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The last duel

La piccola morte in «The Last Duel»

Tratto da una storia vera, «The Last Duel» mostra una Francia della fine del XIV secolo dove viene consumato un terribile crimine. Ma nel film si parla anche della "piccola morte". Che cos'è?

6 minuti di lettura

Spero che la tua piccola morte sia stata memorabile e produttiva.

A parlare è un cavaliere, Jean de Carrouges (Matt Damon), e l’interlocutrice per niente soddisfatta, ma troppo confusa e spaventata per ammetterlo, è la moglie, Marguerite de Carrouges (Jodie Comer). Stiamo ovviamente parlando di un film, The Last Duel (2021) di Ridley Scott, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo storico di Eric Jager. Tratto da una storia vera, il film ci mostra una Francia della fine del XIV secolo dove viene consumato un terribile crimine: uno stupro. Non ci soffermeremo nel dettaglio su trama, cast, fotografia; quello che ci interessa di questa pellicola in questo articolo è una minuscola parte di realtà storica: la piccola morte secondo i medioevali, ovvero l’orgasmo. E per farlo prenderemo come portavoce la protagonista, Marguerite de Carrouges. Qualche inevitabile SPOILER verrà fatto, quindi decidete ora se continuare la lettura oppure no.

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La piccola morte, un orgasmo medioevale

Marguerite de Carrouges è la classica moglie medioevale, data in sposa per affari economico-politici. Il suo desiderio più grande nella vita – nonché scopo – è dare un erede al marito: diventare madre però non è facile come pensava. In questa pellicola notiamo quanto importante fosse l’orgasmo anche femminile durante un rapporto sessuale: si credeva infatti che sia l’uomo che la donna dovessero essere entrambi ugualmente soddisfatti per riuscire a concepire.

Alla fine di ogni rapporto coniugale però vediamo una Marguerite sempre più confusa e preoccupata tanto da rivolgersi al medico di famiglia. Mentre il dottore agita una capiente ampolla piena di urine e consulta il suo schema dei quattro umori, com’era prassi all’epoca, notiamo che non c’è imbarazzo nella conversazione. Il medico chiede dettagli del rapporto, senza vergogna, come magari potremmo pensare dal momento che siamo nel medioevo, periodo storico che ancora crediamo essere pieno di tabù:

 «Sembra che soffriate di uno squilibrio dei quattro umori, ma soprattutto dell’atrabile. Siete gravemente malinconica, il vostro corpo è freddo, asciutto. Forse questo, combinato con vari altri fattori compresa la volontà di Dio, potrebbe impedire il concepimento. È essenziale che abbiate una conclusione piacevole simile a quella di vostro marito per poter concepire un figlio. La raggiungete? Trovate i rapporti con vostro marito piacevoli?»

«Sì certo, dottore. Anche se non sono sicura di riuscire a provare la piccola morte, come la chiamano»

Marguerite però mente al medico e a sé stessa: la piccola morte, come anche il più piccolo piacere, è lontana mille miglia dalla sua mente e dal suo corpo. L’atrabile di cui parla il medico è la bile nera, detta anche umor nero, e si credeva fosse il responsabile della malinconia e della depressione.

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Come se non bastasse, a pesare sull’umore nero di Marguerite c’è la suocera che non manca certo di ricordarle che non ha ancora messo al mondo un erede e le instilla il dubbio di essere frigida, «incapace di provare piacere». Anche le suocere nel medioevo non sapevano farsi i fatti loro.

Un “anomalo” concepimento

Marguerite, oltre a non provare piacere durante i rapporti con il coniuge, è vittima di stupro da parte dell’ormai ex amico del marito, Jacques Le Gris (Adam Driver). In un’epoca dove denunciare era impensabile, la nostra protagonista lo fa, nonostante persino la sua amica più vicina non le creda.

La nostra eroina è completamente sola. Sola se non per quell’esserino che sta crescendo dentro di lei e che rischia già di diventare orfano subito dopo la nascita, se la corte la giudicherà colpevole di calunnia: la pena infatti è la morte sul rogo. Durante il processo, dove ovviamente le sue parole di donna vengono messe in dubbio, le vengono rivolte dalla corte domande imbarazzanti come: «A voi piacere avere rapporti con vostro marito?».

Perché chiedere questo, starete pensando, ebbene ecco la risposta: «Sapete bene che non potete concepire un figlio a meno che non proviate piacere alla fine. […] Uno stupro non può provocare una gravidanza, lo dice la scienza».

Lo dice la scienza. Quindi, se Marguerite è rimasta incinta deve aver per forza raggiunto la piccola morte. E dal momento che, sempre “secondo la scienza”, non si può provare piacere durante uno stupro, non c’è stata alcuna violenza. La prova è dentro la pancia della futura mamma. Tutto molto logico, tutto molto assurdo ai nostri occhi moderni, ma non per gli occhi di un medioevale.

Cosa accadrà a Marguerite? La sua sorte verrà decisa in un duello all’ultimo sangue tra suo marito e il suo stupratore: The Last Duel.

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Azzurra Bergamo

Classe 1991. Copywriter freelance e apprendista profumiera. Naturalizzata veronese, sogna un mondo dove la percentuale dei lettori tocchi il 99%.

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