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Kevin Parker annuncia una nuova era, ancora

Tra introspezione elettronica e voglia di ballare, «End of Summer» inaugura una nuova era per i Tame Impala?
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«A new era begins». Con questa frase Kevin Parker, polistrumentista a capo del progetto Tame Impala, ha deciso di presentare il suo nuovo singolo, End Of Summer. Il brano è l’esito di un’evoluzione portata avanti e dichiarata da Parker nel corso degli anni. «This is the first thing I want you guys to hear. I give you End Of Summer».

Il singolo era stato presentato in anteprima durante un’esibizione a sorpresa al Primavera Sound 2025 di Barcellona, in cui Parker ha preso parte ad un breve djset. «You guys wanna hear a new song?», aveva chiesto alla folla trepidante del Nitsa Club. «There’s no going back from this point. Alright, let’s do it. Get comfortable».

Quindici anni dopo il debutto dei Tame Impala con Innerspeaker e dieci anni dopo Currents, l’album che ha consacrato il successo del progetto australiano, abbracciando un pubblico più pop, Kevin Parker torna a suscitare opinioni contrastanti tra il suo pubblico, spesso legato agli esordi pysch e lisergici del primo album. Se per molti «this drop saved the year», per tanti altri l’impronta più marcatamente elettronica e le influenze house e dei bush doof (rave party tipici dell’entroterra australiano) sono quasi un tradimento di Parker verso i propri fan. Ma i suoni tipici e le ispirazioni dei Tame Impala non risultano così distanti né dagli ultimi album, The Slow Rush e Currents, né tantomeno dai primi, Innerspeaker e Lonerism. La nuova era, annunciata tramite End Of Summer, mostra un Kevin Parker più maturo, tornato dopo un lungo viaggio riflessivo, che ha voluto esprimere sfruttando l’elettronica e il consueto marchio psychedelico e DIY (Do It Yourself, fai da te). Il singolo non è che il prevedibile prodotto di un cambiamento che Parker ha attuato album dopo album, canzone dopo canzone.

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Il videoclip di End Of Summer, realizzato da Julian Klincewicz (collaboratore di Beyoncé, Jay-Z e artisti visivi d’avanguardia) e girato in split-screen, è indicativo di questo processo. Attraverso un susseguirsi di immagini ipnotiche, sensoriali e introspettive, il video narra l’iter creativo e solitario di Kevin Parker. I due riquadri del video sono messi più volte a contrasto: una parte riflessiva dell’artista da solo mentre suona e sperimenta e un rave party dall’altra parte; viaggi psichedelici da un lato, Parker con il figlio dall’altro. Alla fine del video, una giovane coppia si scambia dei baci a fianco ad un albero e una moto in un’atmosfera onirica realizzata grazie la trasposizione del video in raggi X. Poi Parker arriva, prende la moto, senza interrompere l’appassionato bacio dei due, e sfreccia per le campagne. Una separazione simbolica da un’estate musicale e artistica e la scelta di percorrere una strada propria e più personale.

Gli strumenti di Parker saranno in parte cambiati, ma la sua arte rimane. End Of Summer abbraccia a pieno la volontà di fare nuova musica, senza abbandonare i vecchi stilemi e marchi di fabbrica “tameimpaliani”. Inoltre, l’annuncio di una nuova era conferma che il singolo non è semplicemente un episodio isolato nella carriera artistica di Kevin Parker, bensì un ritaglio di una composizione più ampia. La pubblicazione di una foto di una lavagna divisa in 13 righe contrassegnate dalla scritta “done”, inserita alla fine di un carosello sui social, dalla caption «Been busy ;)», sembrerebbe testimoniare la prossima uscita di un atteso nuovo album dei Tame Impala.

In ogni caso, l’approccio di Kevin Parker alla musica è sempre stato parte di una più profonda introspezione dell’artista, veicolo di espressione di un introverso e della natura cangiante propria dell’essere umano. Parker è pienamente padrone delle sue produzioni: scrive, suona, mixa, produce. Esegue essenzialmente ogni cosa. Ed ogni cosa porta il suo marchio personale prima ancora di quello artistico. Le idee e influenze sono tante: dal rock anni Sessanta, all’acid rock, hard prog, lo-fi, groove funk, pop retro’, elettronica. Tutte presenti, ma dosate all’interno di una miscela che rende difficile inquadrare un unico e specifico riferimento nella sua musica.

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In un’intervista del 2020 al NME, Parker aveva raccontato un episodio che ha segnato una svolta nel suo modo di realizzare musica. Dopo il successo di Lonerism (2012), durante il ricevimento di un matrimonio di amici di Perth, la città australiana in cui è cresciuto, un vecchio compagno gli gioca uno scherzo, chiedendo al dj di passare un pezzo dei Tame Impala. Parker ricordava di come la pista da ballo si fosse svuotata in un attimo. «Ho pensato: “Possibile che nessuno voglia ballare alla musica dei Tame Impala?” Questo mi ha fatto pensare che ci fosse qualcosa che mancava nel mio lavoro. Quello è stato il momento in cui ho pensato “Fanculo, voglio fare musica che la gente possa ballare”». L’album Currents del 2015 è influenzato, infatti, dal pop lucido dei Fleetwood Mac e dalla voglia di far ballare la gente. Un pop anticonvenzionale che mantiene gli elementi delle produzioni precedenti e ne aggiunge di nuovi. Yes I’m changing, quarta traccia del disco, è un manifesto della natura mutevole dell’essere umano, che parla di crescita personale, della trasformazione dell’individuo e dell’impellenza ad abbracciarla.

Yes I'm changing, yes I'm gone
Yes I'm older, yes I'm moving on
And if you don't think it's a crime you can come along, with me
Life is moving, can't you see

Quella di Currents e poi di The Slow Rush (2020) è musica portata a nuovi livelli e contrassegnata dall’abitudine di Parker a rielaborare la sua vita e andare avanti, alla scoperta del nuovo. Per chi considera, dunque, il nuovo singolo End Of Summer un cambiamento eccessivo, quasi un tradimento rispetto al Parker degli esordi e di Innerspeaker, la sua storia e la storia della sua carriera artistica non possono che smentirlo. La metamorfosi artistica e musicale di Kevin Parker, lenta e costante, non è che il paradigma della vita stessa. Il polistrumentista australiano ha semplicemente imboccato la via di un nuovo cambiamento, che è consequenziale ai lavori realizzati in precedenza. Data poi l’effettiva ballabilità del nuovo brano, possiamo predire che le prossime piste da ballo non saranno poi così vuote al suono dei Tame Impala.

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Immagine in copertina generata con l’intelligenza artificiale da ChatGPT a partire dal contenuto dell’articolo

Margherita Coletta

Classe 1998. Mezza etrusca, mezza romana. Le piace girovagare e fare incontri lungo la via. Appassionata cacciatrice di storie, raccontagliene una e sarà felice.

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