Medea's children

Una riflessione non richiesta su «Medea’s children» di Milo Rau

Attori giovanissimi portano in scena, tra mito e cronaca, una narrazione intensa di violenza, dolore e possibilità di salvezza

2 minuti di lettura

Un’azione teatrale perfetta quella di Milo Rau. Lo spettacolo Medea’s children inizia dalla fine: dai bambini che partecipano al talk post spettacolo. Tra le domande e la continua promessa di lasciare spazio a quelle del pubblico iniziano a esserci le richieste di parlare dei temi dello spettacolo, di «rifare» i monologhi «appena visti». Sulla canzone Two birds on a wire inizia lo spettacolo vero e proprio.

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Medea e i suoi figli

Le trame che si intrecciano sono tre: quella metateatrale dei giovani interpreti, la Medea di Sofocle e la storia di Amandine Moreau (storia vera di Geneviève Lhermitte), donna olandese che nel 2007 uccise i propri cinque figli prima di tentare di togliersi la vita, fallendo.

La tragedia classica è sia rappresentata nei monologhi tratti da essa, che raccontata con le parole della piccola narratrice. L’effetto è già devastante: le parole del testo classico in bocca a interpreti così giovani e spontanei si arricchisce di quell’assolutezza che un attore adulto non riuscirebbe a portare razionalmente nel testo.

Nella sua purezza è il fanciullo incarna l’archetipo. I bambini hanno idee molto più chiare sugli argomenti “adulti”, forse proprio perché non ci stanno ancora annegando dentro.

Milo Rau

La metodologia di Milo Rau è ineccepibile: il meccanismo metateatrale permette agli attori il giusto distacco dai fatti narrati e vissuti in scena, mentre il testo tragico astrae il così crudele fatto reale.
Attraverso l’alternarsi di scene di Sofocle, parole dei ragazzi e narrazione dei protagonisti reali della storia di Amandine si giunge al climax, all’irrappresentabile: alla violenza.

La violenza è già impensabile di per sé: una madre che uccide i propri figli. Qui non solo accade ciò, ma è una ragazza giovanissima che compie tale atto su altri coetanei.

Medea's children
Medea’s children, Milo Rau
Ph: Michiel Devijver

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Davanti ai nostri occhi

Eppure a questo punto in sala avviene l’inaspettato: molti attorno a noi sospirano, sbadigliano, noi stessi ci distacchiamo completamente da quel pathos di cui eravamo partecipi poco prima. Vedere la violenza proiettata sul fondale nella sua verità e nella sua lunghezza ci riporta alla finzione. Siamo perfettamente consapevoli che quel momento è finto. Ovviamente non sta morendo nessun bambino davanti ai nostri occhi.

L’esplicitazione della violenza ci estranea da essa, e non ce lo si aspetterebbe. Riflettendoci però è proprio ciò che succede quando vediamo un film o qualsiasi altra opera di finzione. La consapevolezza della finzione ci porta interrompere la sospensione dell’incredulità, ma non senza una conseguenza positiva: la riflessione sull’atto di quella madre.

Medea's children
Medea’s children, Milo Rau
Ph: Michiel Devijver

Lettura della realtà

Quando sentiamo il pianto di Giasone o il dolore di Medea per la sua sorte, piangiamo il dolore di chi è rimasto. Nel momento in cui vediamo l’azione reale ci rendiamo conto della forza disumana che la disperazione infonde nella donna, e non sappiamo cosa pensare.

Vedere i ragazzi compiere questo gesto mette in risalto l’evento successivo della scena: la riflessione sul futuro della generazione degli interpreti. «Noi siamo l’ultima generazione», dice la narratrice che spera che il mondo finisca dopo la sua morte.

Queste, secondo i ragazzi, sono storie di abbandono. Quindi sostengono che finché ci sarà ancora l’incontro dell’altro, la relazione, la speranza e l’amore, avremo una possibilità di salvezza. Sta a noi decidere se vivere con questi valori o meno.

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Medea’s children di Milo Rau
con Peter Seynaeve, Anna Matthys, Emma Van de Casteele, Jade Versluys, Gabriël El Houari, SanneDe Waele, Vik Neirinck.

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Marialuce Giardini

Diplomata al liceo classico, decide che la sua strada sarà fare teatro, in qualsiasi forma e modo le sarà possibile.
Segue corsi di regia e laboratori di recitazione tra Milano e Monza.
Si è laureata in Scienze dei Beni Culturali nel 2021

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