Così come il razzismo e l’omofobia, anche il femminicidio è un tema, per quanto drammatico, abusato a parole: la violenza sulle donne ha bisogno di testimonianze e di prese di posizioni concrete. Una di queste è Posto Occupato, progetto nato lo scorso 29 giugno dalla mente di Maria Andaloro, editrice della rivista La Grande Testata. L’iniziativa ha mosso il primo passo alla villa comunale di Rometta (ME), quando l’intera prima fila dell’anfiteatro è stata occupata da oggetti tanto semplici quanto simbolici. Un mazzo di chiavi, un paio di scarpe, una borsa a ricordare la quotidianità persa dalle vittime, l’«assenza che avrebbe dovuto essere presenza se non ci fosse stato l’incrocio fatale con un uomo che ha manifestato la sua bestialità, ammantandola di un “amore” che altro non è che disprezzo». Posto Occupato parla a tutti i cittadini, oltre che alle istituzioni e alle associazioni. Non si tratta di un gesto eroico, ma profondamente umano: basta scaricare da qui il materiale con cui occupare un posto su un mezzo pubblico, a teatro, al cinema; occupare un posto per la società.
A.P.