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Rivelati i vincitori del Premio
Internazionale per la
Fotografia 2016

7 minuti di lettura
Santu Mofokeng (a sinistra) e Alessio Zemoz
Santu Mofokeng (a sinistra) e Alessio Zemoz

MODENA – Filippo Maggia, direttore di Fondazione Fotografia Modena, Roberto Pisoni, head di Sky Arte HD, e Carla Mainoldi, responsabile Group Giving, Events & Art Management di UniCredit, hanno annunciato questa mattina il vincitore del Premio Internazionale per la Fotografia 2016: Santu Mofokeng (1956, Johannesburg).

Mofokeng è il primo artista a ricevere questo riconoscimento, conferito ogni due anni da Fondazione Fotografia Modena, Sky Arte HD e UniCredit a un fotografo vivente che con la sua ricerca abbia contribuito in maniera significativa allo sviluppo della cultura legata all’immagine contemporanea e alle sue molteplici declinazioni.
A Mofokeng vanno un premio in denaro del valore di 70 mila euro e una mostra personale presso il Foro Boario di Modena, Santu Mofokeng, una solitudine silenziosa. Fotografie 1982 – 2011. L’esposizione, a cura di Simon Njami, è stata inaugurata questa mattina e rimarrà allestita fino all’8 maggio 2016.

Santu Mofokeng è stato scelto da una giuria internazionale all’interno di una rosa di 6 finalisti che comprendeva Claudia Andujar (Svizzera), Rineke Dijkstra (Paesi Bassi), Jim Goldberg (Stati Uniti), Yasumasa Morimura (Giappone) e Zanele Muholi (Sudafrica).

La giuria, presieduta da Filippo Maggia (direttore di Fondazione Fotografia Modena), era composta da eminenti curatori e direttori di musei: Christine Frisinghelli (fondatrice Camera Austria), Shinji Kohmoto (fondatore Parasophia Festival Kyoto), Simon Njami (co-fondatore Revue Noir) e Thyago Nogueira (capo dipartimento di Fotografia Instituto Moreira Salles, Brasile).

Queste le motivazioni espresse a margine della decisione di assegnare il premio a Mofokeng: «Da parte di tutta la giuria è stata avvertita la grande responsabilità di individuare un vincitore che non solo corrispondesse al tema indicato per quest’edizione – l’Identità – ma desse anche un segnale di ciò che il Premio Internazionale per la Fotografia vuole diventare negli anni: non un riconoscimento celebrativo fra tanti, né tantomeno un premio alla carriera, ma un esempio di qualità. Santu Mofokeng è un autore che ha fatto della riservatezza uno stile di vita; non appartiene a nessun sistema e questa libertà gli ha permesso di creare immagini clamorose. La sua è una creatività totalmente aperta, che non si riferisce a un soggetto specifico ma ruota attorno al tema dell’affermazione di un’identità. La varietà di soggetti e la capacità di riuscire ad accostarsi ad essi con lucidità e ragionata asprezza contraddistinguono il suo lavoro». E ancora: «Santu Mofokeng ha saputo costruirsi una solida carriera senza mai cedere a compromessi, sulla base di un corpus di lavori fotografici che documentano la realtà sudafricana dai tempi dell’Apartheid ad oggi; la questione dell’identità nera e dell’integrazione tra le comunità è sempre stata cruciale per lui».
Fondazione Fotografia, Sky Arte e UniCredit hanno annunciato inoltre il vincitore del Premio Fotografia Italiana under 40, un riconoscimento riservato ad artisti emergenti italiani che operano attraverso i molteplici linguaggi dell’immagine, promosso in parallelo al premio internazionale: Alessio Zemoz (Aosta, 1985).

Zemoz è stato scelto tra una rosa di 10 finalisti, che comprendeva Gianni Ferrero Merlino, Eva Frapiccini, Marco Lachi, Tiziano Rossano Mainieri, Angelo Marinelli, Egle Picozzi, Alberto Sinigaglia, Luca Spano, Lorenzo Tugnoli. A selezionare il vincitore è stata la stessa giuria del Premio Internazionale.

Alessio Zemoz si è imposto grazie al progetto lo vàco – il vuoto, un’indagine sulla percezione sociale dei paesaggi dell’abbandono in Valle d’Aosta. «Tra documentazione, produzione artistica nell’ambito della fotografia contemporanea e ricerca scientifica di matrice antropologica, il lavoro di Zemoz restituisce uno spaccato dell’identità del suo territorio d’origine. Partendo dalla constatazione che non è possibile fotografare il vuoto, l’artista ha cercato di evocarlo attraverso una narrazione che unisce fotografie di paesaggio a fotografie di famiglia, evidenziando la relazione inscindibile tra luoghi e persone che caratterizza i territori alpini della regione. Zemoz, al tempo stesso oggetto e soggetto della ricerca, non cade mai in una rievocazione nostalgica, ma ci indica piuttosto come la progressiva scomparsa del passato conduca anche alla perdita del suo senso».

Anche al vincitore del Premio under 40 vanno un premio in denaro del valore di 15 mila euro e una mostra personale al Foro Boario di Modena, Alessio Zemoz. Lo vàco – il vuoto, a cura di Christine Frisinghelli, allestita in parallelo a quella di Santu Mofokeng.
Tutte le fasi del Premio per la Fotografia Internazionale e del Premio Fotografia Italiana under 40 – dalla presentazione dei giurati alla proclamazione del vincitore – sono state seguite dalle telecamere di Sky Arte HD che trasmetterà uno speciale in tre puntate in onda lunedì 7, 14 e 21 marzo alle 20.40.

Le mostre di Santu Mofokeng e Alessio Zemoz sono accompagnate da cataloghi editi da Skira, che ha curato tutte le pubblicazioni ufficiali dei Premi.
Mostre

Vincitore Premio Internazionale per la Fotografia 2016
Santu Mofokeng. Una solitudine silenziosa. Fotografie 1982 – 2011
a cura di Simon Njami

Vincitore Premio Fotografia Italiana under 40 2016
Alessio Zemoz. lo vàco – il vuoto
a cura di Christine Frisinghelli

Periodo
6 marzo – 8 maggio 2016

Sede
Foro Boario
Modena, Via Bono da Nonantola, 2

Informazioni
Fondazione Fotografia Modena
Via Emilia Centro 283, Modena
tel. 059 239888 – 335 1621739
mostre@fondazionefotografia.org
www.fondazionefotografia.org

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Redazione

Frammenti Rivista nasce nel 2017 come prodotto dell'associazione culturale "Il fascino degli intellettuali” con il proposito di ricucire i frammenti in cui è scissa la società d'oggi, priva di certezze e punti di riferimento. Quello di Frammenti Rivista è uno sguardo personale su un orizzonte comune, che vede nella cultura lo strumento privilegiato di emancipazione politica, sociale e intellettuale, tanto collettiva quanto individuale, nel tentativo di costruire un puzzle coerente del mondo attraverso una riflessione culturale che è fondamentalmente critica.

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