Miti sessualità

Sfatiamo i miti: de-costruire la sessualità, una bugia alla volta

Un viaggio tra tabù, filosofie e narrazioni distorte per riscoprire il piacere nella sua forma più libera e consapevole

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La sessualità è un ambito molto complesso, perché è permeato dalla cultura, dalla socialità e dalla società, dalla storia e dai pregiudizi, ma al contempo dalla voglia di libertà e di godimento che accomuna tutti gli esseri umani. 

È per questo che le narrazioni erotiche hanno più a che fare con la finzione e con i miti che con l’esperienza, e la sfera della sessualità non fa eccezione: ci si scontra sempre da una parte con i tabù e con pratiche considerate “normali”, rafforzate dalla storia, e dall’altra con un’indomita voglia di vivere con maggiore consapevolezza e naturalità i propri desideri, nell’ascolto e nel rispetto di chi condivide questi momenti. 

È proprio per questo che nasce “Sfatiamo i miti”, la nostra nuova rubrica: si metteranno in discussione, con spirito critico e un po’ di sana ironia quell’inconscio collettivo che spesso ha causato disagi e tormenti, limitando la spontanea espressione di una sessualità viva, vivace e dinamica. 

Siamo ancora in pieno postmodernismo e la crisi delle grandi narrazioni, religiose, storiche, identitarie e anche sessuali, è un processo che fa ancora parte di questo presente. Come spiega il filosofo Jean François Lyotard già alla fine del secolo scorso, le persone hanno bisogno di racconti che possano interpretare la frammentarietà e la complessità, piuttosto che l’unità compatta e omogenea che si pone come modello imperante, ma non più perseguibile né sostenibile. 

In questo contesto è coinvolta anche la sessualità, con la sua infinita carica simbolica e la sua multiformità, sebbene, ancora oggi, in molti la vivano secondo i copioni canonici: uomo attivo, donna passiva; orgasmo obbligato per l’uomo ma non per la donna; relazione di lunga data che corrisponde alla morte del desiderio. 

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Miti sessualità

La questione ovviamente non è legata solo alla cultura, ma anche al pensiero che la sottende. Come insegna il filosofo Jacques Derrida con la pratica della decostruzione, ogni concetto apparentemente statico, come l’idea di maschile o femminile o, peggio ancora, di “normale”, si basa su opposizioni binarie che nascondono gerarchie e rapporti di potere, oltre che stratificazioni psicologiche che non si possono ridurre a semplici categorie. 

Smascherare i miti legati all’eros e alla sessualità è proprio come de-costruire queste impalcature e rendere giustizia a una natura più fluida e plurale. 

Desiderio, corpo libero, no-gender

Uno dei miti che ha resistito di più, e che resiste tuttora, è sicuramente quello secondo cui gli uomini provano più desiderio delle donne. Questa credenza, figlia del patriarcato e del macho-centrismo è stata più volte smentita, come nel lavoro di Rosmary Basson con la sua teoria del desiderio femminile non lineare, che sintetizza come agli uomini si imponga una sessualità altamente performativa, che spesso li intrappola in un’elevata ansia da performance e quindi in delle crisi identitarie molto profonde e, al contempo, alle donne si neghi il diritto a desiderare liberamente di godere e di raggiungere il proprio piacere, schiacciandole così in un’arrendevolezza che non è, ovviamente, naturale. 

Si pensi, poi, all’estetica del corpo, che ha un impatto molto forte soprattutto sulle donne, le quali si vedono appiattite sui modelli promulgati dall’immaginario pornografico contemporaneo: corpi perfettamente tonici, scolpiti e depilati, modelli difficili, talvolta impossibili, da raggiungere e da ritrovare nella quotidianità. Michel Foucault ci ricorda come il corpo sia di fatto il primo luogo su cui si esercita un potere assolutamente coercitivo da parte dell’ideologia imperante: in questo contesto, il corpo femminile è solo un oggetto di desiderio e, al contempo, uno strumento di controllo sociale

Ribaltare questo mito significa anche ribaltare l’unicità del canone in favore di una corporeità autentica, non conforme, svincolata dagli idealismi e, quindi, finalmente libera. 

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Miti sessualità

Il tempo, il piacere, il gioco 

Un’altra narrazione tossica è quella che riconduce il piacere all’età e il piacere alla continua novità, demonizzando così le relazioni a lungo termine. Questi tabù non tengono, ad esempio, conto dell’esperienza e del grado di intimità che può derivare da un rapporto che attraversa anni, difficoltà, confidenze e cambiamenti. Come sostiene Roland Barthes ne Il discorso amoroso, il desiderio è un linguaggio e come tutti i linguaggi ha bisogno di essere reinventato e messo in discussione, alla ricerca di forme inedite di espressione, poiché la noia deriva più dalla messa in atto di automatismi, e meno dalla durata stessa della storia o dall’età delle persone coinvolte. 

Pertanto, nelle relazioni, la vera sfida erotica è quella della cura della narrazione: si dovrebbe sempre riscrivere il copione, evitando l’appiattimento dei ruoli e riscoprendosi sempre diversi e quindi nuovi in tutte le proprie sfaccettature. 

In questa riscoperta di sé e dell’altro/a, si potrebbe anche trovare spazio per il gioco. Ancora oggi, per fare un riferimento che potrà essere utile a questa analisi, i sex toys sono associati a delle indicibili perversioni, concorrenti sleali di una sessualità più naturale e autentica. Eppure, se consideriamo la vita, la cultura e finanche la sessualità in una visione postmoderna, l’innaturale è la regola, alla ricerca costante di una rottura e non di un ripristino dell’abitudine e della naturalezza. In quest’ottica, i toys diventano strumenti di esplorazione e di superamento di alcuni schemi e pregiudizi, aprendo nuovi modi e mondi sensoriali, relazionali e identitari. 

L’orgasmo, il tabù dei tabù 

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Per ultimo, ma sicuramente non per importanza, abbiamo l’orgasmo. Per riprendere il pensiero di Luce Irigaray, filosofa e psicoanalista, la sessualità non è né lineare né quantificabile: per questo l’orgasmo non è una meta e il suo raggiungimento non è l’obiettivo obbligato di ogni rapporto sessuale. Il piacere e l’orgasmo, infatti, possono derivare da molto altro, oltre ad essere delle sensazioni che, seppur fisiche e fisiologiche, sono molto personali per ognuno.

Sfatare i miti sull’orgasmo obbligatorio aiuta anche a spostare l’attenzione da una sessualità fallo-centrica, facendone riscoprire le immense e diverse possibilità, anche per gli uomini, che sono sempre state taciute o nascoste dalla narrazione comune e collettiva. 

In questo spazio di riflessione, si cercherà di fare breccia proprio nel cuore delle narrazioni dominanti, disinnescandole e smontandone gli schemi, dando voce al margine, a ciò che eccede dalla norma. 

Ad ogni mito che crolla corrisponde una storia nuova, magari all’inizio più complessa da comprendere, ma senza dubbio potenzialmente più libera per tutti. 

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Anto D'Eri Viesti

A proud millennial. Dopo il dottorato in semiotica e gender studies decide di dedicarsi solo alle sue passioni, la comunicazione e la scrittura.
Copywriter e social media manager.
La verità sta negli interstizi, sui margini e nei lati oscuri.
Tanti fiori, cioccolato e caffè.

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