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Jane Austen e gli zombie: la strana coppia

Come sarebbe Elizabeth Bennet, protagonista di Orgoglio e Pregiudizio, in un mondo dove deve uccidere zombie?

7 minuti di lettura

Orgoglio e Pregiudizio, il capolavoro di Jane Austen, è uno dei classici della letteratura inglese più amati; probabilmente per questo, e anche per la modernità della protagonista femminile, è anche una delle storie che ha ispirato il maggior numero di adattamenti cinematografici (basta pensare, tanto per dirne uno, a Il diario di Bridget Jones). Uno di questi ha mescolato il romanticismo vittoriano del romanzo con un soggetto di grande tendenza: gli zombie.

Austen

PPZ – Pride + Prejudice + Zombies è approdato nelle sale italiane ormai da qualche giorno, precisamente il 4 febbraio, senza per ora essere un grande successo, e vede la partecipazione di soggetti notevoli, a partire dal regista. Burr Steers non è noto per aver prodotto grandi capolavori del cinema, ma curiosamente ha fatto parte di uno di essi: in Pulp Fiction di Quentin Tarantino, Steers è comparso per pochi secondi prima di farsi brutalmente uccidere da Jules Winnfield (Samuel L. Jackson), un’apparizione breve, ma intensa. Tra gli attori, invece, troviamo nei panni di Elizabeth Bennet, Lily James, che l’anno scorso è stata Cenerentola per la regia di Kenneth Branagh, e un insolito ma gradevole Mr Darcy a cui ha prestato il volto Sam Riley; da segnalare, anche Lady Catherine de Bourgh, impersonata da Lena Headey, che ormai molti chiamano semplicemente “Cercei Lannister”.

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Il film ricalca piuttosto fedelmente il suo modello, vale a dire il romanzo di Seth Grahame-Smith, tradotto in italiano con il titolo Orgoglio e Pregiudizio e Zombie e pubblicato nel 2009 da TEA editore. La storia può appartenere a grandi linee al genere steampunk, dal momento che inquadra un possibile universo alternativo che viene delineato nei primi minuti del film: a causa di una pestilenza diffusasi all’inizio del ‘700 l’Inghilterra è ormai invasa dagli zombie e per proteggersi le famiglie benestanti inviano i figli ad apprendere le arti marziali in Oriente. È questa la formazione di Elizabeth Bennet, inviata in Cina al Tempio di Shaolin, e delle sue sorelle, tutte ottime guerriere addestrate a uccidere zombie e, all’occorrenza, anche umani. Per il resto, la trama si sviluppa parallelamente a quella del romanzo di Jane Austen: Elizabeth e sua sorella Jane fanno la conoscenza di Mr Darcy e Mr Bingley, entrambi cacciatori di zombie, e le loro strade si incrociano ripetutamente fino al lieto fine.

Probabilmente una storia simile fa irrigidire qualsiasi amante della letteratura inglese, ma va tenuto presente che non si tratta affatto di una parodia. PPZ è proprio un’altra storia, basata naturalmente sull’originale di Jane Austen, ma con la pretesa – forse un po’ troppa – di camminare con le proprie gambe. Lo spunto è estremamente originale e interessante. Elizabeth Bennet è una donna forte che reclama la sua indipendenza in un mondo che non è disposto a concederle il diritto di scelta ed è forse lei, più che il tenebroso Mr Darcy, ad aver affascinato generazioni di fanciulle: perché, dunque, non farne un’eroina più moderna, una guerriera che combatte a colpi di katana contro i ninja (sì, ci sono anche i ninja)? Se poi si aggiunge un po’ di splatter dato da teste di zombie che volano e sangue che schizza e il fascino surreale del veder scomparire armi mortali sotto merletti e trine del XIX secolo, il risultato non è male.

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Il film purtroppo pecca di un’adesione troppo fedele al suo modello, per cui in pratica si assiste davvero alla storia di Orgoglio e Pregiudizio, ma con in più qualche zombie e qualche combattimento qua e là, senza che ci sia una reale convinzione. Naturalmente, soprattutto se si ha presente il romanzo, il contrasto che subito emerge è quello tra la morale vittoriana, le convenzioni sociali e le buone maniere, che vengono sempre rispettate, e la freddezza con cui gli educati personaggi di Jane Austen sguainano spadoni e fucili; molto divertente, ad esempio, è vedere Lady Catherine, assassina di fama internazionale, che tratta con atteggiamento di sufficienza Elizabeth perché è stata addestrata al combattimento in Cina anziché nel prestigioso Giappone – nel romanzo originale, invece, la ricca signora si indignava per la scarsa abilità della giovane nel suonare il piano e nel disegnare con gli acquerelli.

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Perché andare a vedere PPZ – Pride + Prejudice + Zombie? Per sorridere un po’, innanzitutto, possibilmente dopo aver riletto l’originale della Austen; il film in sé fa trascorrere un paio d’ore piacevoli, senza troppo sangue, ma nemmeno senza troppo miele. Nonostante non sia certamente un capolavoro (e la forma del titolo sia decisamente orrenda), PPZ è da apprezzare per l’idea di fondo, che potrebbe dare il via ad un interessante filone. Tutti noi ricordiamo, almeno per sentito dire, i grandi classici della letteratura e spesso e volentieri ci abbiamo litigato non poco: potrebbe essere curioso riproporre una rilettura dei più celebri romanzi che mantenga il contesto e i personaggi, ma al contempo in grado di creare qualcosa di completamente nuovo. Magari osando un po’ più di quanto ha fatto Burr Steers.

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Silvia Ferrari

Classe 1990, nata a Milano, laureata in Filologia, Letterature e qualcos'altro dell'Antichità (abbreviamo in "Lettere antiche"). In netto contrasto con la mia assoluta venerazione per i classici, mi piace smanettare con i PC. Spesso vincono loro, ma ci divertiamo parecchio.

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