Recuperati dai Carabinieri
i preziosi gioielli trafugati
al Museo Nazionale Etrusco

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carabinieri gioielli valle giulia (5)

ROMA – Questa mattina i Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, al termine di una complessa attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno restituito al patrimonio culturale italiano eccezionali beni, risalenti alla metà del 1800.

Il 30 marzo 2013, presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, vennero trafugati 27 gioielli in oro e pietre appartenenti alla collezione Castellani. Il danno riferito al valore patrimoniale dei beni supera i tre milioni di euro.

La complessa attività investigativa condotta dal Reparto Operativo del Comando Carabinieri TPC ha consentito di ricostruire l’organizzazione del reato ed i tentativi di ricettazione degli ori, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Roma con Giancarlo Capaldo e Tiziana Cugini, rispettivamente Coordinatore del Gruppo reati contro il patrimonio culturale e Sostituto Procuratore titolare del fascicolo processuale.

La prima fase dell’indagine ha avuto come protagonisti un antiquario romano ed una cittadina russa, la quale aveva commissionato gli ori Castellani.

Nel corso dei primi accertamenti tesi a monitorare il comportamento dell’antiquario romano, ritenuto il principale ricettatore degli ori, il personale operante ha effettuato un controllo presso l’area partenze dell’aeroporto “Leonardo Da Vinci” di Roma, dove la figlia di quest’ultimo si era recata insieme alla russa la quale doveva  prendere un volo per San Pietroburgo. Durante il controllo, la donna è stata identificata e trovata in possesso di un catalogo e di foto delle vetrine degli ori e dell’impianto di videosorveglianza delle sale del Museo Nazionale Etrusco.

Il clamore dell’assalto a Villa Giulia e l’azione preventiva dei Carabinieri del TPC  hanno scoraggiato la cittadina dell’est a concludere l’acquisto dei gioielli (la collezione sarebbe andata certamente in Russia). Venuto meno l’acquisto, al fine di sfuggire alle indagini, gli autori materiali del “colpo” si sono rivolti a ricettatori locali per tentare di immettere sul mercato clandestino i preziosi ori. Le conseguenti attività tecniche  evidenziavano il ruolo svolto da  due pregiudicati, i quali coinvolgevano nella vendita degli ori anche un libero professionista, al fine di avere un aiuto nel piazzarli tra i suoi facoltosi clienti.

Il video del furto:

Inoltre, l’analisi dei tabulati telefonici ha consentito di individuare un gruppo di pluripregiudicati gravitanti nel territorio di Aprilia e nell’agro-pontino,in collegamento fra loro. Dalle attività in corso, si è appreso che i preziosi stavano per essere ceduti a facoltosi acquirenti.

Lo scambio si sarebbe dovuto svolgere di notte a Fiumicino in un bar, non precisato, sulla via Portuense, in una zona scarsamente abitata. Durante il servizio, l’attenzione degli operanti è ricaduta su due soggetti i quali, una volta che i carabinieri hanno deciso di avvicinarsi per procedere all’identificazione, ancor prima di essere raggiunti si sono dati precipitosamente alla fuga a bordo di una Fiat Punto: in quel momento,  uno dei due, per impedire l’inseguimento, ha lanciato una busta, peraltro caduta sulla carreggiata, in cui sono stati rinvenuti 7 oggetti in oro appartenenti al gruppo rubato al Museo di Villa Giulia.

Successivamente, in seguito ad una fedele ricostruzione del contesto in cui era maturato il furto, è stata impressa un’accelerazione all’attività attraverso anche perquisizioni a carico degli indagati. La pressione investigativa, frutto di indagini durate – senza sosta – per oltre tre anni attraverso centinaia di intercettazioni e decine di perquisizioni, ha consentito il recupero di 23 (certamente quelli di maggior pregio artistico) dei 27 preziosi, l’individuazione della batteria degli esecutori del furto, nonché l’identificazione  dei ricettatori, con l’avviso di conclusione indagini a carico di sei persone. Nel corso delle attività, inoltre, sono anche stati  tratti in arresto in flagranza di reato due indagati, rispettivamente  per stupefacenti e per detenzione illegale di una pistola calibro 357 magnum.

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Redazione

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