«Welcome to Teatro Fontana»: la stagione 2025/2026

Un viaggio teatrale nell’Italia che sogna, combatte e si contraddice. Ma siamo davvero pronti a guardarci allo specchio?
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Mercoledì 2 luglio nella sala del Teatro Fontana è stata presentata la nuova stagione 2025/2026 dal titolo Welcome to Italy. Il Bel Paese viene raccontato con gli occhi di chi lo vive e di chi lo osserva: a volte è esaltato, altre condannato.

Patrimonio artistico e nuova sperimentazione

Uno dei primi vanti italiani è proprio quello del grande patrimonio artistico pittorico e architettonico presente nel nostro paese. Infatti, giustamente, la stagione Welcome to Italy si apre nei chiostri bramanteschi del Teatro di Isola con Chiostri suite tra settembre e ottobre, rassegna di otto spettacoli che vanno sia a prendere dalla tradizione sia a toccare nuovi modi di fare performance. Re pipuzzu fattu a manu è uno spettacolo di racconto popolare tratto dalla tradizione orale calabrese. Seguono poi tre vere e proprie performances che sono Sulla difficoltà di dire la verità, Lingua e Dal Sottosuolo – Underground.

I protagonisti della seconda metà della rassegna sono alcuni nuovi progetti che sono vere e proprie esperienze sensoriali: La presidente è la storia di una politica che lancia una sfida social a se stessa, cosa che la porterà a trasformarsi e a mettere tutto in discussione.

Odorama è una performance multisensoriale e immersiva basata sul senso dell’olfatto e Songs è una sessione di lavoro guidata da Thomas Richards. Chiude i Chiostri suite: Se si ha l’amore in corpo non serve giocare a flipper, un tributo a Fassbinder che «non celebra, ma riaccende il conflitto».

Sulla difficoltà di dire la verità

L’Italia del dolore e nella cronaca

Apre la stagione serale Mater strangosciàs con Arianna Scommegna che dà di nuovo voce a un testo di Testori dopo Cleopatràs della scorsa stagione. A Novembre ci sarà poi lo spettacolo che è un po’ la chiave di volta della Stagione 2025/2026: La città dei vivi. Lo spettacolo è tratto dall’omonimo romanzo di Nicola Lagioia con la regia della direttrice del Teatro Fontana, Ivonne Capece.

Parliamo di Italia nella cronaca proprio perché lo spettacolo appena menzionato parte proprio da un fatto accaduto nel 2016 e a seguire nella stagione ci sono diversi testi tratti dalla realtà italiana dei decenni passati e non. Amori assassini una commedia che (non) fa ridere intreccia cronaca e testimonianze per parlare di violenza di genere, tema ancora troppo attuale. Gli inizi di dicembre vedranno in scena Storia nera della uno bianca e Giulio Cesare o la notte della repubblica; come se le storie di delitti fossero in realtà parte delle nostre radici.

Del resto Giulio Andreotti disse: «Quando i romani erano solo due, uno uccise l’altro».

L’Italia di amore e lavoro

La Stagione del Teatro di Isola procede con lo spettacolo ormai cult Moana porno – Revolution con Irene Serini e con Mare di ruggine la favola dell’Ilva. A fine anno il racconto dell’Italia si ferma solo per poco con Tartufo, reinterpretazione del personaggio di Molière secondo Michele Sinisi, ma che comunque ci porta un altro aspetto dell’idea di italianità nel mondo: truffatore o profeta?

L’amore diventa protagonista in F*CK A Modern Musical di Gipo Gurrado e lo è, con diversi risvolti, anche in Come trattenere il respiro, in cui una donna una sera fa l’amore con uno sconosciuto che afferma di essere il diavolo. Dana, la protagonista, vedrà la sua vita cambiare completamente.

Una settimana di bontà 1975 racconta invece gli anni di piombo da un punto di vista interno a tensioni e ambiguità.

Sentirsi parte di qualcosa

Cosa si farebbe per avere quel poco di celebrità che il mondo ci concede? Questo ci chiede La diva del Bataclan, ma anche Dieci modi per morire felici ci mette alla prova con un vero e proprio gioco teatrale sulla vita e la felicità.

L’Italia è, fino a prova contraria, parte di qualcosa: L’Europa non cade dal cielo è uno spettacolo che racconta la nascita dell’Unione europea.

La diva del Bataclan

Prosa da rileggere e sperimentazioni musicali

Come abbiamo già visto, la stagione è ricca di spettacoli musicali, concerti come The blues point e performance; con Giulietta e Romeo Roberto Latini crea un concerto scenico sull’opera più famosa di Shakespeare. Federica Rosellini gioca su suoni arcaici e visioni oniriche in iGirl.

L’ultimo Shakespeare che sarà rappresentato nella sala del Teatro Fontana sarà La tragedia di Riccardo III in una riscrittura di Gianluca Bonagura. Altro spettacolo di prosa che tratta una storia molto conosciuta ma intramontabile è La signora della camelie con la regia di Giovanni Ortoleva.

I margini

Ci sono poi coloro che osservano ciò che accade nel mezzo, gli emarginati, si pensi alla provincia, alle periferie di un paese che dà molta importanza a molti centri, ma spesso dimentica chi è ai margini. Barabba porta la storia del personaggio evangelico come figura emblematica del criminale; Scandisk è la storia di un tentativo di riscatto sociale, concetto quasi utopico. Scusate se non siamo morti in mare è invece un immaginario futuro distopico in cui l’Europa è ridotta a continente di emigrati.

Ospitalità e testi internazionali

Chiudono la stagione centrale lo spettacolo Replik_a, ospitalità internazionale del Teatro Fontana in cui un performer lotta con la propria replica androide. Casa di bambola invece riprende il testo di Ibsen per rileggerne la figura di Torvald come uomo inquieto nella sua mascolinità.

Replik_a

Welcome to Itaca

A costellare la stagione c’è la rassegna Welcome to Itaca, dedicata alla drammaturgia contemporanea. I protagonisti di quest’anno non sono solo necessariamente artisti emergenti, ma anche alcuni nomi già conosciuti che però sperimentano testi e forme nuove, anche da un punto di vista linguistico.

I titoli sono: Tesla, Data, Nuttata, MS, La Substance, Laguna cafè, Riot act, Sdisorè, Nei letti degli altri e Cantiere aperto per Verbò Parte seconda.

Insomma, la Stagione 2025/2026 del Teatro Fontana si presenta ricca di nuove sperimentazioni, giovani spettacoli, ma anche classici intramontabili in chiave contemporanea. Per concludere con le parole della direttrice Ivonne Capece:

La stagione è un manifesto: memoria storica, nuove scritture, bellezza e conflitto, territori e tensioni. L’Italia che riduce tutto a un hashtag, che incanta e inquieta, che chiede di essere guardata non da turisti distratti, ma da testimoni attivi. Il teatro come lente, come set, come specchio.

Ci vediamo a teatro!

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Marialuce Giardini

Diplomata al liceo classico, decide che la sua strada sarà fare teatro, in qualsiasi forma e modo le sarà possibile.
Segue corsi di regia e laboratori di recitazione tra Milano e Monza.
Si è laureata in Scienze dei Beni Culturali nel 2021

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