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La Camera ha votato il riconoscimento della Palestina. Forse…

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“Il governo valuta favorevolmente l’impulso parlamentare a promuovere il riconoscimento di uno stato palestinese”, ha dichiarato Gentiloni  “C’è il diritto dei palestinesi a un loro stato e il diritto dello stato di Israele a vivere in sicurezza di fronte a chi per statuto vorrebbe cancellarne l’esistenza”. “In questo quadro il governo valuta favorevolmente l’impulso parlamentare a promuovere il riconoscimento di uno stato palestinese e a fare tutti gli sforzi per riprendere il negoziato tra le parti”.

“La soluzione di fronte a quella crisi – ha affermato il ministro – è la soluzione dei due Stati, per la quale la comunità internazionale si pronuncia da tempo, il che vuole dire il diritto dei palestinesi a un loro Stato e il diritto dello Stato di Israele a vivere in sicurezza, di fronte a chi vorrebbe addirittura per statuto vorrebbe cancellarne la stessa esistenza”.

Alla fine l’aula di Montecitorio dice sì a entrambe le proposte ma scatena il caos politico. Sul riconoscimento della Palestina, la Camera dei deputati è riuscita ad approvare sia la mozione del Pd sia quella dei centristi di Area popolare (Ncd più Udc) più Scelta civica. Due testi differenti stilati da forze politiche che appartengono alla maggioranza e su cui il governo si è espresso indistintamente a favore.

I numeri parlano chiaro: 300 voti favorevoli e 45 contrari al testo presentato dal Pd per il riconoscimento della Palestina. Approvato, con 237 voti favorevoli e 84 contrari, anche quello stilato da Ncd.

Ieri c’era stato un continuo evolvere della trattativa con il dem Enzo Amendola alla ricerca di un testo su cui far convergere innanzitutto la maggioranza. Col capogruppo Roberto Speranza era stata redatta una nuova versione analoga alla mozione approvata ad ampia maggioranza dal parlamento europeo il 17 dicembre scorso, che impegna il governo a “promuovere” il riconoscimento della Palestina “di pari passo con lo sviluppo dei colloqui di pace, che occorre far avanzare”. Ma la maggioranza si è comunque divisa.

A.M.G.

Redazione

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