entro il 2017

2 minuti di lettura

nome della rosa

Sono passati trent’anni da quando Jean-Jacques Annaud diresse la trasposizione cinematografica del capolavoro di Umberto EcoIl nome della rosa. Benché realizzato con la collaborazione dell’autore, sia Eco sia Annaud si sono sempre curati di specificare che ogni lavoro è indipendente dall’altro, tanto che i titoli di testa specificano che la pellicola è «tratto dal palinsesto del Nome della Rosa di Umberto Eco». Il film, che vede protagonista Sean Connery nei panni dell’acuto frate Guglielmo da Baskerville, ebbe un successo clamoroso: su Rai1 la sua prima messa in onda detenne il record di ascolti per tredici anni, dal 1988 al 2001, e fu superata soltanto da La vita è bella di Roberto Benigni.

Forse sperando in un nuovo successo, forse per rendere omaggio al grande scrittore recentemente scomparso, la Rai ha deciso di realizzare una serie TV tratta proprio da Il nome della rosa. I dettagli per il momento sono pochissimi, ma l’inizio della sua produzione è prevista tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017. La notizia è stata data dalla direttrice di Rai Fiction Eleonora Andreatta: la serie prevederà dieci puntante di circa cinquanta minuti ciascuna, avrà un cast internazionale e, per il momento, è ancora priva di un regista. Alla trasposizione televisiva del suo romanzo stava lavorando da molto tempo anche Umberto Eco che ha fatto in tempo a leggere almeno il tratteggio delle puntate. Non resta che attendere per sapere se la serie televisiva saprà tenere fede alla sua opera e alla sua memoria.

S.F.

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Redazione

Frammenti Rivista nasce nel 2017 come prodotto dell'associazione culturale "Il fascino degli intellettuali” con il proposito di ricucire i frammenti in cui è scissa la società d'oggi, priva di certezze e punti di riferimento. Quello di Frammenti Rivista è uno sguardo personale su un orizzonte comune, che vede nella cultura lo strumento privilegiato di emancipazione politica, sociale e intellettuale, tanto collettiva quanto individuale, nel tentativo di costruire un puzzle coerente del mondo attraverso una riflessione culturale che è fondamentalmente critica.

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