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Kandinsky, Duchamp, Ernst,
Pollock e Rothko: a Firenze
le collezioni dei Guggenheim

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Curva dominante (Courbe dominante) Vasily Kandinsky (Mosca 1866-Neuilly-sur-Seine 1944), aprile 1936, olio su tela cm 129,2 x 194,3. New York, Museo Solomon R. Guggenheim. Solomon R. Guggenheim Founding Collection, 45.989. Foto di Kristopher McKay
Curva dominante (Courbe dominante)
Vasily Kandinsky, aprile 1936, olio su tela cm 129,2 x 194,3. New York, Museo Solomon R. Guggenheim. Solomon R. Guggenheim Founding Collection, 45.989.
Foto di Kristopher McKay

FIRENZE – Apre oggi, 19 marzo, e resterà visitabile fino al 24 luglio 2016 la grande mostra che porta a Palazzo Strozzi di Firenze oltre 100 opere d’arte europea e americana realizzate tra gli anni venti e gli anni sessanta del Novecento, in un percorso che ricostruisce rapporti e relazioni tra le due sponde dell’Oceano, nel segno delle figure dei collezionisti americani Peggy Guggenheim e Solomon R. Guggenheim.

Curata da Luca Massimo Barbero, curatore associato della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, la mostra nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Palazzo Strozzi e la Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York e mette in scena uno straordinario e inedito confronto tra le collezioni di Solomon e Peggy, zio e nipote, in un percorso che si snoda tra le più grandi figure della storia dell’arte del XX secolo.

Partendo da grandi artisti come Vasilij Kandinsky, Marcel Duchamp e Max Ernst, la mostra si focalizza poi sull’arte del dopoguerra a cavallo tra Europa e America, con i cosiddetti informali europei quali Alberto Burri, Emilio Vedova, Jean Dubuffet, Lucio Fontana, e alcune delle maggiori personalità dell’arte americana tra gli anni quaranta e sessanta, tra cui spiccano Jackson Pollock, di cui saranno esposte addirittura 18 opere, Mark Rothko presente in mostra con ben 6 quadri; Alexander Calder con 5 grandi cosiddetti mobiles; ma anche, tra gli altri, Willem de Kooning, Robert Motherwell, Roy Lichtenstein, Cy Twombly.

Realizzare questa eccezionale rassegna a Firenze vuol dire inoltre celebrare un legame speciale che riporta indietro nel tempo. È proprio a Palazzo Strozzi, infatti, che nel febbraio 1949 Peggy Guggenheim, da poco tornata in Europa, decide di presentare la collezione che poi troverà a Venezia la definitiva collocazione. Ben ventisei delle opere che figuravano nella rassegna che inaugurò gli spazi espositivi della Strozzina sono presenti in mostra. Importanti immagini inedite dell’Archivio Foto Locchi scattate nel corso dell’inaugurazione restituiscono la disposizione delle opere nelle sale insieme all’atmosfera di quella serata.

Attraverso dipinti, sculture, incisioni e fotografie provenienti dalle collezioni Guggenheim di New York e Venezia, nonché da alcuni musei e collezioni private, la rassegna costituisce un’occasione unica per ammirare e confrontare insieme massimi capolavori di movimenti artistici che hanno definito il concetto di arte moderna, dal Surrealismo all’Action Painting fino all’Informale e alla Pop art. Tra le opere esposte ci sono la monumentale tela di Kandinsky Curva dominante (1936), che Peggy vendette durante la guerra (una delle “sette tragedie della sua vita di collezionista”); Il bacio (1927) di Max Ernst, manifesto dell’arte surrealista e immagine copertina della mostra alla Strozzina nel 1949; lo Studio per scimpanzé (1957) di Francis Bacon, opera raramente esposta fuori da Venezia e che Peggy Guggenheim teneva appesa nella propria camera da letto; grandi capolavori dell’Espressionismo astratto americano come Risplendente (1958) di Sam Francis e della pittura Color-Field e Post Painterly Abstraction come Miscuglio di grigio (1968-1969) di Frank Stella; la grandiosa opera Preparativi (1968) di Roy Lichtenstein, in cui l’artista pop, attraverso il tipico stile che rimanda al fumetto, propone una denuncia della guerra in Vietnam.

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Redazione

Frammenti Rivista nasce nel 2017 come prodotto dell'associazione culturale "Il fascino degli intellettuali” con il proposito di ricucire i frammenti in cui è scissa la società d'oggi, priva di certezze e punti di riferimento. Quello di Frammenti Rivista è uno sguardo personale su un orizzonte comune, che vede nella cultura lo strumento privilegiato di emancipazione politica, sociale e intellettuale, tanto collettiva quanto individuale, nel tentativo di costruire un puzzle coerente del mondo attraverso una riflessione culturale che è fondamentalmente critica.

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