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Il futuro è nell’industria delle bici

4 minuti di lettura

Siamo in un periodo economicamente di transizione, il mondo si sta trasformando e non è facile adattarsi sin da subito. Alcuni cambiamenti sono sotto gli occhi di tutti, specie se si parla di mezzi di trasporto.

Per le strade sempre più persone scelgono di andare in giro in bicicletta e non per la semplice passeggiata del mercoledì sera. Sempre più persone, non potendosi permettere un mezzo proprio, fanno ricorso a biciclette o mezzi pubblici, ma quest’ultimi sono inaffidabili.

Dopo la famosa bolla finanziaria abbiamo assistito al fallimento di banche, diminuzione dei posti di lavoro, un numero crescente di case pignorate e poi rivendute all’asta, l’eliminazione della nazionale italiana al girone dei mondiali 2010 e 2014, la scomparsa quasi totale dei diritti del lavoratore, lo spread che aumenta, lo spread che diminuisce, l’inflazione, l’aumento del costo della vita non seguito dall’aumento dei salari. Anzi: il lavoro si è fatto pure precario.

La crisi ha toccato tutti, ad iniziare dalle classi già povere.

Fuori dal mondo Occidentale molti Paesi hanno avuto quel boom economico che chi esportava democrazia temeva. Le materie prime, che noi importiamo, hanno così subito un aumento in virtù della crescente domanda.

Mantenere un’auto oggi è difficile. C’è chi è costretto a scegliere tra l’auto e la famiglia. Scelta assai ardua. I prezzi del carburante continuano a salire. In più una macchina richiede anche manutenzione e assicurazione, le quali sono anch’esse in costante aumento.

Lo sviluppo di aree come gli Emirati Arabi, Russia, Cina e India, aree importanti a livello di popolazione, ha cambiato l’equilibrio economico. Soprattutto c’è chi ha già superato gli Stati Uniti in quanto a sprechi ed inquinamento, da ciò ne deriva che gli States hanno già perso il primato di “potenza economica”.

Ciò comporta una crisi sostanziale su tutto l’asse legato economicamente a loro.

Ma l’uomo riesce ad adattarsi a tutte le situazioni.

Ciò che ci causa tanta paura è il lento processo di mutamento – o cambiamento – che ci destabilizza mentalmente.

Pochi sono già riusciti ad adeguarsi, adesso tocca a tutti gli altri.

E’ ovvio che ci sarà un incremento nell’uso delle due ruote, non si può esser certi però di quanto l’economia del settore crescerà, le incognite sono troppe.

Se siete in cerca di lavoro, quindi, tenetevi pronti, esercitatevi un po’ con le vostre vecchie bici e inviate i curricula alle industrie della bicicletta.

Abituatevi all’idea di sudare un po’, l’esercizio fisico non fa male e il cattivo odore non causa la morte.

Riusciamo a rinunciare a tutto ma non alle nostre comodità, eppure credo che stavolta il cambiamento ci sarà imposto.

ladri di biciclette

In futuro potrebbero presentarsi situazioni come nel film “Ladri di Biciclette” di Vittorio De Sica, poi sentiremo il Vincenzo Mollica di turno che ci dirà quanto fosse attuale il regista.

Alla fin fine però, se ci pensiamo bene, le cose non cambieranno poi molto.

Redazione

Frammenti Rivista nasce nel 2017 come prodotto dell'associazione culturale "Il fascino degli intellettuali” con il proposito di ricucire i frammenti in cui è scissa la società d'oggi, priva di certezze e punti di riferimento. Quello di Frammenti Rivista è uno sguardo personale su un orizzonte comune, che vede nella cultura lo strumento privilegiato di emancipazione politica, sociale e intellettuale, tanto collettiva quanto individuale, nel tentativo di costruire un puzzle coerente del mondo attraverso una riflessione culturale che è fondamentalmente critica.

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