POMPEI – Ferme da quasi 200 anni nel Museo Egizio di Torino, dove erano arrivate nel 1824 dopo un lungo viaggio via mare direttamente da Alessandria d’Egitto, le sette statue in granito della dea Sekhmet e quella del faraone Thutmosi III sono giunte sane e salve a Pompei grazie a un trasporto speciale. Si tratta di opere di grande pregio appartenenti alla XVIII dinastia (XVI-XIV secolo a.C.). Questo insolito trasferimento è dovuto all’allestimento della mostra sulle contaminazioni tra il mondo dell’Antica Roma e quello dei faraoni, inaugurata oggi, martedì 20 aprile, nella Palestra grande di Pompei. Si tratta della seconda parte dell’esposizione Il Nilo a Pompei, Visioni d’Europa nel mondo romano, aperta dal 5 marzo nel museo di Torino. La terza fase sarà ambientata invece a Napoli, nel Museo Nazionale Archeologico
D.F.
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