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Il Forum Europeo del Cinema
e il ruolo dell’Unione
nello sviluppo della settima arte

7 minuti di lettura

È iniziato il 31 agosto e si concluderà il 10 di settembre l’appuntamento annuale più atteso d’Italia per gli amanti del cinema. La Mostra del cinema di Venezia, la manifestazione dedicata al grande schermo più antica del mondo, è un’occasione prestigiosa per il cinema d’arte di trovare spazio e fortuna sulle passerelle del Lido. Sul red carpet ospitato dalla Serenissima sfilano artisti, attori, sceneggiatori e numerosi volti noti del mondo cinematografico. Molteplici sono gli incontri e le occasioni di confronto; tra questi, uno si è svolto tra sabato e domenica, non ha avuto molti riflettori puntati addosso: il Forum Europeo del Cinema.

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Quest’ultimo è una piattaforma nata nel 2014 per favorire un dialogo strutturato tra gli stakeholder del settore audiovisivo e i rappresentanti del mondo politico europeo con l’obiettivo di favorire uno scambio di opinioni e buone pratiche tra esperti del settore. Tema al centro della discussione di quest’anno è stato quello delle sfide del cinema nell’era digitale e le prospettive nell’Unione Europea. Tra i partecipanti indubbiamente è stata importante la presenza del Commissario Europeo al Mercato Digitale Unico e alla Comunicazione Günther H. Oettinger, del direttore generale della DG Connect Roberto Viola e dei nostri europarlamentari Luigi Morgano e Silvia Costa, membro e presidente della Commissione Cultura.

Le diverse competenze degli ospiti hanno mostrato chiaramente la consapevolezza dell’ormai inevitabile necessità di sviluppare una politica europea che unisca la regolamentazione dell’industria digitale alle necessità del mondo del cinema. È infatti ormai chiaro a tutti che con l’entrata del digitale nel mondo del cinema il settore sia stato rivoluzionato. L’accesso al contenuto è indubbiamente facilitato, non solo perché il numero di sale cinematografiche è aumentato negli ultimi anni, ma anche e soprattutto perché la qualità dell’offerta ai clienti è sempre più alta, in termini sia di materiale audiovisivo disponibile sia di comodità delle sale . La rivoluzione ovviamente si è mostrata anche nella maggiore facilità dell’accesso al contenuto e nella fruizione del prodotto.

La crescita dei servizi on demand e dei provider di servizi, come Netflix, stanno cambiando radicalmente le abitudini di chi vuole vedere un film. Ovviamente, dietro alle innovazioni e alle opportunità, l’ingresso delle tecnologie ha comportato numerose sfide al mondo del cinema. Il problema della protezione del copyright e della contraffazione sono due nodi di fondamentale importanza che gli ospiti al Forum Europeo del Cinema hanno dovuto affrontare. A tal proposito, la posizione dei istituzioni europee si è mostrata chiara e senza equivoci: incentivi alla digitalizzazione ma opposizione netta alla contraffazione e alla violazione del diritto di autore.

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Ma cosa può fare concretamente l’Unione Europea per il cinema?

Si potrebbe rispondere a questa domanda semplicemente ricordando che film come La grande bellezza o The Milionarie, due capolavori dell’ultimo decennio, sono stati finanziati con soldi messi a disposizione dall’Ue. La mancanza di notizie sull’incontro di Venezia, tuttavia, fa presumere che altrettanta disinformazione su ciò che concretamente l’Ue fa per l’industria del cinema. Ed effettivamente pochi sanno che l’Unione Europea festeggia quest’anno i 25 anni di attività di MEDIA, il sottoprogramma di Europa Creativa destinato al finanziamento per l’industria europea del cinema e dell’audiovisivo nei settori di sviluppo di progetti audiovisivi, produzione di opere televisive, distribuzione, formazione, promozione.

Europa Creativa è un programma quadro dedicato al settore culturale e creativo che per il bilancio pluriennale 2014-2020 è stato finanziato con 1,46 miliardi di euro, una somma non elevatissima ma indubbiamente considerevole. Del budget totale a disposizione di Europa Creativa, il 56%, circa 824 milioni di euro, viene destinato a MEDIA mentre la restante parte è usata per un altro sottoprogramma chiamato CULTURA.

Concentrandoci su MEDIA, l’obiettivo di questo sottoprogramma è rafforzare le capacità del settore cinematografico e audiovisivo a livello transnazionale per fare del cinema europeo il fiore all’occhiello e il biglietto da visita dei valori e della tradizione dell’Ue. Attraverso la facilitazione dello scambio di competenze e di know-how, anche nel campo delle tecnologie digitali e della creazione di nuovi modelli di business, promuovendo la cooperazione e la circolazione internazionale, e grazie al sostengo alla distribuzione nelle sale cinematografiche mediante marketing, il sottoprogramma MEDIA è uno strumento concreto e di fondamentale importanza messo in atto dall’Unione. Esso contribuisce direttamente a sostenere lo sviluppo di opere audiovisive con potenzialità di creazione transfrontaliera, a finanziare attività di formazione volte a promuovere competenze e condivisione di conoscenze, oltre che iniziative che promuovano la diversità e i valori delle opere audiovisive europee.

Alla luce di quanto detto, si comprende l’importanza del ruolo attivo dell’Unione Europea nell’industria del cinema. Ovviamente MEDIA è solo uno dei tantissimi programmi che vengono implementati a livello europeo per favorire e promuovere l’industria cinematografica. Molte altre iniziative sono infatti in corso per garantire prosperità ad un settore cruciale e fondamentale per l’Unione. A luglio, ad esempio, è stato depositato in Commissione Cultura un progetto di relazione per il finanziamento alle Industrie Culturali e Creative e tra poche settimane verrà presentata il parere sulla proposta della Commissione di revisione della direttiva sui servizi audiovisivi e media.

Sono queste le occasioni in cui l’Unione, troppo spesso descritta come un peso e un macigno per gli Stati membri, emerge invece come un’opportunità da percorrere. Per questo siamo soddisfatti che all’interno di una kermesse di importanza internazionale come il Festival di Venezia si sia ritagliato uno spazio per un dibattito europeo sul futuro e sulle prospettive del cinema.

Francesco Corti

Dottorando presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Milano e collaboratore dell'eurodeputato Luigi Morgano. Mi interesso di teorie della democrazia, Unione Europea e politiche sociali nazionali e dell'Unione. Attivo politicamente nel PD dalla fondazione. Ho studiato e lavorato in Germania e in Belgio.

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