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Microsociologia del pendolarismo: la forma di vita del pendolare-smart

dalla newsletter n. 34 - dicembre 2023

10 minuti di lettura

Sociologia, pendolarismo e quotidianità

Il sociologo milanese Guido Marinotti definisce il pendolare essenzialmente come quella tipologia di persona che si reca nelle grandi città solo per lavorare o studiare, ma che vive altrove. Qual è questo altrove? E perché è rilevante?

Limitando l’indagine al pendolarismo ferroviario, che per certi aspetti appare il più critico, si potrebbe rispondere che il pendolare abita i punti ristoro delle stazioni, le edicole, le biglietterie. Abita le banchine in prossimità dei binari, i posti a sedere, i luoghi di passaggio tra un vagone e l’altro, i tornelli delle metropolitane. Questi luoghi pubblici sono l’altrove del pendolare, quindi, che abita i trasporti pubblici (bus, treni, metro, tram) per lassi di tempo più o meno prolungati. In questo senso, il pendolarismo è un microcosmo di esperienze, che ha effetti pratici variegati sulla vita dell’individuo e della collettività, a diversi livelli.

Microsociologia del pendolarismo

In questa sede la riflessione sull'”altrove“, di cui si diceva all’inizio, verrà introdotta per concetti sul piano della microsociologia, ossia sul piano delle relazioni inter-individuali, con focus “micro” sul singolo, e sull’aspetto della sostenibilità emotiva e ambientale. Si tratterà di chiedersi: che effetti ha il pendolarismo, (come forma di vita) sul singolo? Quali sono le sue caratteristiche strutturali?

Il concetto di nonluogo: treni, metro e tram

Il primo concetto utile per l’analisi è quello di nonluogo, introdotto dall’antropologo francese Marc Augè nel saggio del 1992 Non Luoghi per descrivere le specificità della società submoderna, segnata dalla precarietà e dall’individualismo. I nonluoghi sono per definizione quelli spazi non antropologici, nel senso di non identitari, non relazionali e non logici, in cui gli individui transitano senza stringere relazioni, riconoscere segni di appartenenza, o riconoscersi in storie condivise.

Allora la domanda diventa: il pendolare incontra dei nonluoghi?

Entro certi limiti, certamente sì. Di frequente, l’esperienza del “pendolare ferroviario” rientra nella fattispecie descritta da Marc Augé

Alexia Buondioli

Laureata in Filosofia Teoretica ed iscritta alla magistrale di Scienze Filosofiche presso Unimi, individuo nella scrittura e nel viaggio le mie frontiere esistenziali. Mi nutro di attività sportiva, relazioni interpersonali e caos creativo.

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