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«Enrico IV» torna al Manzoni a un secolo dalla prima

A cent'anni esatti dalla prima messa in scena, il 24 febbraio 1922, al Teatro Manzoni di Milano torna l'Enrico IV, con Eros Pagni nel ruolo del protagonista. In cartellone fino al 6 marzo 2022.

6 minuti di lettura

Fino al 6 marzo, è possibile all’Enrico IV di Luca Defusco, con Eros Pagni nel ruolo del protagonista. Lo spettacolo ritorna al Teatro Manzoni di Milano a 100 anni dalla prima del 24 febbraio 1922.

Abbiamo partecipato alla conferenza stampa di presentazione dello spettacolo dove hanno preso parte il regista Luca Defusco, l’attore e produttore Valerio Santoro e il protagonista Eros Pagni.

La presentazione di «Enrico IV» al Teatro Manzoni

Per primo ha preso parola il produttore Valerio Santoro che ha ricordato la difficoltà di voler produrre uno spettacolo del genere. «Una scommessa», dice, dato che la produzione è iniziata durante una delle varie chiusure dovute all’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Una scommessa, però, a quanto pare vinta, data la riuscita e la presenza sul palco del Teatro Manzoni.

Il regista dello spettacolo, Luca Defuso, rinnova l’impegno che è stato posto nella creazione di questo spettacolo ed elogia il suo protagonista, Eros Pagni, definendolo «altamente anti-retorico» e «uno sculture»: l’attore, infatti, ha partecipato alla sistemazione del testo pirandelliano, eliminando anche qualche sua stessa battuta, così da rendere l’opera ancora più fruibile dal grande pubblico moderno.

Per Pagni, l’Enrico IV è un «punto d’arrivo» della sua carriera.

È un personaggio talmente complesso che mi sento di dire che non ci sono modi particolari per interpretarlo, ma ci sono delle intuizioni che ci portano a renderlo il più credibile possibile e comprensibile al grande pubblico. È un processo continuo di studio e applicazione.

Le domande riguardanti «Enrico IV»

La prima domanda riguarda l’opposizione tra la pazzia e il momento di realizzazione del protagonista dello spettacolo e come lui decida di ritornare a vivere nella follia. A questo risponde Eros Pagni che commenta:

Vorrei essere anche io come Enrico IV, che si crea uno scudo per affrontare la vita, lo scudo della pazzia, che gli permette di capire. […] Attraverso la pazzia, si può capire cosa sia la realtà, si può capire come siamo e come comportarci.

Successivamente, viene chiesto un parallelismo fra Enrico IV e il momento attuale: come il protagonista pirandelliano non vuole accettare la realtà e si rifugia nel suo mondo creato dalla sua follia, così alcuni non riescono ancora ad uscire dall’ansia creata dalla chiusura per colpa del Covid-19. Per primo risponde il regista Defusco, che commenta:

Io spero che il risveglio sia lieto rispetto a quello di Enrico IV, che trova la realtà talmente insopportabile da continuare a fingere di essere pazzo. C’è da chiedersi se è più pazzo uno che crede di essere Enrico IV o uno che ha consapevolezza di non esserlo ma si comporta come se lo fosse. Il protagonista ha talmente orrore della realtà che lo circonda che decide di restare nella sua realtà immaginaria.

Segue a rispondere Valerio Santoro, che riprende la domanda dal punto di vista produttivo: «Stiamo prendendo le misure al post- Covid, sperando che il risveglio sia meno difficile». Pagni, invece, riprende Pirandello, dicendo:

Il risveglio di Enrico IV è un risveglio triste, un risveglio pensato e sofferto poiché tutto è crollato e finito. Da lì la decisione di continuare a fare il pazzo […], senza dare in escandescente perché so di essere pazzo.

Viene, poi, posta una domanda riguardo al lavoro di attori, ovvio se essi debbano essere, sembrare o diventare il personaggio. A questo risponde Pagni:

Mi considero un attore stanislavskijano , prima di tutto, e la ricerca per l’attore è la ricerca della verità. La scena teatrale ci permette di illuderci, ci permette di vivere situazioni lontane dalla vita reale, a cui bisogna dare la massima chiarezza senza voli pindarici. La verità della parola è importante. Oggi si dice che si “interpreta” Enrico IV, mentre io dico “faccio” Enrico IV, perché lo vivo, senza artificio.

Al regista, Luca Defusco, viene invece chiesta quale sia la grandezza che deriva dall’Enrico IV di Pirandello. Defusco replica:

Al contrario di “Sei personaggi”, quest’opera non è perfetta. È ridondante e retorica, ma è straordinario il personaggio di Enrico IV. La sostanza di questo protagonista si regge ancora e rimane freschissima anche dopo cento anni. Oggi bisogna rendere Pirandello essenziale, anche se lo trovo un autore meraviglioso.

Ed ora ci vediamo a teatro

Dopo queste stimolanti risposte c’è solo una cosa che possiamo fare: andare a teatro e guardare Enrico IV al Teatro Manzoni. Festeggiamo questo centenario con la magnifica recitazione di Eros Pagni e ritorniamo a riempire i teatri, senza la paura di Enrico IV.

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Greta Mezzalira

Classe 1995, laureata in Filologia Moderna. Innamorata del teatro fin dalla prima visione di "Sogno di una notte di mezza estate" durante una gita scolastica. Amante di musical e di letteratura.

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