Americana e musulmana sono due aggettivi che possono descrivere la giovane Hoda Katebi, una ventitreenne di Chicago. A queste qualifiche manca la più importante, ovvero quella di “fashion blogger politica”, come le piace definirsi. L’accostamento di fashion e politica può far sorridere, soprattutto a noi italiani abituati alle solite immagini postate da Chiara Ferragni, che di politico hanno ben poco. Allo stesso modo, un conduttore del programma Morning News, trovandosi ad intervistare la giovane Hoda Katebi è caduto nel nostro stesso pregiudizio.
Durante la trasmissione, il conduttore decide di mettere in difficoltà Hoda, credendo ovviamente di aver di fronte una ragazza tutta rossetti e scarpe, e le pone una domanda di geopolitica sul programma nucleare iraniano. La risposta della ragazza sbalordisce il suo interlocutore, perché la giovane fashion blogger dimostra di possedere buonissime conoscenze sull’imperialismo e sul colonialismo del suo paese d’origine.
JooJoo Azad: il blog di moda e cultura di Hoda Katebi
Il conduttore a questo punto le chiede: «Non parli come un’americana» e lei risponde «È perché leggo». Da quel momento «è perché leggo» è diventato lo slogan di un movimento d’opinione nato intorno al blog di Hoda Katebi, JooJoo Azad. Nel blog si tratta la moda come arte e come possibilità di esprimersi senza guardare alle tendenze del momento, cercando anche di promuovere marchi che lavorano in modo etico.
Alla sua parte modaiola, Hoda ha deciso di aggiungere anche una parte letteraria, fondando un “club del libro radicale” che riunisce persone da tutto il mondo, che si trovano a leggere e a discutere su testi femministi e anticapitalisti.
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Attraverso JooJoo Azad, la giovane Hoda Katebi presenta un’altra versione della moda, lontana dalla magrezza, dalle tendenze e sempre più vicino alla lotta politica. Come dice Hoda in un’intervista, «non possiamo indossare una maglietta che dice “Dovremmo essere tutti femministi” se è fatta da donne sfruttate in qualche fabbrica del Bangladesh o del Pakistan».
Con Hoda Katebi vediamo dunque crollare lo stereotipo per cui tacchi e diritti non dovrebbero andare di pari passo. E secondo cui moda e politica non dovrebbero aver nulla in comune. E chi lo sa se magari anche noi un giorno avremo una nostra Chiara Ferragni con un po’ meno trucco e con un po’ più di libri.
Camilla Zuin
Immagine in copertina: Instagram – @hodakatebi