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“Fargo” dei fratelli Coen: la commedia dark tra le nevi del Midwest

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Di tutti i film firmati dal premiatissimo duo Joel e Ethan CoenFargo, uscito nelle sale statunitensi nell’ormai lontano 1996, non è né il più famoso (il loro capolavoro è infatti Il Grande Lebowski), né il più remunerativo (Il Grinta ha sbancato al botteghino con un incasso record) e nemmeno il più premiato (a ricevere il maggior numero di riconoscimenti è stato Non è un paese per vecchi). Eppure, questa sesta pellicola dei due famosi fratelli registi, è una delle più amate dai fan ed è l’unica da cui, a distanza di anni, è stata tratta una serie omonima – per ora alla sua terza stagione – di grandissimo successo. Vediamo perché.

Fargo narra di Jerry Lundegaard (William H. Macy), un mite venditore di auto a corto di denaro che per cercare di risolvere i suoi problemi si rivolge a due criminali, per così dire, pittoreschi (Steve Buscemi e Perter Stormare), affinché rapiscano sua moglie (Kristin Rudrüd): scopo di Lundergaard è quello di chiedere un riscatto al ricchissimo suocero e spartirsi poi il bottino coi due malviventi.

Fargo
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Come spesso accade anche negli altri film dei Coen, però, qualcosa va storto e, in una spirale di violenza, humor nero e peripezie al limite del paradossale, la situazione degenera: il padre della moglie di Jerry, non intenzionato a sborsare, intende gestire a modo suo il rapimento, mentre i due criminali, fermati ad un posto di blocco, uccidono un poliziotto ed i testimoni dell’omicidio.

Sulle tracce dei due si mette quindi l’arguta – ed in dolce attesa – detective Marge Gunderson (Frances McDormand), che, tra un colpo di scena e l’altro, arriverà a fare luce sull’intricato – almeno per i protagonisti della pellicola – mistero.

Fargo
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L’ambientazione, tra il North Dakota (dove appunto si trova la cittadina di Fargo) e il Minnesota, è sicuramente uno degli elementi più riusciti del film, le cui vicende si dipanano nelle distese innevate del Midwest americano, zona legata, tra l’altro, ad uno stereotipo tutto statunitense che vede gli abitanti della zona come particolarmente gentili ed composti (sì, anche di fronte a scene del crimine particolarmente cruente).

Fargo
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La didascalia che accompagna i titoli di testa(«Quella che vedrete è una storia vera – I fatti esposti nel film sono accaduti nel 1987 nel Minnesota. Su richiesta dei superstiti, sono stati usati dei nomi fittizi. Per rispettare le vittime tutto il resto è stato fedelmente riportato»), che peraltro compare anche all’inizio di ogni episodio della serie TV, potrebbe far pensare che, per quanto folli possano sembrare le vicende di Fargo, esse abbiano un loro macabro contraltare nella cronaca nera locale, anche se i titoli di coda fugano ogni dubbio e rivelano che l’opera è frutto della fantasia dei due registi e sceneggiatori.

Fargo
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La critica rimase folgorata dalla pellicola ed il New York Times disse che i Coen «danno il loro meglio con questo film noir sommerso nella neve, una storia di cronaca nera pazza e banale ambientata nel Midwest, dove sono nati» ed criticò in positivo la performance di Frances McDormand, che proprio per la sua grande interpretazione si aggiudicò il premio Oscar.

In Fargo, peraltro vincitore del premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale, ricorrono i temi topici dei Coen, il black humor, le situazioni paradossali, l’efferata violenza che lascia spazio, prima e dopo, ad una calma spiazzante, oltre che la caratterizzazione dei personaggi attenta e minuziosa.

Prodotta dai Coen, che in questo caso si limitano a mettere una “firma” veloce, è anche l’omonima serie, in onda dal 2014, anch’essa apprezzatissimo dalla critica. Pur avendo, soprattutto la prima stagione, un richiamo preciso al film, essa tratta di vicende e personaggi differenti, che condividono con la loro pellicola madre ambientazioni, musiche e cifra stilistica. Insomma, un piccolo gioielloYou betcha, come si direbbe nel Midwest.

 

Giulia Malighetti

23 anni, laureata a pieni voti in Lettere Classiche alla Statale di Milano, amante della grecità antica e moderna spera, un giorno, di poter coronare il suo sogno e di vivere in terra ellenica.

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