Altricorpi. Guida erotica all’amore queer contro tutti i pregiudizi (Blackie Edizioni) riporta Paolo Armelli in libreria dopo L’arte di essere Raffaella Carrà.
Paolo Armelli, giornalista e scrittore noto per i suoi contributi alla discussione culturale e sociale sui temi LGBTQ+, offre un’opera unica e provocatoria. Il volume si propone come una guida erotica che non solo esplora l’amore queer in tutte le sue sfaccettature, ma sfida anche apertamente i pregiudizi e le norme sociali che limitano l’espressione della sessualità umana. Non è un caso che questa uscita popoli le librerie proprio nel mese del pride.
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Posizioni, pratiche, prevenzioni, etichette, paure: un universo di concetti che ruota attorno al modo in cui le persone decidono di vivere i propri rapporti, i propri corpi e soprattutto il proprio io. La cosa evidente – o almeno spero che lo sia – è che questi rapporti e questi corpi non riguardano solo l’individualità, il nucleo intimo e profondo di ogni essere singolo, ma spalancano la via a riflessioni su come la società tutta gestisca i propri pesi, il proprio potere, la propria capacità di realizzazione ma anche di oppressione dell’individuo.
Altricorpi, estratto dalle Conclusioni
La struttura originale del libro
Altricorpi è organizzato in una serie di piccoli saggi che alternano toni più personali e molto sinceri a una profonda analisi critica e discussione teorica. Armelli esplora il mondo dell’amore queer attraverso una lente erotica. Affronta temi che sono estremamente attuali, senza presunzione, e fornisce, fin da subito, conoscenze sul lessico basilari per alcuni, ma non scontate per tutti. Anche la stessa impostazione grafica del libro è d’aiuto in tal senso: sono presenti piccoli schemi con definizioni quasi accademiche, e diversi riferimenti bibliografici che servono a spingere il lettore a informarsi. Alcuni hanno anche importanti riferimenti storico-letterari. Ciò avviene con grande consapevolezza e oggettività che, senza dividere il mondo in tradizionalisti e progressisti, riconosce la pericolosità di tutti gli estremismi.
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L’autore cita per esempio il saggio Bad Gays che raccoglie le figure queer più controverse e respingenti della storia: dall’imperatore Adriano, all’amante di Oscar Wilde, Alfred Douglas, passando per i vari gerarchi nazisti più o meno segretamente omosessuali, fino al capo dell’Fbi Edgar Hoover.
L’etichetta «bad gays» è estremamente interessante e suggestiva nella sua duplicità: di fronte ai tentativi della società più conservatrice di bollare i componenti della comunità LGBTQIA+ come sporchi e cattivi, la reazione progressista è stata spesso quella di santificare le figure queer, espungendole di qualsiasi eventualità di errore o spiacevolezza; ammettere che esistono «bad gays» anche all’interno della comunità è visto come prestare il fianco alle offese strumentali del nemico, quando in realtà significa accettare la complessità dell’essere umano in quanto tale.
Dall’introduzione di “Altricorpi”
Il libro è suddiviso in capitoli che trattano argomenti specifici, ma come detto segue un doppio filone: dagli aspetti manualistici e di spiegazione, estremamente necessari, si toccano diversi argomenti, alcuni molto pop come le dating app. Anche lo stesso linguaggio utilizzato nei titoli è volto non solo ad attirare l’attenzione, ma anche a provocare e far riflettere sulla diversità a partire dall’uso delle espressioni sessuali. Armelli non si limita a una visione superficiale o meramente descrittiva della sessualità queer, ma va in profondità, analizzando come le costruzioni sociali influenzino le nostre percezioni del desiderio e del piacere.
Un approccio personale e coinvolgente
Uno degli aspetti più distintivi di Altricorpi è quindi, senz’altro, l’approccio personale dell’autore. Armelli trova un perfetto equilibro fra il creare un legame diretto e autentico con il lettore e il mantenere il suo ruolo comunque di “esperto”. La sua voce è onesta, ma anche vulnerabile, cosa che rende il libro non solo informativo, ma anche emotivamente coinvolgente. Il lettore apprezza questa onesta consapevolezza che riguarda anche l’interno della comunità. La trattazione finisce per accogliere anche altri argomenti collaterali, per forza connessi alle discriminazioni in genere, e anche all’eros propriamente detto. Il capitolo sulle lesbiche e sulla loro discriminazione in quanto donne, rende il libro un perfetto esempio di ricerca nell’ambito che lo stesso Armelli ci spiega essere i gender studies.
All’esterno e all’interno della comunità LGBTQIA+, le donne lesbiche subiscono spesso e volentieri una doppia discriminazione, da una parte perché persone queer e dall’altra in quanto donne (decidete voi quale, uovo o gallina, viene prima). Nel più ampio sistema patriarcale, le lesbiche sono viste come donne che sfuggono al consueto sistema di sudditanza e procreazione: rifiutando partner, matrimoni e famiglie eterosessuali si pongono come eccezione sovversiva e, se non fatte rientrare dalla «finestra» del desiderio pornografico, non possono che assumere la dimensione streghesca della nemica sociale, brutta, aggressiva e spiacevole su più fronti (da quello estetico a quello politico). Per di più, per gli uomini cis-etero le donne lesbiche sono anche piuttosto confuse, perché basterebbe un tocco del loro pene magico per riconvertirle all’eterosessualità perduta, manco fossero dei re Mida dell’orientamento sessuale. Ma come sappiamo i pregiudizi sessisti sono spesso interiorizzati anche da molti uomini gay, che trattano con sufficienza le donne lesbiche perché appunto donne e forse anche perché «rivali».
Altricorpi, Cap. 4
Attraverso le sue esperienze e la sua conoscenza, Armelli non esplora quindi solamente come le identità queer siano spesso emarginate o mal comprese nella società tutta, comunità compresa, ma offre uno sguardo sincero e non filtrato sul mondo dell’amore queer. Questo rende Altricorpi una lettura che risuona profondamente con chiunque abbia vissuto esperienze simili, ma soprattutto con chi sia alla ricerca di una comprensione più profonda della diversità umana.
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Le novità e i pericoli del mondo erotico
Altricorpi ha come aspetto più interessante e forse “pop” il modo che ha di parlare dell’erotismo, anche se non lo fa in ogni capitolo, mostrando un “erato queer” inedito e accattivante. Il mondo anche a causa o grazie al web è cambiato, si è ampliato in ogni ambito, compreso la pornografia. La varietà in questo senso è rappresentata senza filtri: Armelli elenca le pratiche che si ritrovano anche nei porno soprattutto gay, ma al di là di queste informazioni così accattivanti, l’autore ha tutte le intenzioni di problematizzare gli argomenti che presenta. I gusti sono gusti, dice, ma pensiamo fuori dagli schemi non solo sotto le lenzuola, ma anche nella vita. Che conseguenze produrranno determinate immagini che il porno ci propone di continuo?
Non è raro che il consumo di materiale pornografico – nei più giovani di qualsiasi orientamento e identità – diventi qualcosa di compulsivo, inculcando dei pensieri che si possono fare facilmente ossessivi: sono troppo smilzo, ho troppa pancia, ce l’ho troppo piccolo e così via.
Altricorpi, Cap. 7
Sono pensieri naturali […] ma questo può aver conseguenze non indifferenti: alcuni studi mostrano come l’esposizione eccessiva a una pornografia così performativa può generare nei giovani (queer e non) stress, ansia da prestazione, dismorfismo, se non direttamente depressione e altri problemi
come mancanza di libido o disfunzioni erettili. […] Non tutto il porno viene per nuocere, tuttavia: la grande liberalizzazione degli strumenti di espressione erotica di cui parlavamo all’inizio ha portato con sé un ulteriore ampliamento non solo della quantità ma anche della qualità dei contenuti fruibili online.
Nonostante i potenziali pericoli, Armelli riconosce che la pornografia non è intrinsecamente dannosa. Egli enfatizza come la liberalizzazione degli strumenti di espressione erotica abbia portato a un’espansione sia della quantità che della qualità dei contenuti pornografici disponibili online. La maggiore diversità e qualità nei contenuti significa che esistono forme di pornografia che forse addirittura possono educare, ispirare e offrire rappresentazioni più realistiche e inclusive della sessualità. Questa visione è coerente con l’approccio generale non polarizzante dell’autore, che verrà spiegato meglio nel prossimo paragrafo.
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Non esiste bianco nero, siamo un arcobaleno
Un elemento che coinvolge molto il lettore in questo libro è senz’altro costituito dai riferimenti alla cultura che ci appartiene; dall’erotismo si passa ovviamente al dibattito più profondo, sempre citando film (come Ace Ventura e il suo finale ormai controverso), libri (la saga di Harry Potter viene citata in merito alla polemica che l’autrice J. K. Rowling ha aperto sulle persone transgender) e affermazioni che non sono mai messe alla gogna, non pretendono di cancellare qualcosa, ma semplicemente di analizzarlo per ciò che è. Armelli non desidera “indottrinare” qualcuno (cosa che in modo molto qualunquista si afferma per chiunque voglia, effettivamente, provare a dialogare su tematiche fondamentali) e mettere in discussione delle certezze; non desidera che chiunque legga il libro acquisisca una posizione netta e identica alla sua. Fondamentale per comprendere questo libro è probabilmente una frase che utilizza lo stesso autore nel capitolo in cui parla del sesso per la generazione Z:”non è tutto bianco e nero”:
C’è chi sostiene che la cultura sex positive degli ultimi decenni abbia portato a conseguenze eccessive come la dipendenza dal porno, le pressioni sociali legate alle performance sessuali, lo sviluppo di fantasie spesso irrealistiche, irrispettose o performative. Anche qui non è tutto bianco e nero, ma nemmeno stupisce che questi stessi giovani che dicono di non avere rapporti sessuali o partner infiniti siano anche quelli più in prima linea nel difendere baluardi come la libertà sessuale, la contraccezione, l’aborto o i diritti LGBTQIA+, tutti temi su cui le generazioni precedenti si son dimostrate infinitamente più fallaci.
Altricorpi, Cap. 8
Quando Armelli sostiene che l’amore e il desiderio dovrebbero essere liberi da vincoli sociali restrittivi e che ogni individuo dovrebbe avere la possibilità di esplorare la propria sessualità in modo libero e consensuale, lo intende a trecentosessanta gradi: anche negare il bisogno di sessualità è, di fatto, affermare il proprio modo di viverla. Se qui si parla di erotismo, non si intende una guida erotica con dildi rosa, ma un’analisi precisa e puntuale della complessità di chi siamo. Non bianchi o neri, bensì, come ci ricorda il pride, un arcobaleno. La riflessione di Paolo Armelli sul desiderio nel contesto queer (e non solo) risulta un potente invito a esplorare e abbracciare la complessità e la varietà dell’esperienza umana. Se il desiderio, una volta liberato dalle costrizioni normative, può diventare una forza di scoperta personale e di connessione autentica con gli altri, allora è fondamentale leggere Altricorpi. In un mondo che spesso cerca di limitare e definire rigidamente il modo in cui dovremmo amare e desiderare, dovremmo invece abbracciare e comprendere l’infinità del desiderio e del multiverso umano.
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