Sotterraneo è un collettivo artistico che nasce a Firenze nel 2005 e da quel momento ha creato spettacoli che hanno saputo stare al passo coi tempi, con estetiche pop e temi sempre attuali. Sotterraneo è un «gruppo di ricerca teatrale composto da un nucleo autoriale fisso cui si affianca un cluster di collaboratori che variano a seconda dei progetti»1.
Un continuo divenire
Il successo delle produzioni del collettivo è dato sicuramente dalla varietà non solo delle tematiche, ma anche da quella dei linguaggi. Il gruppo infatti trasforma continuamente l’approccio alla messa in scena in base ai progetti. Così scrive il collettivo:
Ogni lavoro del gruppo è una sonda lanciata a indagare le possibilità linguistiche del teatro, luogo a un tempo fisico e intellettuale, antico e irrimediabilmente contemporaneo. Con opere trasversali e stratificate nella ricerca su forme e contenuti, Sotterraneo si muove attraverso i formati – dallo spettacolo frontale al site-specific passando per la performance – focalizzando le contraddizioni e i coni d’ombra del presente, secondo un approccio avant-pop che cerca di cantare il nostro tempo rimanendo in equilibrio fra l’immaginario collettivo e il pensiero più anticonvenzionale, considerando la scena un luogo di cittadinanza e gesti quotidiani di cultura che allenano la coscienza critica del pubblico, destinatario e centro di senso di ogni nostro progetto.
Dal sito della compagnia
Da spettatori, non possiamo che confermare quanto appena citato. Gli spettacoli di Sotterraneo sono infatti sempre degli esperimenti ben riusciti non solo dal punto di vista drammaturgico ma anche da quello registico.
Anche l’occhio vuole la sua parte
Ciò che Sotterraneo ha fatto negli ultimi vent’anni è stato creare delle vere e proprie opere che parlano a chiunque vi assista. Da un lato le scene sono esteticamente attraenti, e dall’altro l’ironia che spesso permea il testo lo rende godibile e facilmente fruibile. Tutto questo non vuol dire che gli spettacoli siano scontati; anzi, l’inaspettato è sempre dietro l’angolo.
L’Angelo della Storia
Anche in questo spettacolo Sotterraneo dimostra tutte le sue capacità di creare immagini potenti ed evocative con pochi elementi scenici.
Cinque performer in camicia entrano in scena, si definiscono e definiranno anche noi: sapiens. La storia inizia nel 10.000 a.C. quando i sapiens iniziavano a vivere nelle grotte e a lasciare segni del loro passaggio sulla Terra.
Nel loro racconto però gli interpreti iniziano a saltare da un punto all’altro della linea temporale del nostro pianeta, partendo dai primi sapiens, andando poi nel Giappone del secondo conflitto mondiale, passando poi ai partigiani, a un gatto ereditiero e altri aneddotti che ora non elencheremo. L’informazione che però sembra essere la più importante – almeno nel primo segmento – è che l’umanità da quando esiste ha sentito il bisogno di narrare la propria realtà.
Realtà relativa
Gli istanti irripetibili che i sapiens in scena narrano hanno sempre e comunque una relatività, conferita dai protagonisti. Quando esperiamo la nostra vita abbiamo sempre e solo un unico punto di vista: il nostro. La narrazione diventa sì umana, ma fatta di quelle “costellazioni svelate” teorizzate dal filosofo Walter Benjamin. Così dice il programma di sala:
Sotterraneo prova a raccontare questi episodi mettendoli in risonanza col presente, componendo una personale mappa del paradosso formata da microstorie, istanti sospesi, momenti fatali di persone illustri o sconosciute: fatti e pensieri lontani fra loro ma uniti da quella tela di narrazioni, credenze, miti e ideologie che, secondo lo storico Yuval Noah Harari, compongono la materia stessa di cui è fatta la storia
Quindi lo spettacolo diventa una storia della Storia, ma che in realtà manca degli elementi fondamentali della narrazione, cioè un inizio, uno svoglimento e una fine. O meglio, c’è sempre un inizio e una fine dell’individuo, ma in fondo non è forse un continuo ritorno della Storia? L’uomo non continua forse a ripetersi?
Ne siamo tutti parte
Un pannello con numerosi led segna le date di cui si sta parlando, dei bauli da teatro nascondono immagini meravigliose create dalla compagnia con mezzi essenziali, gli attori impugnano microfoni con cui producono anche gli effetti sonori per la messa in scena. Gli spettatori dunque non sono solo accompagnati in questo viaggio nel tempo tramite le parole, bensì anche con immagini che raccontano vicende toccanti e a volte assurde della Storia dell’umanità.
Ci sembra doveroso sottolineare che le scene, così evocative, sono inoltre abitate da cinque interpreti tecnicamente ineccepibili e meravigliosamente creativi: Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati e Giulio Santolini. La tecnica con cui gestiscono il loro corpo e le loro azioni rende tutto ciò che creano un’immagine dipinta.
E proprio perché tutti siamo parte di una stessa specie, quella dei sapiens, che anche noi siamo elementi della narrazione presentata davanti a noi. Gli spettatori sapiens sono infatti costantemente interpellati e coinvolti da chi gli parla dal palcoscenico. Sotterraneo con sapiente semplicità riesce a coinvolgere le masse, in una pratica teatrale che è pop.
Tanti auguri, Sotterraneo
Una frase che vuole essere ambivalente: un festeggiamento e un augurio per ciò che ci sta davanti. Che Sotterraneo possa continuare a raccontare questa contemporaneità che diventa sempre più frammentaria, sempre più divisa e così ossimorica; e che possa continuare a stimolare domande sul presente a chi lo vive.
Tanti auguri Sotterraneo, cento di questi giorni!
- Dal sito della compagnia: www.sotterraneo.net ↩︎


