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Monet e gli impressionisti in Normandia

Ad Asti il fascino di «Monet e gli impressionisti in Normandia»

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C’è un momento storico preciso in cui è nata la definizione di Impressionismo. Nel 1872, Claude Monet dipinse Impressione, levar del sole, con un’alba sul porto normanno di Le Havre, dove la sensazione di luce, irradiata dal sole, si propaga nel mare creando un’atmosfera surreale. Due anni più tardi, l’opera fu presentata al pubblico in una collettiva dove erano presenti tra gli altri Pierre-Auguste Renoir, Camille Pissarro, Edgar Degas, Paul Cézanne.

La critica fu impietosa. Quella parola nel titolo, impressione, fu usata in maniera denigratoria per stroncare le opere di quegli artisti che infrangevano le regole della tradizione accademica. Dipingere en plein air, concentrarsi sul colore e la luce piuttosto che sul disegno, discostarsi dalla fedele riproduzione della realtà e interpretarla soggettivamente per fissare un’emozione visiva, furono la vera rivoluzione del movimento, i cui esponenti accettarono ironicamente, anzi rivendicarono con orgoglio l’appellativo di “impressionisti”.

Monet e gli impressionisti in Normandia
Claude Monet, Soleil couchant à Étretat, 1883.
Olio su tela, 66 × 81 cm.
Musée des Beaux-Arts, Nancy.

La mostra «Monet e gli impressionisti in Normandia»

Monet e gli Impressionisti in Normandia è un progetto della Fondazione Asti Museo, curato da Alain Tapié e condiviso da Vittorio Sgarbi. La mostra è approdata a Palazzo Mazzetti dopo gli allestimenti negli Stati Uniti, in Giappone, Croazia, Slovenia, Polonia, Germania e nei paesi scandinavi e baltici.

Le 75 opere provengono in gran parte dalla Collezione Peindre en Normandie, una delle più rappresentative del movimento impressionista, dal Musée Alphonse-Georges-Poulain di Vernon, dal Musée Marmottan Monet di Parigi e dalla Fondazione Bemberg di Tolosa.

L’esposizione è divisa in cinque sezioni.

Impressionisti in Normandia
Pierre-Auguste Renoir, Tramonto, veduta di Guernsey (Coucher de Soleil, vue de Guernesey), 1893.
Olio su tela, 22,5 x 36,5 cm. Tela, 80 x 124 cm.
Collection Association Peindre en Normandie, Caen

«I pittori andavano in Normandia come in una sorta di pellegrinaggio, un luogo della mente e dello spirito dove la natura poteva essere rappresentata come espressione della loro anima, che poi è il senso dell’Impressionismo e della sua dimensione più alta».
Vittorio Sgarbi

La fattoria Saint Siméon

Esiste un legame forte tra gli impressionisti e la Normandia, fonte di ispirazione, vera e propria culla della corrente artistica. Ma tra i primi a scoprire le potenzialità della regione, a raffigurarne gli scorci e a promuoverne la bellezza, furono gli acquerellisti e i pittori romantici inglesi come J.M. William Turner e Richard Parkes Bonington.

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Nell’arco di un secolo, tanti sono stati i siti della costa normanna raffigurati da numerosi pittori, precursori o già seguaci dell’impressionismo. Tra Villerville e Honfleur, era possibile trovare paradisi celati da una natura ricca e selvaggia, terre rigogliose con il mare sullo sfondo. La fattoria Saint Siméon, di proprietà di mère Toutain, anche se meno noto, fu senza dubbio un luogo significativo, dove gli artisti si incontravano, dipingevano insieme, potevano rifocillarsi e godere di una splendida vista.

Eugène Boudin, La Fattoria Saint Siméon (La ferme Saint-Siméon), 1854–1857.
Olio su tavola, 18,5 x 13 cm.
Musée Eugène-Boudin, Honfleur.
Monet e gli impressionisti in Normandia
Louis-Alexandre Dubourg, La Fattoria Saint Siméon (Déjeuner à la ferme Saint Siméon).
Olio su tavola, 29 x 41 cm.
Collection Association Peindre en Normandie, Caen.

In riva al mare: svago, villeggiatura

La Normandia diventò presto un luogo di villeggiatura votato al turismo, anche grazie alla moda dei bagni a mare portata in auge da Carolina Borbone, duchessa di Berry, in quel di Dieppe. Il silenzio dei paesaggi normanni è ormai un ricordo. Le spiagge, le falesie, il mare, non sono più soltanto spazi di natura incontaminata. Ora nei quadri ci sono le persone, le famiglie, in gruppi piccoli, ben delineati, oppure ammassati sull’arenile e in mezzo all’acqua.

Monet e gli impressionisti in Normandia
Claude Monet, Camille sulla spiaggia (Camille sur la plage), 1870-1871.
Musée Marmottan, Parigi.
Monet e gli impressionisti in Normandia
Jacques-Émile Blanche, La spiaggia a Dieppe, 1910.
Olio su tela, 38 x 46 cm.
Association Peindre en Normandie, Caen.

In riva al mare: il lavoro

C’è chi il mare lo vive da vacanziero, e poi chi lo vive lavorando. Tra i soggetti preferiti degli artisti presentati in «Monet e gli impressionisti in Normandia» i pescatori, le barche tirate a secco sulla spiaggia oppure raffigurate tra i flutti in tempesta, o ancora riflesse in un mare calmo o ancorate in porto. Ma anche le lavandaie al fiume, un cantiere navale o un mercato sotto la pioggia possono essere tema di interesse pittorico.

Impressionisti in Normandia
Frank Myers Boggs, Dieppe, nebbia mattutina, 1881.
Olio su tela, 58,4 x 81,3 cm.
Monet e gli impressionisti in Normandia
Claude Monet, Barche sulla spiaggia di Étretat , 1883.
Olio su tela, 65 × 81 cm.
Fondation Bemberg, Tolosa.

Entroterra normanna

Distogliendo l’attenzione dal mare e dalla costa, anche l’interno della regione normanna regala scorci di una terra ricca e prospera, con i suoi paesaggi agricoli ma anche con i suoi monumenti, le architetture e i villaggi medievali. Ogni elemento diventa importante e i luoghi raffigurati contribuiscono a rendere la Normandia la provincia pittoresca per eccellenza.

Théodore Géricault, Il cavallo dell’intonacatore, 1822-1823.
Olio su tela, marouflage su carta 19 x 24 cm.
Collection Association Peindre en Normandie, Caen.
Paul Huet, Veduta del castello di Arques-la-Bataille, 1857.
Collection Association Peindre en Normandie, Caen.

Lungo la Senna

Un capitolo a parte è dedicato alla Senna. Tra il porto di Le Havre e Parigi, il fiume cambia passando dalle rapide impetuose alla navigabilità e il suo impiego per le occupazioni umane e mondane. Lungo le sue rive si incontrano tutti i temi che si possono rappresentare in pittura: la natura selvaggia al suo estuario, le rovine, i castelli, i monumenti lungo il suo percorso, e poi il lavoro nei campi, i mestieri, le navi da trasporto, la ferrovia, Parigi, il porto di Le Havre con le sue attività e le nuove industrie.

Monet e gli impressionisti in Normandia
Charles Angrand, Il ponte di pietra a Rouen (Le Pont de pierre, Rouen), 1881.
Olio su tela 80,5 x 124 cm.
Collezione privata.
Monet e gli impressionisti in Normandia
Albert Leoburg, Draga sulla Senna, vicino a Rouen (Dragueur sur la Seine, près de Ruen), 1906.
Olio su tela, 50 x 73 cm.
Collection Association Peindre en Normandie, Caen.

Da Claude Monet al suo maestro e amico Eugène Boudin, da Thèdore Gericault a Jean-Baptiste Camille Corot, da Adolphe-Félix Cals, sempre troppo poco noto ma reputato da una parte della critica come il vero antesignano dell’impressionismo, a Gustave Courbet, da Eugène Delacroix a Jacques Villon, da Pierre-Auguste Renoir a Berthe Morisot, unica donna in mostra: sono solo alcuni tra i nomi di autori che potrete ammirare a Palazzo Mazzetti.

Monet e gli Impressionisti in Normandia rappresenta un viaggio che racconta gli scambi, i confronti, le influenze, le affinità e le collaborazioni tra i più grandi artisti dell’Ottocento che hanno contribuito alla fama della provincia normanna. Così nordica, con le sue spiagge alternate a imponenti scogliere bianche, la natura della Normandia era totalmente diversa da quella mediterranea, che continuava ad essere prerogativa della tradizione classica accademica assoggettata alla storia.

Eugéne Le Poittevin, Bagno a Étretat, 1858.
Olio su tavola, 21 × 48,5 cm.
Collection Association Peindre en Normandie, Caen.

Lorena Nasi

Grafica pubblicitaria da 20 anni per un incidente di percorso, illustratrice autodidatta, malata di fotografia, infima microstocker, maniaca compulsiva della scrittura. Sta cercando ancora di capire quale cosa le riesca peggio. Ama la cultura e l'arte in tutte le sue forme e tenta continuamente di contagiare il prossimo con questa follia.