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Legalizzare la cannabis:
cosa prevede la proposta di legge
e perché conviene a tutti

6 minuti di lettura

La proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis sembra avere buone speranze di diventare realtà, tanto che non si parla più di “se” verrà attuato, ma di “quando”. Sono 218 i parlamentari (circa un quinto di quelli in carica) che hanno firmato e presentato la proposta di legge in merito, il cui “concepimento” risale a marzo 2015, quando 60 tra senatori e deputati di Pd, Sel, 5 Stelle e del gruppo Misto hanno cominciato a lavorare al progetto. Ora, a sostegno del decreto si sono aggiunti anche deputati di Fi e Sc, con la Lega che si schiera chiassosamente dalla parte dell’opposizione.

Per quanto riguarda l’opinione dei cittadini, i numeri dei sondaggi Ipsos parlano chiaro: il 58% degli intervistati pensa che la legge possa favorire la tanto agognata crescita del PIL, mentre l’83% ritiene inefficaci le leggi attuali contro la diffusione delle droghe leggere in Italia. Come alcuni mesi fa aveva spiegato sulla sua pagina Facebook il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova: «il problema non è più dichiararsi favorevole o contrario alla legalizzazione, piuttosto è regolare un mercato che è già libero» perché – spiega – «la repressione, finora, ha avuto costi altissimi. E non è servita a contenere i consumi di hashish e marijuana». Rincalza ora il leader di Sel, Nichi Vendola: «Il mondo cambia e l’Italia resta sempre ultima. Ora colga l’occasione per legalizzare la cannabis» e aggiunge Adriana Galgano (Sc): «Con 8 milioni di consumatori la legalizzazione è già nei fatti».

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Numerosi sarebbero i vantaggi portati da una simile manovra: dalla possibilità di usufruire dei medicinali a base di cannabis per il trattamento di malattie quali l’epilessia, alla sottrazione di una importante fetta di mercato alla criminalità organizzata, oltre al fatto di garantire un prodotto controllato e di qualità. Quello che più di tutti fa parlare è però quello degli introiti. Le prime stime infatti, calcolando una tassazione del prodotto al 75%, parlano di cifre intorno ai 5 miliardi di euro l’anno in più nelle casse dello stato, nel caso in cui la sostanza venisse legalizzata.

È una cifra considerevole, giustificata dal fatto che il numero di consumatori in Italia è uno dei più alti in Europa: le statistiche dell’EMCDDA riportano infatti che circa il 32% degli Italiani tra i 15 e i 64 anni ha fatto uso di cannabis almeno una volta nella vita. L’Italia è il terzo Paese per questo genere di consumo, dopo la Danimarca con il 32,5% e la Spagna con il 32,1%. Le cifre oltretutto aumentano se si considerano solo gli uomini nella fascia compresa tra i 15 e i 34 anni: si arriva al 42.2%.

Se venisse approvato in toto, il decreto sarebbe così strutturato:

  • Solamente i maggiorenni avrebbero diritto al possesso di marijuana.
  • Le quantità concesse sarebbero 5 grammi fuori casa e fino a 15 grammi di “scorta” in casa. Ai minorenni divieto assoluto di possessione e acquisto.
  • Possibilità di coltivazione casalinga, per un totale di massimo 5 piante e diritto a detenere l’intero raccolto prodotto. In questo caso, andrebbe effettuata una comunicazione alle autorità.
  • Creazione dei tanto discussi cannabis social club: associazioni con massimo 50 iscritti ai quali verrebbe consentita la coltivazione in forma associata senza scopo di lucro.
  • Importazione ed esportazione verrebbero vietate. Per quanto riguarda la vendita al dettaglio, essa sarebbe possibile in negozi dedicati forniti di licenza dei Monopoli. La coltivazione e successiva lavorazione verrebbero consentite previa autorizzazione.
  • In nessun luogo pubblico, al chiuso o all’aperto verrebbe consentito fumare marijuana.
  • Mettersi alla guida dopo l’assunzione di marijuana rimarrebbe vietato.
  • Il 5% dei proventi dal commercio di marijuana verrebbero destinati al fondo nazionale per la lotta alla droga.
  • L’ auto-coltivazione per scopi medici verrebbe permessa. Consegna prescrizione e dispensazione di farmaci a base di cannabis verrebbero rese più semplici e immediate.

Insomma, sebbene i pareri rimangano divisi, potremmo essere a un passo da una svolta che per molti anni è stata invocata da più parti e puntualmente negata. La speranza, però, è che lo sdoganamento della cannabis venga accompagnato da un’adeguata preparazione dei giovani sugli effetti della stessa. Se è vero che il proibizionismo e la demonizzazione della sostanza non aiutano a compiere scelte responsabili, ma rischiano semmai di spingere i ragazzi sulla strada della delinquenza, una liberalizzazione incauta e non spalleggiata da un’istruzione su pregi e difetti della cannabis potrebbe comportare controindicazioni altrettanto nocive.

 

 

Ulteriori informazioni sulla pagina Facebook dell’Intergruppo parlamentare per la legalizzazione della cannabis.

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Yuri Cascasi

Nato nel 1991, laureato in Lingue e Letterature Straniere all'Università degli Studi di Milano. Molte passioni si dividono il mio tempo, ma nessuna riesce a imporsi sulle altre. Su di me, invece, ci riescono benissimo.

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