fbpx
Pleasure

Capire l’immaginario porno con «Pleasure»

Disponibile sulla piattaforma MUBI, il lungometraggio della regista e attivista Ninja Thyberg è un viaggio iniziatico al termine del "porno", un tentativo di diffrazione della sua meccanica invisibile.

4 minuti di lettura

«Cosa devo sapere per essere la prossima, grande pornostar?». Linnéa, in arte Bella Cherry (l’esordiente Sofia Kappel) lascia la sonnolenta Svezia per approdare a Los Angeles, il regno dell’hard, tra “industria”, latex e luci al neon. Esordio nel lungometraggio della regista e attivista Ninja Thyberg, Pleasure (su MUBI dal 17 giugno scorso) è un viaggio iniziatico al termine del porno“, un tentativo di diffrazione della sua meccanica invisibile.

Intendiamoci: nessuna analisi è soltanto un referto. C’è la passione, il coinvolgimento, l’occhio fotografico che fissa e insieme occulta. È ciò che impone l’immaginario, zona dai confini labili, mai del tutto pacificati, che funziona un po’ come l’inconscio, tra la consapevolezza e la rimozione.

Così Pleasure, che del cinema per adulti scandaglia soprattutto lo sguardo e le proiezioni (rigorosamente maschili), interroga con acume gli schemi narrativi – il fetish, il BDSM, l’extreme – e i dispositivi dell’industria del porno, che prima di essere un business è un grande archivio di forme, temi, modi sedimentati nel tempo.

Thynberg, a lungo impegnata in manifestazioni anti-porno, ha compreso che il genere produce miti, racconti, interpretazioni della realtà. Inutile tentare, in questa prospettiva, di schiacciare l’osservazione sul modello documentaristico, pur rispettato a livello “laboratoriale” essendo l’opera frutto d’incontri con professionisti, di sopralluoghi sui set durati cinque anni. Lo stesso cast, ad eccezione di Kappell, è composto al 99% di addetti del settore, dai registi ai produttori, alle effettive star del porno: Chanel Preston, Axel Braun, Casey Calvert, Lance Hart.

Leggi anche:
La questione OnlyFans e i diritti del Sex Work

Pleasure, tuttavia, è qualcosa di più, perché intrattiene con il reale un rapporto complesso, riconducendolo a schemi preesistenti, mentre cerca un grado di universalità che procede della storia individuale, dalla parabola del singolo. Il percorso di Linnéa, allora, è insieme osservatorio sul porno e racconto di formazione, radiografia dell’industria made in USA e resoconto intimo di un fallimento.

Un nuovo A star is born, come è stato notato, più lucido e disincantato, in cui s’alternano predatori e sogni infranti, momenti di convivialità tra amiche (Linnéa divide l’appartamento con altre aspiranti attrici) e turni di lavoro intensi.

Quello che Ninja Thyberg opera, al di là dell’analisi-denuncia di un sistema produttivo patriarcale, è dunque un lavoro sull’immaginario, uno scandaglio di quelle formazioni (in)consce che portano nel discorso pubblico qualcosa di profondo, che non può essere esplicitato. Realtà e finzione, che la stessa azione registica mescola con dovizia, si alternano in un terreno “misto”, fatto di proiezioni ed aspettative indotte, chiamate a mostrare nel momento in cui si occulta, per conoscere ed esorcizzare.

Leggi anche:
Sophie Ebrard: i film porno e la loro umanità autentica

In tale prospettiva, Pleasure diviene il punto di coagulazione di immagini e corpi, di antiche dinamiche di possesso, di utopie e disincanto. La sintassi dell’immaginario è infatti simile a quella dei sogni: difettosa e inspiegabile. In tale prospettiva, il cinema hard si pone come un “contenitore” che ha le stesse forme di spostamento, rimozione, ricostruzione, condensazione; niente accade per la prima volta, nulla si propone in forma diretta.  

Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!

Segui Frammenti Rivista anche su Facebook e Instagram, e iscriviti alla nostra newsletter!

Ginevra Amadio

Ginevra Amadio nasce nel 1992 a Roma, dove vive e lavora. Si è laureata in Filologia Moderna presso l’Università di Roma La Sapienza con una tesi sul rapporto tra letteratura, movimenti sociali e violenza politica degli anni Settanta. È giornalista pubblicista e collabora con riviste culturali occupandosi prevalentemente di cinema, letteratura e rapporto tra le arti. Ha pubblicato tra gli altri per Treccani.it – Lingua Italiana, Frammenti Rivista, Oblio – Osservatorio Bibliografico della Letteratura Otto-novecentesca (di cui è anche membro di redazione), la rivista del Premio Giovanni Comisso, Cultura&dintorni. Lavora come Ufficio stampa e media. Nel luglio 2021 ha fatto parte della giuria di Cinelido – Festival del cinema italiano dedicato al cortometraggio. Un suo racconto è stato pubblicato in “Costola sarà lei!”, antologia edita da Il Poligrafo (2021).

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.