Il gatto, Charles Baudelaire, 1857
Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato;
ritira le unghie nelle zampe,
lasciami sprofondare nei tuoi occhi
in cui l’agata si mescola al metallo.
Quando le mie dita carezzano a piacere
la tua testa e il tuo dorso elastico e la mia mano
s’inebria del piacere di palpare il tuo corpo elettrizzato,
vedo in ispirito la mia donna.
Il suo sguardo, profondo e freddo come il tuo, amabile bestia,
taglia e fende simile a un dardo, e dai piedi alla testa
un’aria sottile, un temibile profumo
ondeggiano intorno al suo corpo bruno.
Il gatto è una di quelle meravigliose creature che hanno ispirato l’Arte da sempre. Numerosi artisti, pittori, scultori, illustratori si sono cimentati fin dall’antichità nella sua raffigurazione, regalandoci delle opere stupende e suggestive, alcune classiche, altre più audaci o astratte. Anche nella letteratura, nella fotografia, nella cinematografia classica e in quella di animazione, il gatto ha un suo ruolo e non di secondo piano.
Un po’ di storia
Nell’Antico Egitto, la Dea Bastet, protettrice della casa e della fertilità, era impersonata da un gatto.
Si dice che per ottenere i favori della divinità, gli Egizi erano soliti offrire al micio di casa, trattato con rispetto e venerazione, dell’ottimo pesce. I gatti erano talmente sacri che sono state ritrovate delle vere e proprie necropoli a loro dedicate e numerose mummie feline sono state rinvenute nelle sepolture accanto ai propri padroni.
Anche se i Greci non nutrivano la stessa sacrale ammirazione per i felini, furono i primi ad importare il gatto dall’Egitto. Esopo, il grande favolista, li raffigurava infidi, malevoli e vili predatori.
I mercanti Fenici li usavano come merce di scambio mentre per i Romani, che li avevano conosciuti più tardi, diventarono presto animali di compagnia e di lavoro, aiutando l’uomo in agricoltura nel contrastare la prolificazione dei topi.
Qui a lato un mosaico rinvenuto a Pompei.
Il Medioevo fu il periodo peggiore, con i gatti perseguitati perché associati al demonio e alla stregoneria.
Un tempo buio, in cui la natura misteriosa felina e la predisposizione a vivere di notte, hanno alimentato le credenze e la superstizione.
Eppure, quasi contemporaneamente, gli amanuensi miniavano i volumi con illustrazioni come nell’esempio qui sotto. Tutto questo evidenzia come la figura del gatto fosse così controversa all’epoca: o era la personificazione di Satana oppure era una manna dal cielo per la lotta contro i topi, portatori di malattie.
La sua completa rivalutazione si ebbe con il Rinascimento e anche grazie a Leonardo Da Vinci, che nel XIV effettuò studi di disegno sul felino, ritraendolo nei suoi abituali atteggiamenti.
Da qui in poi, i grandi artisti della pittura moderna e contemporanea non si sono stancati di misurarsi con la raffigurazione del gatto, regalandoci innumerevoli opere, diversificate nei vari stili e correnti artistiche di riferimento.
Il gatto nella pittura, nella letteratura e nella cinematografia
Dal 1500 al 1950, da Jan Cornelisz Vermeyen a Joan Mirò, passando per il Tintoretto, Goya, Manet, Renoir e Picasso, 24 artisti rappresentativi dell’arte figurativa mondiale che ci hanno lasciato altrettanti opere raffiguranti il gatto.
Libri, favole, racconti brevi, storie e trattati sulla vita del gatto sono innumerevoli. Segnaliamo sei autori importanti che hanno pubblicato testi indimenticabili.
Da Colazione da Tiffany al Gatto con gli Stivali di Shrek, difficilmente troverete un film che non presenterà mai un gatto, sia come comparsa che come protagonista indiscusso…
Per questioni di spazio, abbiamo deciso di realizzare un pdf interattivo, scaricabile e consultabile con tutti i suoi link da qui: http://pdfcast.org/pdf/vieni-mio-bel-gatto-1
BUONA LETTURA!