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Ritrovata la sala usata
da Leonardo da Vinci
come set de l'”Ultima cena”

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6 minuti di lettura
Leonardo da Vinci, "Ultima cena" - tempera grassa su intonaco - 460×880 cm - 1494/1498
Leonardo da Vinci, “Ultima cena” – tempera grassa su intonaco – 460×880 cm – 1494/1498

CIVATE (LC) – L’Ultima cena di Leonardo è ambientata in una stanza realmente esistente o in un luogo partorito dalla fantasia del genio toscano? Il dilemma che per secoli ha diviso addetti ai lavori e non potrebbe finalmente essere stato risolto.

Come riportato dai colleghi di LeccoNews, infatti, una ricerca del portale viestoriche.net sembrerebbe aver trovato nel monastero di San Calocero a Civate, piccolo paese alle porte di Lecco, il set della celeberrima opera leonardesca.

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La sala del monastero di San Calocero a Civate dove si suppone sia stata ambientata l'”Ultima cena”
Esterno del monastero di San Calocero a Civate
Esterno del monastero di San Calocero a Civate

Il monumentale dipinto murario fu realizzato da Leonardo tra il 1494 e il 1498 a Milano, nel convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie. L’artista si trovava nella città lombarda già 1482 e sono documentati alcuni viaggi compiuti nelle zone limitrofe, tra Como, Bellagio, la Valsassina e la Valtellina. Il panorama dell’alta Brianza era dunque ben noto a Leonardo.

civate mappa

L’elemento da cui è partita la ricerca è la luce, vera e propria peculiarità dell’opera, che entra nel dipinto dalle tre finestre poste sullo sfondo e illumina dal basso il soffitto e la parete destra. L’ipotesi dei ricercatori – Dario Monti e Rosalba Franchi – è che la sorgente di una tale luce particolare sia il riflesso del sole su uno specchio d’acqua.

Inoltre dalle finestre si scorge un panorama collinare, separato dall’osservatore come da una valle, insieme a un campanile e ad alcune abitazioni. Sempre riguardo allo sfondo, secondo i due ricercatori le tre sezioni di panorama che si intravedono dalle finestre sembrano far parte di un unico disegno con un orientamento, suggerito dalla provenienza della luce, sud-est o sud-sudest.

A questo bisogna aggiungere l’architettura della sala. Facendo le proporzioni, la tavola centrale nel dipinto nella realtà misurerebbe circa 5 metri di larghezza ed è disposta parallelamente al lato più corto della stanza, la quale a sua volta risulterebbe dunque essere larga poco meno di 7 metri. Nel dipinto inoltre, oltre alle tre già citate finestre, sono presenti un soffitto a cassettoni, un pavimento a quadri e delle figure scure – probabilmente arazzi – alle pareti.

In base a quanto detto in merito alla provenienza della luce, secondo gli studiosi la località in cui si ipotizza sia ambientata l’Ultima cena doveva trovarsi o sul Lario o sull’Adda o su uno dei laghi minori della Brianza. In particolare è stato l’orientamento della vista verso sud-est a far propendere per quest’ultima soluzione.

Il panorama che si osserva dalle tre finestre inoltre è incredibilmente simile alla vista sulla Brianza che si gode dalle alture sopra l’abitato di Civate, paese affacciato sul lago di Annone: la cima di San Genesio e la gobba del Campanone di Brianza, oltre al campanile della chiesa di Annone Brianza.

Resta così un ultimo nodo da sciogliere: ipotizzando che Leonardo abbia preso davvero spunto dal panorama di cui si gode da Civate, la sala in cui è ambientata l’Ultima cena esiste davvero o no?

La risposta è che sì, esiste davvero, almeno secondo i ricercatori. Essi infatti hanno trovato all’interno del monastero di San Calocero una sala, di epoca rinascimentale, incredibilmente simile – se non identica – alla sala che fa da ambientazione del convivio. Nonostante le ristrutturazioni subite dal locale, la struttura della stanza (un refettorio) è rimasta intatta, dal soffitto alle finestre alle pareti. In effetti, guardando le foto, sono più le somiglianze che le differenze.

Interpellato da LeccoNews, Dario Monti ha illustrato la ricerca più nel dettaglio.

Non si potrà mai avere la certezza che l’Ultima cena sia ambientata realmente nel monastero civatese, in quanto manca la conferma diretta di Leonardo. Si possono solo avanzare ipotesi e, in questo caso, l’ipotesi è ben più che ragionevole.

Veduta del centro storico di Civate. In evidenza l'ingresso del monastero di San Calocero
Veduta del centro storico di Civate.
In evidenza l’ingresso del monastero di San Calocero

Immagini da www.viestoriche.net

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Michele Castelnovo

Classe 1992. Laureato in Filosofia. Giornalista pubblicista. Direttore di Frammenti Rivista e del suo network. Creator di Trekking Lecco. La mia vita è un pendolo che oscilla quotidianamente tra Lecco e Milano. Vedo gente, scrivo cose. Soprattutto, mi prendo terribilmente poco sul serio.

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