Milovan Farronato sarà il curatore del prossimo Padiglione Italia alla Biennale Arte di Venezia del 2019. Lo anticipa il ministro dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo Alberto Bonisoli. Farronato è stato selezionato da una lista di dieci nomi rappresentativi della scena artistica italiana. La scelta è stata eseguita tenendo conto delle esperienze maturate in campo nazionale e internazionale. Ogni nome portava con sé un progetto, e di quello del vincitore non si sa molto, se non che «si concentra su un gruppo limitato di artisti a cui verrà dato spazio per presentare le proprie opere e indagare i loro universi creativi».
Dunque non sarà un padiglione affollato, come quello del 2011 curato da Vittorio Sgarbi, ma un ambiente più intimo, dedicato a una ristretta cerchia di artisti. Alle parole dell’ufficio stampa del ministero, si aggiungono quelle dello stesso ministro Bonisoli, che afferma: «Il suo progetto è originale e innovativo anche dal punto di vista dell’allestimento, valorizza il lavoro degli artisti e pone il Padiglione in linea con il panorama artistico internazionale».
Curriculum
Internazionale è senz’altro il curriculum di Farronato. Attualmente è direttore e curatore del Fiorucci Art Trust a Londra, per il quale ha ideato nel 2011 il festival Volcano Extravagamza a Stromboli. Poi c’è la fondazione nel 2014, assieme all’artista Paulina Olowska, del simposio Mycorial Theatre a Rabka, in Polonia, che nel 2016 è migrato in Brasile, a San Paolo. Si citano collaborazioni (nel 2016) con le Serpentine Galleries di Londra. Il progetto The Violent No! all’interno della 14/a Biennale di Istanbul nel 2015. Dal 2005 al 2012, la direzione di Viafarini e il ruolo di curatore al DOCVA Documentation Centre for Visual Arts, Milano. Tra i diversi incarichi si conta quello di professore di Cultura Visiva al CLADEM, dello IUAV a Venezia, dal 2008 al 2015.