fbpx
Le Rane © Barbara La Mantia

“Orchestra di Voci a Teatro”: il contemporary a cappella dei siciliani SeiOttavi

/
13 minuti di lettura

Si chiamano Sei Ottavi (vai al sito) e vengono da Palermo. La loro caratteristica principale? Essere un ensemble vocale che non ha bisogno di strumenti. Si esprimono con un raffinato gioco di polifonia e sanno riprodurre, soltanto con le loro voci, qualsiasi tipo di strumento musicale, anche elettronico, gli effetti sonori ed onomatopeici, comprese le percussioni vocali. Il gruppo, attivo dal 2005, è formato da Germana Di Cara (soprano), Alice Sparti (contralto), Ernesto Marciante (tenore), Kristian Andrew Thomas Cipolla (tenore), Vincenzo Gannuscio (baritono), Massimo Sigillò Massara (basso).

Il loro genere si chiama contemporary a cappella. Hanno un ricchissimo repertorio dove creano connubi originali tra la musica classica, il rock e il pop, destreggiandosi tra Bach e Mozart, fino ai Queen o la disco dance, senza dimenticare la grande musica legata al cinema. Quelli dei SeiOttavi non sono semplici concerti dove l’unica protagonista è la voce: i movimenti e le interazioni sul palco tra i componenti fanno parte anch’essi dello spettacolo. Non è difficile capire che il loro ambiente naturale sia il teatro.

SeiOttavi ritratto
SeiOttavi, 2015. Da sinistra, seduti: Vincenzo Gannuscio, Germana Di Cara, Massimo Sigillò Massara. In secondo piano da sinistra: Kristian Cipolla, Alice Sparti, Ernesto Marciante. © Giuseppe Sinatra

Ringraziamo il gruppo per la disponibilità a questa intervista. Prima domanda d’obbligo: come è nato il progetto SeiOttavi?

Massimo Sigillò Massara: Quando ero bambino, a casa mia circolava una cassetta con la musica vocale, che poi ho scoperto essere degli Swingle Singers. Ogni volta che mio fratello metteva quella cassetta avevo sensazioni forti, di meraviglia e di grandissima dolcezza. Ogni volta che la ascoltavo mi sembrava un miracolo. Già nel 1996 avevo provato, con una formazione analoga, a costruire un progetto di musica vocale, che si ispirasse agli Swingle Singers e ai Manhattan Transfer. Quel progetto non funzionò e circa dieci anni dopo, tornando a Palermo dopo un lungo periodo a Genova, ho riprovato con una nuova formazione… direi che le cose sono andate in modo molto diverso dal primo tentativo.

SeiOttavi intervista
Tonart Festival, Ilmenau (Germania), 7/11/2015

È impossibile condensare il vostro curriculum in poche righe. Avete all’attivo diversi album e conseguito negli anni notevoli riconoscimenti. Siete stati ospiti nei più famosi Premi della canzone d’autore. Avete partecipato ad autorevoli trasmissioni radiofoniche e televisive. Il vostro debutto in tv è stato come concorrenti della prima edizione di X-Factor. Com’è stata la vostra esperienza con un talent?

Alice Sparti: L’esperienza di X Factor, anche se ormai molto “annebbiata”, è stata sicuramente una parentesi forte. Ci ha fatto conoscere al grande pubblico televisivo e ci ha permesso di portare in tv il nostro genere, ancora troppo poco noto in Italia. È stata solo una parentesi però… la nostra vera “casa” è il Teatro e siamo orgogliosi che dopo l’esperienza televisiva siamo riusciti a varcare le porte di alcuni dei più importanti teatri del mondo.

SeiOttavi musica
SeiOttavi, 11/6/2006, Rai 3, Forlì

Avete scelto di cimentarvi in un genere che in Italia non è molto affermato. Quali sono le difficoltà maggiori che incontrate e che differenze notate rispetto all’estero?

Kristian Cipolla: Lo stile scelto muove da una passione che tutti noi condividiamo e questo ci ha dato forza per superare mille difficoltà nel percorso. Abbiamo nel tempo riscontrato come siano la tradizione e la cultura locali a favorire l’interesse per un genere o uno stile vocale. Nel nostro caso, è uno stile di per sé molto variegato e complesso, che sa sorprendere il pubblico, ogni volta altrettanto vario ed eterogeneo, che ad ogni performance ci riconosce questo merito con applausi e vivo stupore per le varie possibilità che la voce offre. Da anni abbiamo la fortuna di ‘sperimentarci’ anche all’estero. Siamo stati in Austria, Svizzera, Spagna, Marocco e soprattutto in Germania, paese che ha anche una grande tradizione per la musica a cappella e che ci riserva sempre attenzione e calore incredibili. In Italia la stessa attenzione è diffusa in alcune zone, come la Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna. Per il resto, la vocalità e coralità è spesso associata alla musica sacra e quindi meno appetibile per un pubblico giovane… Anche se oltreoceano era un pubblico giovane quello che, nel programma The Sing-Off, ha proclamato star un gruppo vocale texano, i Pentatonix (vincitori di ben 3 Grammy Awards, ndr). Quindi in Italia non esiste la consapevolezza storica e culturale che si riscontra in altri paesi e questo si traduce in una maggiore difficoltà ad ottenere palchi prestigiosi in modo semplice. Per noi poi, che provenivamo dalla Sicilia, distanze e logistica non sono favorevoli e questo è un motivo in più per essere orgogliosi di quanto fatto finora.

SeiOttavi musica
Tonart Festival, Ilmenau (Germania), 7/11/2015

Nel 2011 avete dedicato un brano al mercato rionale di Palermo, “Vuccirìa”. Il video che lo accompagnava ha ricevuto premi importanti in tutto il mondo. Che cosa rappresenta per voi questo lavoro e quanto sono rilevanti le vostre radici nella musica che fate?

Massimo Sigillò Massara: Il video “Vuccirìa” ha segnato un punto di svolta nella vita artistica del gruppo. La nostra partecipazione televisiva aveva quasi esaurito i suoi risultati, ed era tempo per noi di individuare un percorso artistico che ci identificasse nei suoni e nel concept. Con quel video, abbiamo definitivamente dato una direzione artistica e concettuale al gruppo: il Teatro. L’idea di essere personaggi nella musica, musica a cappella, è una cifra in cui ci siamo trovati e identificati. I costumi, la scena, la pantomima, sono diventati elementi che tutt’oggi ci portiamo addosso, sia nei concerti che nei progetti teatrali. Da quel video è nato un nuovo disco omonimo, “Vuccirìa”, in cui le armonie e gli arrangiamenti hanno subìto un cambiamento radicale, anche grazie alla collaborazione con il compositore Gaetano Randazzo. Insomma una nuova idea artistica. Il fatto che poi si rappresenti una parte caratteristica della nostra Palermo ci inorgoglisce e ci fa sognare di avere pezzi di città in cui bellezza, diversità e sogno possano convivere. Questo lo diciamo sempre prima di eseguire il brano dal vivo. Essere siciliani, per quanto a volte difficile, è una cifra che ci fa essere orgogliosi delle nostre radici.

Nel 2016, avete recitato ne Le streghe di Venezia di Philip Glass, dove per la prima volta, un personaggio di un’opera è stato rappresentato da un gruppo vocale. La vostra ultima performance teatrale, con le vostre musiche originali, è stata per una commedia greca, vecchia di 2500 anni, ‘Le Rane’ di Aristofane, con protagonisti Ficarra e Picone. Insomma, non si può che definirvi ‘Orchestra di Voci a Teatro’

Ernesto Marciante: L’esperienza legata a Philip Glass è da considerare come un importantissimo step che ci ha permesso, in primis, di sperimentare nuovi aspetti e sfaccettature del nostro lavoro artistico e della nostra musica e, altro aspetto fondamentale, ci ha dato la possibilità di conoscere artisticamente e umanamente uno dei registi più quotati nel panorama mondiale: Giorgio Barberio Corsetti, con cui è iniziata una felicissima collaborazione che ci ha portato a comporre le musiche di scena de “Le Rane”.

SeiOttavi musica
Teatro Greco di Siracusa, ‘Le Rane’ di Aristofane, luglio 2018 © Barbara La Mantia

Germana Di Cara: “Le Rane” di Aristofane è stata un’esperienza completa che ci ha coinvolti come compositori delle musiche, eseguite dal vivo a cappella, e come personaggi in scena: connubio perfetto che ci ha consentito di ampliare l’aspetto musicale e teatrale. Come “orchestra vocale” abbiamo lavorato sulle sonorità, sugli effetti ed è stato molto divertente colorare le scene. Il lavoro de “Le Rane”, svolto in questi ultimi due anni, dal teatro greco sino ai teatri in giro per l’Italia, rappresenta per noi esperienza di grande crescita professionale grazie all’incontro e al lavoro svolto con i ragazzi della Fondazione Inda, il regista G.B. Corsetti e il duo comico Ficarra & Picone, con cui abbiamo condiviso idee, soluzioni e tante emozioni indelebili.

SeiOttavi musica
Palermo, Teatro Biondo, Spettacolo ‘Le Rane’ di Aristofane, 1/11/2018 © Barbara La Mantia

Quali saranno i vostri prossimi programmi?

Vincenzo Gannuscio: Il nostro percorso artistico fino a qui è da sempre stato caratterizzato da vie parallele accomunate dalla costante della musica a cappella. Questa poliedricità di esperienze ci ha di fatto portati ad essere quello che siamo oggi e continuerà di certo a caratterizzarci anche in futuro. Il gruppo è costituito da sei anime musicali, ognuna delle quali con sensibilità, gusti e idee individuali che alimentano costantemente il “laboratorio creativo” dei SeiOttavi. Cosa ci riserva il futuro? Un sogno nel cassetto sarebbe scrivere ed eseguire le musiche di un film. Per il resto, speriamo ci siano tanti concerti, tante lezioni-concerto con bambini e ragazzi, un nuovo disco e magari anche un nuovo video. Nel nostro futuro c’è sicuramente ancora il teatro: si sta delineando proprio in questi giorni un nuovo progetto che, pur avendo un carattere totalmente diverso rispetto all’opera di Philip Glass o alla commedia aristofanea, siamo certi rappresenterà ancora una volta una tappa fondamentale del nostro cammino. Di cosa si tratta? Niente anticipazioni, vi toccherà seguirci…

SeiOttavi, 2015 © Giuseppe Sinatra

Lorena Nasi

Grafica pubblicitaria da 20 anni per un incidente di percorso, illustratrice autodidatta, malata di fotografia, infima microstocker, maniaca compulsiva della scrittura. Sta cercando ancora di capire quale cosa le riesca peggio. Ama la cultura e l'arte in tutte le sue forme e tenta continuamente di contagiare il prossimo con questa follia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.