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Per conoscerli meglio:
a Milano apre al pubblico
la mostra “Terremoti”

7 minuti di lettura

Sembra uno strano scherzo del destino che una mostra sui terremoti venga inaugurata proprio in questi giorni, quando la terra non cessa di tremare nel centro del nostro Paese. Eppure il Museo di Storia Naturale di Milano non poteva rimandare questo importante evento, anche e forse proprio per sottolineare che in Italia non esiste un momento sbagliato per parlare di terremoti.

Terremoti. Origine, storie e segreti dei movimenti della Terra è stata inaugurata ufficialmente il 29 ottobre e rimarrà in esposizione fino al prossimo 30 aprile. Si tratta del secondo appuntamento – il primo è stato incentrato sui vulcani – di un ciclo di mostre che il Museo Civico di Storia Naturale di Milano ha in previsione per i prossimi mesi, un progetto che riguarderà tutti i fenomeni naturali più catastrofici con i quali l’uomo si trova ad avere a che fare. I terremoti, sembra sciocco ribadirlo proprio ora, sono un fenomeno che ci riguarda estremamente da vicino: ecco perché, ha sottolineato il Direttore del Museo Domenico Piraina, questa mostra ha uno scopo soprattutto divulgativo e didattico.

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Da sinistra: Marco Carlo Stoppato (Geologo e curatore della mostra), Graziano Ferrari (Responsabile Unità Funzionare SISMOS), Filippo Del Corno (Assessore alla Cultura del Comune di Milano), Domenico Piraina (Direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Milano), Carlo Meletti (Responsabile del Centro Pericolosità Sismica dell’INGV)

È un aspetto che anche Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano, ha tenuto a mettere in evidenza: con i terremoti l’Italia deve e può imparare a convivere. Soprattutto perché la tradizione italiana e, in particolare, milanese negli studi di sismologia è antica e ricca. Basti pensare che proprio la città della Madonnina ha dato i natali a Giuseppe Mercalli, ideatore della celebre scala che da lui prende il nome e realizzatore della prima carta sismica dell’Italia. Molti dei sistemi di protezione adottati nei Paesi con più alto rischio sismico – il Giappone, gli USA – sono made in Italy: si tratta, quindi, soltanto di raccogliere i frutti di un lavoro che il nostro Paese è perfettamente in grado di svolgere. Ecco dunque i principali scopi della mostra: conoscere meglio questo mostro invisibile che periodicamente devasta le nostre città, certamente; ma anche e soprattutto capire che cosa si può fare per ridurre al minimo (a volte, addirittura azzerare) i danni da esso derivati.

L’esposizione accoglie i visitatori con un’immagine impressionante: pezzi di binari provenienti dall’Ecuador deformati da un fortissimo terremoto. il percorso espositivo, articolato in sette sale, lascia posto alla visione del materiale del museo, ma anche a modelli in scala, simulazioni, video dimostrativi, diorama e documenti tratti dagli archivi del comune. Si inizia con Anatomia della Terra, uno spazio dove trovano posto modelli e filmati che spiegano come è fatto l’interno del nostro pianeta. La seconda sezione, Continenti in movimento, è dedicata invece alla teoria della deriva dei continenti di Alfred Wegener e alla spiegazione della teoria della tettonica a placche. Il tutto è corredato da spiegazioni “digitali” e dalla visione di alcuni fossili provenienti dalla collezione del Museo.

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Con la terza sezione, Faglie – i luoghi dei terremoti, si entra nel vivo dell’argomento con spettacolari fotografie da satellite che mostrano i punti di frattura più critici della crosta terrestre. Vengono poi anche mostrati con modelli tridimensionali i diversi tipi di onde sismiche che possono caratterizzare i terremoti. Una buona parte della mostra è dedicata poi al terremoto di Messina del 28 dicembre 1908, che con la sua magnitudo di 7.24 è il più devastante mai avvenuto nel nostro Paese. Un diorama riproduce la città devastata mentre alle pareti le pagine dei giornali raccontano la storia di quei drammatici momenti.

La quarta sezione è dedicata invece agli tsunami che, sebbene non riguardino direttamente il nostro Paese, sono spesso collegati ai terremoti. Qui trova posto una delle tecnologie anti-tsunami più efficaci: una gigantesca boa che, rilevando i movimenti delle onde ed emettendo un forte segnale acustico, è in grado di avvisare dell’arrivo di un’onda anomala con parecchi minuti di anticipo, dando così la possibilità alle persone di allontanarsi dalla costa. Il suo funzionamento è illustrato in una simulazione, con tanto di acqua e mini-tsunami provocato artificialmente.

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L’ultima parte dell’esposizione, invece, è quella più pratica e ci mostra i sistemi più all’avanguardia per impedire i rovinosi crolli di edifici a cui abbiamo assistito di recente, molti dei quali applicabili senza problemi anche a edifici storici. La quinta sezione, in particolare, è estremamente interessante perché illustra una serie di piccoli e poco costosi accorgimenti che ogni persona potrebbe adottare per difendersi, almeno in parte, dalla furia dei terremoti. In Giappone, ad esempio, è fornito gratuitamente a ogni bambino uno zainetto contenente un piccolo kit anti-terremoto (bacchette luminose, sistemi acustici per segnalare la propria presenza, caschetto, eccetera), da portare sempre a scuola.

La mostra Terremoti. Origine, storie e segreti dei movimenti della Terra è chiaramente pensata per chi desidera conoscere, anche solo superficialmente, cosa succede sotto i nostri piedi e per chi, in modo più pratico, si chiede come possiamo difenderci da fenomeni che sembrano sempre così imprevedibili e catastrofici. Breve, interattiva e poco tecnica, l’esposizione punta a divulgare una cultura scientifica che, come ha affermato l’Assessore Del Corno, deve ormai imprescindibilmente costituire la base del bagaglio di conoscenze di ogni cittadino.

Info:

TERREMOTI
ORIGINI, STORIE E SEGRETI
DEI MOVIMENTI DELLA TERRA

29 ottobre 2016 – 30 aprile 2017
Museo di Storia Naturale di Milano
corso Venezia 55, M1 Palestro

Orari
da martedì a domenica: 9.00-17.30
(ultimo ingresso ore 16.45)
lunedì chiuso

Per maggiori informazioni: www.comune.milano.it/museostorianaturale/

Silvia Ferrari

Classe 1990, nata a Milano, laureata in Filologia, Letterature e qualcos'altro dell'Antichità (abbreviamo in "Lettere antiche"). In netto contrasto con la mia assoluta venerazione per i classici, mi piace smanettare con i PC. Spesso vincono loro, ma ci divertiamo parecchio.

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