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Ponte di Veja (Verona), tutto quello che c’è da sapere

Abbiamo chiesto ai collaboratori di Frammenti Rivista di raccontarci i propri luoghi del cuore. L’obiettivo? Costruire una mappa delle bellezze del nostro Paese, viste con gli occhi di chi, questi luoghi, li ama davvero.

1 minuto di lettura

Luogo è in inferno detto Malebolge,
tutto di pietra di color ferrigno,
come la cerchia che dintorno il volge.

Siamo nell’Inferno dantesco, XVIII canto, dove vengono puniti diversi tipi di dannati fra cui gli ipocriti, i ladri e i lusingatori.

Ma al Ponte di Veja non troverete nulla di demoniaco. Solo un’infinita pace e un silenzio rotto unicamente dallo scrosciare di una piccola cascata lì vicino. Anche se un tocco di mistero aleggia comunque fra le grotte situate sotto il ponte naturale più grande d’Europa.

Ubicato in Lessinia Occidentale, ai confini del comune di Sant’Anna d’Alfaedo (VR), il Ponte di Veja è il maestoso risultato della lenta erosione carsica. Un luogo che è stato casa dei nostri antenati, gruppi di cacciatori e raccoglitori i quali non potevano trovare posto più accogliente, circondati da acqua, selce e ripari. Nelle due grotte alla basa del ponte, sono stati ritrovati numerosi reperti risalenti addirittura al Paleolitico medio e inferiore.

Questo spazio non fu solo un luogo utile alla sopravvivenza, ma anche ispirazione per artisti e poeti. Fra tutti ricordiamo Dante Alighieri. Tradizione vuole infatti che, mentre soggiornava a Verona durante il suo esilio da Firenze, Dante sia rimasto così colpito dal Ponte di Veja da “rubare” la struttura per l’ottavo cerchio dell’Inferno della «Divina Commedia». E come dargli torto? Un’arcata di circa quaranta metri, con uno spessore minimo di nove metri e una larghezza di venti metri. Da restare a bocca aperta.

Poco più in là del Ponte di Veja, sorge il famoso castagno secolare dedicato a Dante, sotto le cui fronde ci piace immaginare il sommo poeta intento a scrivere o a riposare. Una multisecolare pianta che già esisteva prima del 1300 e che oggi, anche se la sua folta chioma non è più quella di un tempo, possiamo ammirare non senza emozione.

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Azzurra Bergamo

Classe 1991. Copywriter freelance e apprendista profumiera. Naturalizzata veronese, sogna un mondo dove la percentuale dei lettori tocchi il 99%.

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