Nel 1938, Leo Frobenius, esperto di civiltà e culture africane, condusse uno scavo nella città nigeriana chiamata Ife, in cui scoprì un gruppo di raffinate e antichissime sculture africane, in particolare facenti parte della collezione Teste di bronzo. Proprio in Africa sono state rinvenute le più antiche sculture al di fuori dell’Egitto, appartenenti alla cultura Nok, sviluppatasi nell’arco di un millennio, dal 500 a.C al 500 d.C. Molto probabilmente Ife fu influenzata dalla tradizione delle sculture Nok realizzate in terracotta: nella figura riportata qui di seguito, da notare i fori utilizzati come pupille e le forme tubolari del corpo e della corona.
Ife secondo gli Yoruba e la collezione «Teste di Bronzo»
Ife non era una città qualsiasi, ma fu la capitale spirituale e politica degli Yoruba, un gruppo etno-linguistico presente soprattutto in Nigeria, Benin, Togo e Sierra Leone. I suoi componenti credevano che Dio abitasse a Ife e che questa fosse il centro dell’universo, così come testimoniato da un antico testo: «e Oduduwa erano stati inviati da Oludumare nel mondo, quando Oduduwa creò la terra, i sedici dèi maggiori discesero dal paradiso per vivere con lui a Ile-Ife».
Le divinità del complesso pantheon Yoruba, quindi, avrebbero scelto proprio Ife come centro della Terra in cui abitare. Data l’importanza attribuita dalla comunità alla città, non stupisce dunque che siano state ritrovate qui opere importanti rappresentanti personaggi illustri tra cui la collezione Teste di bronzo.
Il termine “bronzo” in realtà è usato per convenzione, in quanto le opere sono state realizzate in ottone, zinco e terracotta. La collezione è stata datata in un arco temporale abbastanza ampio, dal XII al XV secolo d.C. I giornali britannici del tempo paragonarono le opere a un’eredità di un “ignoto Donatello nigeriano”, e fu addirittura ipotizzato che fossero state realizzate al di fuori dell’Africa e poi importate a Ife. Solo tempo dopo gli studiosi confermarono che si trattava di un’arte tradizionale africana. Alcune tra le opere furono trovate nel bosco di Olokun, una divinità degli Yoruba, altre invece al palazzo di Oni, il sacro Re di Ife, altre ancora nell’edificio di Wunmonjie, sito nel centro della città e appartenente ad un Oni (Re) del XIX secolo.
Esemplari di Teste di bronzo: analisi delle sculture
Nelle teste di bronzo riportate nell’immagine sottostante, le caratteristiche formali rivelano volti dai tratti morbidi, naturalistici, attraversati da una serie di striature intagliate con precisione, mentre sul capo della scultura a sinistra si può notare una corona incompleta. Considerando che gli scavi furono svolti non per trovare opere d’arte ma per altri scopi, è comune che diverse opere siano state danneggiate e alcuni pezzi delle corone si siano rotti.
Le sculture sono caratterizzate da una patina verdone scuro, a eccezione della scultura centrale, più sul rossiccio; essa, inoltre, si distingue dalle altre per l’interno cavo, l’apertura sulla sommità e la corona intatta. Ogni opera è stata realizzata con il metodo della cera persa, consistente nel modellare la cera su un nucleo di argilla per poi rivestire il tutto con altri strati di argilla. Dopo la cottura, l’argilla si indurisce e la cera viene sciolta in modo che possa essere versata per lasciare una cavità, pronta per ricevere il metallo fuso, mentre il modello una volta utilizzato viene distrutto.
Scultura Nok e Teste di Ife a confronto
Vi è un chiaro nesso artistico e culturale tra le sculture Nok e quelle di Ife: entrambe sono le uniche ad aver compiuto il tentativo di realizzare sculture di grandezza quasi naturale. Nei due stili spesso vi è una base sferica, la pettinatura di solito è riprodotta per anelli e le figure sono molto ornate di perle. Se i Nok utilizzano prettamente la stilizzazione nelle loro sculture, nelle opere di Ife vi è più naturalismo, nonostante ciò alcune opere appaiono anch’esse stilizzate: le labbra sporgenti, le forme delle orecchie e gli occhi protuberanti sono diventate delle caratteristiche della scultura Yoruba moderna.
Utilizzo delle Teste di Bronzo di Ife
Parte delle opere sono oggi conservate al Museo Nazionale di Ife e al British Museum di Londra. Non si ha assoluta certezza che questi volti effettivamente rappresentassero gli Oni (i Re) di Ife, ma questa è comunque un’ipotesi accettabile. Ma come venivano utilizzati questi oggetti così preziosi? Si è ipotizzato che fossero impiegati in rituali funerari durante i passaggi da un Oni all’altro, celebrando comunque la continuità del Regno. Non era raro poi che venissero periodicamente sepolte, infatti sono stati trovati in luoghi funerari gruppi numerosi di volti.
Questa scoperta sconvolse il mondo dell’arte occidentale del ‘900, importante periodo in cui le culture e le arti africane si affermarono nel panorama artistico mondiale, anche e soprattutto attraverso le avanguardie artistiche che ne valorizzarono i volumi, la plasticità e l’espressività.
Giulia Arcoraci
Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!
Segui Frammenti Rivista anche su Facebook e Instagram, e iscriviti alla nostra newsletter!