Dopo essere andato ad un passo dall’Oscar® come Miglior Film con La Favorita, aver turbato i fan dell’horror con Il sacrificio del Cervo Sacro, aver sconvolto le aspettative degli spettatori con The Lobster ed essersi presentato a Cannes nella sorpresa generale con Dogtooth, Yorgos Lanthimos – il maestro dello spaesamento – torna ai suoi primi passi con Nimic, presentato alla 24^ edizione del Milano Film Festival.
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Con un Matt Dillon inedito nel ruolo di protagonista, questa opera di appena 12 minuti ha aperto il Concorso Internazionale Cortometraggi.
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Attraverso uno stile che richiama le atmosfere di The Lobster, Nimic mette in crisi la routine del quotidiano con una sola battuta: «Do you have the time?», espressione traducibile nell’italiano «Sa che ore sono?», che tuttavia perde la connotazione del tempo come oggetto di cui cerchiamo di entrare in possesso. La domanda innocente è rivolta ad una donna – Daphne Patakia, al debutto sul grande schermo – che diventerà il centro del racconto circolare ed enigmatico del regista greco.
![nimic lanthimos](https://www.frammentirivista.it/wp-content/uploads/2019/10/nimic-lanthimos-3-1024x576.png)
La scrittura quasi onirica di Efthymis Filippou incontra lo stile inconfondibile dell’ultimo Lanthimos, quello dell’ossessiva fotografia “ad occhio di pesce” (traducendo malamente dall’inglese) ne La Favorita, in Nimic: in appena 12 minuti, la narrativa visuale di quest’opera tocca temi universali quali il tempo e lo spazio, ma rifiuta di essere ridondante ed, anzi, allevia lo spirito del pubblico grazie a stralci di commedia dell’assurdo.
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Nimic rappresenta, inoltre, l’occasione per il regista greco di sperimentare con i titoli di testa e di coda: non si tratta di un virtuosismo d’autore, ma di un tentativo ben riuscito di catturare i temi del film sin dai primissimi secondi e fino a quando lo schermo diventa nero. Se c’è una critica che può essere mossa a questa piccola gemma del cinema breve, è proprio il fatto che Nimic lascia lo spettatore con la voglia di vedere questo universo cinematografico sviluppato in maniera più approfondita.
Luca Pincelli