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Le dieci mostre più importanti in Italia nel 2024 (secondo noi)

6 minuti di lettura

Dicembre vuol dire tante cose: bilanci, buoni propositi, vacanze, festa, famiglia e tradizioni. E c’è un articolo che ormai è diventato quasi tradizione per noi di Frammenti Rivista verso la fine dell’anno, ovvero quello dove raccogliamo le idee e proponiamo ai nostri lettori i best of dell’anno in chiusura. Ecco quindi, per la redazione di Arte, le dieci mostre che, secondo noi, hanno caratterizzato e smosso il panorama artistico del 2024 in Italia.

«Stranieri Ovunque» | La Biennale – Venezia, Arsenale e Giardini della Biennale

mostre 2024

Può sembrare banale inserire – addirittura iniziare – questo elenco di mostre con la manifestazione che più di tutte, da oltre un secolo, rappresenta in Italia il meglio (e a volte il peggio) del panorama artistico contemporaneo. Eppure, tra polemiche ed elogi, tra top e flop, la Biennale di Venezia si conferma sempre una vetrina straordinaria per gli artisti e un appuntamento imprescindibile per gli appassionati, che qui possono costruire il proprio gusto, metterlo in discussione e continuare a scoprire realtà e nuove prospettive da tutto il mondo. L’edizione di quest’anno, dal titolo esplicativo Stranieri Ovunque, era incentrata su un tema ormai al centro della nostra quotidianità eppure, se trattato con intelligenza, mai scontato o inutile: l’essere migrante, straniero, talvolta persino nel luogo in cui si è nati. Quella costruita dal curatore Adriano Pedrosa è stata un’esposizione che ha presentato molti nomi sconosciuti ai più, alternando grandi e nuovi talenti, ma allo stesso tempo cadendo talvolta in un eccesso etnografico e locale che ben poco sembrava accordarsi con la portata internazionale di un evento come la Biennale.

«Mirò – La gioia del colore» – Catania, Palazzo della Cultura

Aperta dal 20 gennaio al 7 luglio, la mostra ha proposto un viaggio attraverso il mondo creativo di uno dei più grandi artisti del Novecento: Joan Miró. L’esposizione dedicata all’artista surrealista a Catania lo ha celebrato come poeta visivo della gioia di vivere. Al centro, le sue opere, intrise di colore, segno e un’inconfondibile dimensione ludica. Con il supporto di prestiti provenienti da importanti musei spagnoli e francesi, sono state presentate circa 80 opere, tra dipinti, tempere, acquerelli, disegni, sculture, ceramiche, oltre a una selezione di opere grafiche, libri e documenti.

«Munch. Il grido interiore» – Milano, Palazzo Reale

Exhibition views MUNCH il grido interiore, 2024 Palazzo Reale photo credits Pablo Riccomi

Tra le mostre di maggior successo del 2024 sarebbe ingiusto e impossibile non citare quella dedicata al maestro norvegese Edvard Munch, che da settembre arricchisce le stanze del Palazzo Reale di Milano. Munch, precursore dell’Espressionismo, si conferma con questa esposizione un artista di un’attualità disarmante. Tra i suoi capolavori, esperienze interattive e manovre di marketing – ormai sempre più centrali al mondo dell’arte e soprattutto delle esposizioni – quello che il visitatore esperisce è un percorso fatto di bellezza e intensità emotiva rara. Segnaliamo che la mostra sarà aperta fino al 26 gennaio 2025, dunque non perdetevela!

Ne abbiamo parlato qui:
Il grido interiore di Munch a Palazzo reale

«Picasso. La metamorfosi della figura» – Milano, Mudec

A conclusione simbolica delle celebrazioni del 50° anniversario della morte di Pablo Picasso, la mostra a lui dedicata a Milano, curata da Malén Gual e Ricardo Ostalé, ha esplorato la lunga e straordinaria carriera del maestro spagnolo, concentrandosi in particolare sul rapporto tra la sua arte e quella che viene definita “primitiva”. Il percorso espositivo si è sviluppato presentando la sua vasta produzione, dalle opere giovanili fino alle ultime, con particolare attenzione al suo amore per le fonti artistiche primordiali. Con il suo ritorno al primitivismo, iniziato a metà degli anni Venti, Picasso segna una svolta fondamentale nella storia dell’arte. La mostra esplora questa rivoluzione attraverso oltre quaranta opere che spaziano dalla pittura alla scultura, includendo anche disegni. È emerso così come Picasso abbia rielaborato continuamente le sue figure, rimodellandole con volumi distorti e una costante metamorfosi, che spesso possiedono una forte connotazione erotica. Questa trasformazione segnerà l’evoluzione della sua pittura e scultura, soprattutto nei momenti di crisi personale o sociale.

«Van Gogh» – Trieste, Museo Revoltella

Nelle eleganti sale di una dimora storica triestina, trasformata in una raffinata galleria d’arte moderna grazie all’intervento di Carlo Scarpa, ha preso vita tra il 22 febbraio e il 30 giugno la mostra dedicata al genio incompreso di Vincent Van Gogh, una delle figure più affascinanti e complesse dell’arte moderna. Con oltre cinquanta opere provenienti dal Kröller-Müller Museum di Otterlo, l’esposizione ha offerto un’ampia panoramica sul breve ma straordinariamente intenso percorso artistico del pittore, permettendo ai visitatori di immergersi nel mondo di uno degli artisti più studiati e ammirati della storia dell’arte.

«Jean Cocteau» – Venezia, Collezione Peggy Guggenheim

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© Photo Matteo De Fina Courtesy Collezione Peggy Guggenheim

La carriera artistica di Peggy Guggenheim inizia nel 1938 con una mostra dedicata a Jean Cocteau, suggerita da Marcel Duchamp, alla galleria londinese Guggenheim Jeune. Quasi un secolo più tardi, il curatore Kenneth E. Silver ha invitato il pubblico del XXI secolo a riscoprire l’arte di Cocteau con occhi nuovi, mettendo in evidenza la sua sorprendente versatilità e modernità, caratteristiche che rendono la sua figura ancora attuale. Da aprile a settembre, l’esposizione veneziana ha offerto l’opportunità unica di esplorare l’arte di Cocteau sotto una nuova luce, di rimanere affascinati dalla poliedricità che in vita gli attirò critiche, ma che oggi ci appare come una prefigurazione di quella fluidità culturale che ci aspettiamo dagli artisti contemporanei.

Ne abbiamo parlato qui:
Jean Cocteau alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia

«Anselm Kiefer. Angeli caduti» – Firenze, Palazzo Strozzi

Palazzo Strozzi ha ospitato tra la primavera e l’inizio dell’estate di quest’anno una grande mostra dedicata a uno dei più importanti artisti contemporanei: Anselm Kiefer. L’esposizione ha unito lavori storici e nuove produzioni, includendo anche una grande opera inedita site-specific creata in dialogo con il cortile rinascimentale di Palazzo Strozzi. Curata da Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, la mostra si è proposta come un viaggio tra allegorie, figure e forme che riflettono sull’identità, la poesia, la storia e le diverse correnti filosofiche. L’arte di Anselm Kiefer, che spazia tra pittura, scultura, installazione e fotografia, invita a un’introspezione profonda sull’essere umano, indagando le connessioni tra passato, presente e futuro.

«Preraffaelliti. Rinascimento moderno» – Forlì, Museo Civico San Domenico

La ricca esposizione dedicata al movimento dei Preraffaelliti ha impreziosito del Museo Civico di San Domenico. Con oltre 300 opere, la mostra di Forlì è stata un evento senza precedenti, diventando, grazie a prestiti da musei di tutto il mondo, la più grande esposizione mai dedicata a questo movimento artistico. Il percorso ha visto il confronto diretto tra i maestri italiani dal Trecento al Cinquecento e gli artisti preraffaelliti. Opere di Dante Gabriel Rossetti, John Everett Millais, William Holman Hunt, caratterizzate da un piacere intellettuale e una raffinatezza estetica unici, hanno mostrato la propria bellezza al pubblico e ribadito l’importanza ricoperta in un periodo storico segnato dall’imbruttimento industriale.

«Pino Pascali» – Milano, Fondazione Prada

Tra marzo e settembre, la sede milanese di Fondazione Prada ha dedicato una grande retrospettiva a Pino Pascali, uno degli artisti italiani più innovativi del dopoguerra, focalizzandosi in particolare sul suo approccio rivoluzionario alla scultura. Il progetto ha esplorato l’impatto duraturo delle sue opere, che hanno segnato profondamente diverse generazioni di artisti e critici e continuano a suscitare l’interesse del pubblico internazionale. Il curatore Mark Godfrey ha articolato il percorso in sezioni, offrendo in ciascuna una visione approfondita di un aspetto specifico della produzione di Pascali. La portata innovativa e rivoluzionaria dell’operato dell’artista ha sfidato le convenzioni dell’epoca con opere uniche e ancora oggi sorprendenti, capaci di analizzare, rappresentare e al tempo stesso contrastare la realtà artistica e sociale in cui nacquero.

Ne abbiamo parlato qui:
«L’arte è un sistema per cambiare». Pino Pascali a Milano

«Sciamani» – Trento e Rovereto, Mart, MUSE, METS

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Per la prima volta, tre dei principali musei trentini – il MART (Museo di arte moderna e contemporanea), il MUSE (Museo delle scienze) e il METS (Museo etnografico) – hanno unito le forze e le proprie collezioni per dare vita a una mostra-evento dal fascino orientale e magico. La grande e diffusa esposizione, prorogata più volte nel corso dell’anno proprio per il successo che ha ottenuto, ha esplora il rapporto, tanto storico quanto attuale, tra l’uomo e la natura, o più in generale tra l’uomo e ciò che è altro da sé. La mostra è riuscita a comunicare in modo diretto e chiaro un’antica e perenne necessità, ovvero quella della convivenza dell’uomo con ciò che è diverso da lui. L’accettazione – e, ancor più, la consapevolezza – dell’appartenenza dell’umanità alla natura, al regno animale, vegetale e spirituale, è forse l’unica via di salvezza per superare l’opposizione forzata creata dall’uomo, che rischia di condurre alla propria autodistruzione.

Ne abbiamo parlato qui:
Tra uomo, natura e altro: la mostra «Sciamani» a Trento

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Rebecca Sivieri

Classe 1999. Nata e cresciuta nella mia amata Cremona, partita poi alla volta di Venezia per la laurea triennale in Arti Visive e Multimediali. Dato che soffro il mal di mare, per la Magistrale in Arte ho optato per Trento. Scrivere non è forse il mio mestiere, ma mi piace parlare agli altri di ciò che amo.

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