Quando pensiamo alla Disney è immediato pensare a castelli, principesse e sogni a lieto fine. Eppure, durante la Seconda Guerra Mondiale, anche Mickey Mouse o Donald Duck si trovarono in prima linea — non con un fucile, ma con matita e pellicola. Gli Studios di Walt Disney misero la loro creatività al servizio della propaganda, trasformando i cartoni animati in strumenti di persuasione, satira e patriottismo. Così, tra gag e ironia, la “fabbrica dei sogni” contribuì a plasmare l’immaginario di un’epoca in cui perfino l’animazione aveva una missione: vincere la guerra.
Le ragioni per cui la casa cinematografica decise di mettersi al servizio del governo americano furono diverse. Innanzitutto, negli anni Quaranta la Disney dovette affrontare gravi difficoltà economiche dovute all’insuccesso di Fantasia (1940) nelle sale statunitensi. A questo flop si aggiunse l’impossibilità di esportare il film in Europa, a causa del blocco del commercio internazionale. Inoltre, il periodo di crisi generale ridusse la disponibilità economica delle persone, che spendevano sempre meno per l’arte e per il cinema. Questi tre fattori portarono la Disney sull’orlo del fallimento, spingendola ad accettare la proposta del governo americano per risanare la propria situazione finanziaria. I prodotti che vennero creati per il pubblico risentivano del clima di guerra e di propaganda antinazista.
Imparare a far la guerra: i cortometraggi didattici
Tra i diversi cortometraggi prodotti dalla Disney in questo periodo alcuni furono prodotti con un pubblico specifico: quello delle truppe al fronte. Questi filmati avevano lo scopo di insegnare ai soldati ad utilizzare la tecnologia bellica per colpire il nemico; in certi casi rimasero top secret per lungo tempo, come Four Methods of Flush Rivetting (1942), che aveva carattere puramente didattico ed era destinato a insegnare alle truppe una tecnica di giunzione dei pezzi usata nella costruzione aeronautica. Con il tempo anche i video didattici cominciarono a non rinunciare più ai classici tratti disneyani nella rappresentazione.
Prodotto per il Canada quello stesso anno, in Stop That Tank! un’armata di carri armati nazisti tedeschi, guidata dal Führer, si avvicina a una città, mentre Hitler annuncia che «il nemico dorme» e ordina alle sue truppe di «dargli una mossa». I carri armati si lanciano in avanti, aprendo il fuoco sulla città addormentata. All’improvviso soldati canadesi camuffati emergono da posizioni segrete con i loro nuovi fucili anticarro e attaccano il nemico. Questo cortometraggio, finanziato dal Dipartimento di Difesa Nazionale canadese, serviva non solo per istruire sull’uso di un fucile anticarro, ma anche come propaganda contro la minaccia nazista.
Dimenticare la fatica della guerra: il divertimento dei soldati
Un altro motivo per cui vennero realizzati i cortometraggi fu l’intrattenimento delle truppe. Poco disposto a rinunciare alla dimensione più fantasiosa del suo lavoro, Walt Disney tornò alle sue classiche serie di cartoni animati, facendo vivere ai personaggi avventure ispirate allo spirito bellico dell’epoca. Con un tono più leggero, l’obiettivo era offrire momenti di svago ai soldati e aiutarli a dimenticare, almeno per un po’, l’angoscia della guerra.
Paperino divenne il personaggio ideale per questo scopo. In The Vanishing Private (1942), ad esempio, tenta di dipingere un cannone con colori vivaci, ma viene rimproverato dal sergente Gambadilegno, che gli ordina di mimetizzarlo. Paperino trova allora una vernice che rende invisibili gli oggetti e la usa per vendicarsi del suo superiore. In Fall Out, Fall In (1943), invece, lo vediamo nei panni di un soldato alle prese con la fame e con le difficoltà della vita militare durante una lunga marcia con l’esercito.
Un altro personaggio buffo che divenne uno dei personaggi prediletti per questo tipo di cortometraggi è il cane Pluto. In The Army Mascot (1942), il cane vuole diventare una mascotte dell’esercito e ricevere più carne, combinando numerosi guai. Lo stesso Pluto sarà di nuovo protagonista in Private Pluto (1943) come il cane da guardia di una base militare statunitense pronto a difendere la casamatta da due nemici astuti: Cip e Ciop. I due scoiattoli fanno la loro prima comparsa nel mondo Disney proprio in questo cortometraggio in modo molto plateale, usando un cannone per aprire le loro amate ghiande e mettendo in difficoltà il povero Pluto.
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Educare gli americani: piccole lezioni di vita pratica
La guerra era entrata nella vita quotidiana: anche piccoli gesti potevano contribuire allo sforzo contro il nazifascismo. Col tempo i cortometraggi non rimasero confinati al solo ambito militare, ma vennero impiegati per trasmettere messaggi e insegnamenti alla popolazione. Lo scopo era duplice: mostrare al grande pubblico la forza dell’esercito americano e la ferocia del nemico, e spiegare come chi restava a casa potesse dare un contributo concreto alla causa.
Una padella dalla quale cola grasso e delle bombe che cadono in guerra: un gesto apparentemente banale poteva davvero fare la differenza. In Out of the Frying Pan into the Firing Line (1943) Minnie e Pluto mostrano come raccogliere e conservare il grasso di cottura invece di gettarlo. Il motivo non era casuale: dal grasso animale si ricavava glicerina, essenziale per la produzione di esplosivi (come la nitroglicerina) e di altri materiali bellici. Per questo il governo statunitense promosse una vasta campagna — rivolta in particolare alle donne, simbolo del fronte domestico — per raccogliere il grasso e destinarlo ai centri di raccolta, rendendo così le casalinghe parte attiva nella produzione di munizioni e rifornimenti militari.
La gioia di risparmiare per sconfiggere il nazismo
Anche pagare le tasse era una responsabilità importante del cittadino per contribuire alla vittoria contro il nazismo e secondo l’America era importante farlo con gioia. Per sensibilizzare al risparmio e spingere i cittadini a pagare le tasse, il governo americano commissionò due cortometraggi alla Disney su questo argomento: The New Spirit e The Spirit of ’43. Nel primo, Paperino, ballando sulle note di una musica patriottica, si convince ad aiutare gli Stati Uniti a sconfiggere le potenze dell’Asse.
Nel secondo, sempre sulla stessa onda, Paperino insegna al popolo americano la parsimonia; inizialmente diviso tra due spiriti, quello di un prudente e risparmiatore papero scozzese e quello di uno spendaccione, Paperino sceglie di stare dalla parte giusta e risparmiare: in men che non si dica lo spendaccione si trasforma in un simpatizzante nazista che viene abbattuto dal papero con la forza della sua scelta. Il successo di questi due cortometraggi fu clamoroso e secondo il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti molti cittadini si convinsero a pagare le tasse proprio grazie all’esempio di Paperino nei due film.
Paperino e il volto di Hitler
Una baionetta nel fondoschiena al ritmo di una marcia militare, la pendola con un piccolo Hitler pennuto, la sveglia che fa il saluto romano e, a colazione, pane al legno, acqua all’aroma di caffè e Mein Kampf: la giornata di Paperino sembra iniziare come un vero incubo. Ed è proprio ciò che vuole trasmettere la Disney con il celebre cortometraggio Der Führer’s Face del 1943, probabilmente il più famoso della produzione propagandistica di quegli anni, e che valse allo studio anche un Premio Oscar.
Con l’aggravarsi del conflitto, anche i toni della produzione cinematografica mutarono, assumendo sfumature più cupe o, al contrario, ancora più dissacranti. In questo cortometraggio, l’ironia e la satira restano comunque le protagoniste assolute. Abitante di un villaggio della Germania dove tutto ha la forma di una svastica, lavoratore stacanovista suo malgrado nella fabbrica d’armi del Führer, attraverso la figura di Paperino viene ridicolizzata la vita del soldato tedesco, puntando sulla comicità.
Paperino vive in una terra di folli nazisti, proprio come voleva sottolineare il titolo originale Donald Duck in Nutzi Land (Paperino nella terra dei nazisti, ma anche “dei folli”, nuts in inglese, per assonanza). Una terra dove la banda di suonatori — tra cui Mussolini alla grancassa, Hirohito al basso tuba e altri gerarchi nazisti — sveglia ogni mattina i lavoratori; dove i turni in fabbrica sono massacranti e le pause consistono in esercizi fisici per riprodurre la svastica di fronte a un telo con paesaggio alpino sullo sfondo. Il tutto con il braccio sempre pronto per omaggiare l’immagine di Hitler che passa alla catena di montaggio, mentre si costruiscono bombe. Un incubo da cui solo gli Stati Uniti d’America possono salvare, come accadrà a Paperino, risvegliandosi nel suo letto di americano libero.
Educati per morire: i figli della Germania nazista
La Disney non produsse soltanto filmati dai toni educativi e ironici: in alcuni casi, la sua produzione rifletteva anche le preoccupazioni e i tempi bui di un’epoca in guerra. Un esempio di questa tipologia — prodotto nello stesso anno, ma in cui il tono propagandistico risulta molto diverso e decisamente più tetro — è Hitler’s Children. Education for Death. Tale cortometraggio non nasce da un’idea originale Disney, ma si basa sull’omonimo saggio dello scrittore americano Gregor Ziemer.
La storia ruota attorno al piccolo Hans, un bambino nato nella Germania nazista, seguendolo nel suo percorso di crescita: dal neonato, i cui genitori devono dimostrare la purezza ariana e il lignaggio, al bambino che cresce con le fiabe del cavaliere Hitler, salvatore di una Germania con le sembianze di Bella addormentata, fino allo studente che cerca di adattarsi al modello di giovane spietato e forte. Un’educazione per un futuro soldato nazista perfetto, senza scrupoli e pronto a immolarsi per la patria. Attraverso questo cortometraggio, come sottolinea l’autrice Annalisa Stancanelli, «la propaganda anti-nazista in questa pellicola raggiunge l’apice, ma lo raggiunge anche il turbamento indotto negli spettatori dell’epoca e di quella successiva, che si rifiutano di guardarlo».
Quando l’animazione si fa arma
I cortometraggi prodotti dalla Disney durante la Seconda Guerra Mondiale dimostrano come anche l’animazione potesse diventare uno strumento potente di comunicazione e partecipazione civile. Attraverso personaggi familiari e amati, Walt Disney riuscì a trasformare temi difficili come la guerra, la propaganda e lo sforzo bellico in racconti accessibili, capaci di informare e motivare il pubblico. Questi film, seppur nati in un contesto drammatico, mantengono ancora oggi un valore storico e culturale: mostrano come il cinema d’animazione seppe adattarsi ai tempi, diventando non solo intrattenimento, ma anche testimonianza di un’epoca in cui ogni gesto, persino salvare un po’ di grasso in cucina o pochi spiccioli, poteva contribuire alla vittoria.
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