Non è solo quella delle opere d’arte trafugate da Napoleone Bonaparte la storia della cultura “rubata” in Italia. La polizia tedesca, infatti, ha ritrovato a Monaco 500 opere originali, tutte scritte attorno al sedicesimo e diciassettesimo secolo. Tra di esse le più preziose sono quelle di Galileo Galilei e di Niccolò Copernico.
Le opere, probabilmente, sono giunte lì dopo essere state sottratte dalle Biblioteche italiane dove erano custodite, in un periodo di forte migrazione di manoscritti e codici, soprattutto dovuto al forte controllo della Chiesa restauratrice e del Tribunale dell’Inquisizione.
Grazie a questa notizia può essere messa in evidenza l’importanza di una disciplina inerente al mondo della cultura, anzi fondamentale per esso, ma che spesso agisce nell’ombra con il suo minuzioso ed indispensabile lavoro: la filologia. I testi che noi leggiamo sono frutto di un accurato studio e ricostruzione filologici, senza i quali non potremmo conoscere Platone, Aristotele, ma nemmeno Dante e Boccaccio.
L’invenzione della stampa ha certamente semplificato le cose per il mondo del libro, ma non bisogna dimenticare che la pagina scritta, prima della rivoluzione industriale, era qualcosa di raro e prezioso. In questo panorama possedere un codice era simbolo di ricchezza. Per questo i vari testi viaggiavano spesso, di monastero in monastero, di biblioteca in corte, magari inviati a sovrani come doni.
L’invenzione della stampa ha certamente semplificato le cose per il mondo del libro, ma non bisogna dimenticare che la pagina scritta, prima della rivoluzione industriale, era qualcosa di raro e prezioso. In questo panorama possedere un codice era simbolo di ricchezza. Per questo i vari testi viaggiavano spesso, di monastero in monastero, di biblioteca in corte, magari inviati a sovrani come doni.
Il valore di questa scoperta è stato rivelato nella conferenza stampa tenutasi a Monaco, in occasione del ritrovamento, ed ammonta a 2,5 milioni di euro.
Qualcuno un giorno disse: “con la cultura non si mangia”.
Nella fotografia: “De revolutionibus coelistium” di Copernico, presentato al pubblico ed alle telecamere dall’ufficiale di polizia tedesca Elisabeth Zum-Brunch.
C.M.