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Festivaletteratura 2015:
quando Mantova si veste di blu

5 minuti di lettura

175538_bigSi è conclusa domenica scorsa la diciannovesima edizione di Festivaletteratura. Una cinque giorni che ha colorato la meravigliosa Mantova di blu e portato in città letteratura, musica, lingue straniere, fotografia, teatro e scienza tutte in un colpo solo. Non a caso dal 1997 il festival è uno degli appuntamenti culturali più attesi sul finire dell’estate, nel Belpaese e fuori. Nato “dal basso” dall’idea di otto semplici cittadini, che si sono ispirati a un modello già consolidato in altri paesi d’Europa, in particolare in zona anglosassone, un Comitato Organizzatore senza scopo di lucro, è diventato subito parte della vita della popolazione mantovana e, con gli anni, italiana: lo dimostrano l’adesione come sponsor di piccole e grandi realtà economiche, la totale messa a disposizione degli spazi della città e del territorio e, soprattutto, la straordinaria partecipazione di volontari, peraltro giovanissimi, provenienti da tutta Italia (e oltre). Lo dimostrano le presenze: 67.000 biglietti staccati, 58.000 presenze agli eventi liberi, per un totale di 125.000 partecipanti.

Ma cosa è stato Festivaletteratura 2015? Tante strade diverse innanzitutto, come quelle che ciascun visitatore può scegliere di percorrere grazie al variegato programma di eventi che occupano 24 ore su 24 i cinque giorni della manifestazione: una combinazione che permette di soddisfare sia il pubblico medio sia quello più specialistico, sia il visitatore con le idee chiare sia quello capitato per caso, sia chi cerca qualcosa di già noto sia chi vuole buttarsi sull’inedito.

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Piazza Erbe-Piazza L. B. Alberti

Strade diverse significa anche luoghi diversi. Non c’è miglior occasione di questa per scoprire e valorizzare le bellezze di uno tra i borghi più belli d’Italia, patrimonio UNESCO, quale è la città di Virgilio e Andrea Mantegna. In occasione del Festival molti siti non visitabili durante l’anno si aprono e diventano sfondo e atmosfera degli eventi delle giornate, come la splendida Sagrestia di Santa Barnaba e molti altri. Mantova, purtroppo negli ultimi tempi troppo poco spesso meta turistica, si riempie nei giorni dell’evento a tal punto che la via che da Piazza Sordello porta a Piazza Leon Battista Alberti diventa impercorribile persino con la bicicletta, mezzo consigliatissimo per destreggiarsi tra i vari appuntamenti.

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I volontari dell’edizione 2015

Non sono mancate poi le “magliette blu”, i circa 800 volontari che ogni anno si vedono correre sulle due ruote in giro per la città, rispondere al telefono nei luoghi di informazione, scattare fotografie ovunque, o lavorare dietro le quinte nella redazione testi e video. Giovani, anzi spesso giovanissimi, si offrono di dare una mano con le proprie competenze, o semplicemente la propria disponibilità, alla realizzazione della kermesse mantovana e condividono pasti, letti, interessi e, perché no, bevute e feste in un clima di grande amicizia e spirito di apprendimento. Si impara molto, anche dal punto di vista tecnico-lavorativo in alcuni casi, si scambiano opinioni, si fanno nuove conoscenze e ci si sente parte di una manifestazione che lascia stupiti per la tanto grande partecipazione, nonostante il dilagante pessimismo sul futuro della cultura e in particolare della letteratura. Ed è degno di nota che siano soprattutto i più giovani a interessarsi a questa esperienza: qui le Lettere la fanno da padrone e, in modo attivo o passivo che sia, per soli cinque giorni o come ispirazione che continua, toccano inevitabilmente anche le fasce che più ne sono estranee secondo i recenti dati statistici. E questo è un esito più che positivo, e per nulla scontato. Cinque giornate in cui la maggior parte delle persone che si incontra per la strada ha un libro in mano: un primo, enorme, successo. Qui di seguito il video realizzato dai volontari durante il festival:

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Mario Vargas Llosa

Per quanto riguarda i temi e gli ospiti quest’anno non è mancato proprio nulla. Personalità letterarie eminenti del calibro di Kazuo Ishiguro, tra gli autori più importanti della letteratura inglese contemporanea, Jorie Graham, premio Pulitzer per la poesia, Kamel Daoud, giornalista algerino in libreria con Il caso Meursault, interessante riscrittura de Lo straniero di Albert Camus secondo il punto di vista della vittima araba uccisa, e per concludere il Premio Nobel 2010 Mario Vargas Llosa, ultima voce del festival nell’evento di chiusura di domenica 13 settembre a Palazzo Ducale. Molto spazio è stato dedicato anche alla poesia con gli interventi dei critici Antonio Prete e Daniele Piccini e le voci, tra gli altri, di Fabio Pusterla e Aldo Capitini, del greco Antonio Fostieris e del bilingue italo-albanese Gezim Hajdari.

Accanto a presentazioni dal format più tradizionale si sono alternate poi conferenze di settore dedicate alla traduzione, secondo il cosiddetto “translation slam”, una gara di traduzione istantanea su un unico pezzo da parte di due diversi traduttori a confronto, e alla linguistica con l’aiuto del professore Giuseppe Antonelli nella serie di incontri del ciclo Il vocabolario europeo. Ampio inoltre lo spazio dedicato alla riflessione giornalistica: Martìn Caparròs, uno dei più grandi giornalisti dell’America Latina, ha fatto il triste punto sulla situazione della fame mondiale con pesanti critiche all’ipocrisia di Expo e delle sue iniziative, Luca Sofri ha ragionato sul rapporto tra giornali cartacei, web e false notizie, Svetlana Aleksieviĉ ha portato l’attenzione sulle conseguenze del crollo dell’Unione Sovietica tra la gente comune e infine Letizia Battaglia ha ripercorso la sua carriera di fotoreporter nella Sicilia della Mafia dagli anni Sessanta in poi.

Particolare risalto è stato dato in questa edizione all’area greca e russa, approfondita con gli incontri di Una città in libri che questa volta ha visto come protagonista San PietroburgoNumerosi gli eventi in lingua originale e quelli dedicati ai più piccoli con laboratori di lettura e teatro. Molto apprezzate le interpretazioni di La compagnia della lettura che ha scelto di affrontare quest’anno il repertorio gotico italiano, patrimonio misconosciuto che rivela perle di grande valore, nella fantastica cornice di Piazza Lega Lombarda. Percorsi paralleli, come quello sul cambiamento climatico per il quale è stato istituito un infopoint fisso con materiali scientifici e la partecipazione di esperti del settore nell’arco di tutte le giornate, e quello sul cibo, collegato alla vicina esposizione milanese, dal titolo Le parole del cibo.

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Gino Strada

Molto risalto è stato dato alla questione dei rapporti interculturali con la presenza di Edgar Morin, filosofo francese, e Tariq Ramadan, influente intellettuale dell’Islam occidentale, Assaf Gavron, scrittore israeliano, e Corrado Augias, Stefano Rodotà e lo psicanalista Luigi Zoja. Importanti poi le riflessioni di carattere politico: tra le altre, la questione delle migrazioni, quella della libertà del singolo affrontata dal giurista Gustavo Zagrebelsky, le nuove mafie infiltrare nelle pieghe dello Stato e il futuro del continente africano all’interno dell’economia e della politica internazionale, in cui è intervenuto anche il Presidente del Gruppo di lavoro ONU-Unione Africana, Romano Prodi. Presenti inoltre interventi su questioni di quotidiana cronaca che hanno portato a riflettere su tematiche scottanti come la situazione delle carceri in Italia, le nuove forme di nucleo famigliare e genitorialità, la legge Basaglia e i modelli di psichiatria radicale, il problema delle nuove malattie infettive ad ampia diffusione, con la testimonianza di Gino Strada, fondatore di Emergency.

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Bianca Pitzorno e Alessandro Barbero

Tra i volti più conosciuti invece i nomi degli scrittori Gianrico Carofiglio, Andrea Vitali, Bianca Pitzorno, Carlo Lucarelli e voci della tv come quelle di Alberto Angela, Lella Costa e Beppe Severgnini. A ravvivare le fresche serate mantovane dopo ore di corse da un capo all’altro della città, gli incontri musicali del Circolo Arci Virgilio, il teatro, il cinema e le interviste dei giovanissimi ragazzi del Blurandevù, volontari conduttori che hanno avuto come ospite, tra gli altri, il noto fumettista romano Michele Rech, in arte Zerocalcare.

Questo e molto altro è successo fuori e dentro le mura della città dei Gonzaga, che ha dato spazio in occasione del Festivaletteratura anche a progetti creativi come quello di Prototipi, uno spazio di progettazione per neo-libri e nuove tecnologie per l’editoria, quello di Le pagine della cultura, rassegna stampa quotidiana con un ospite internazionale, e di Scritture Giovani, momento dedicato agli autori emergenti nazionali e non.

In definitiva Festivaletteratura è, nella sua varietà di proposte e di livelli, un progetto enorme e di grande qualità, una di quelle idee di cui il Belpaese dovrebbe ricordarsi di andar fiero. Una piazza piena di libri e un mucchio di gente che legge, sembra quasi fantascienza, eppure esiste. L’appuntamento è per il prossimo anno, dal 7 all’ 11 settembre.

 

 

Festivaletteratura

 

 

 

 

 

 

Alessia Carsana

Sono nata ad agosto nel 1992. Vivo tra le montagne in provincia di Lecco, ma scappo spesso in città. Ho studiato Lettere Moderne all'Università Statale di Milano e mi incuriosisce la Linguistica. Cerco di scrivere, di leggere e di vedere quante più cose possibili. Cerco storie. Amo i racconti, la scultura, la poesia, la fotografia. Mi piacciono i dettagli, le simmetrie, i momenti di passaggio.