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Siamo tutti coinvolti

6 minuti di lettura

L’Italia ad oggi è ancora uno dei Paesi più sviluppati e ricchi al mondo, ed è in una tanto amata democrazia.

Democrazia. E’ patrimonio ormai di tutti la sua etimologia, governo del popolo – quello stesso popolo che la bistratta -, e che nasce nell’antica Grecia, da quei vecchi saggi.

Il concetto di democrazia però si è andato modificando nel corso del tempo; oggi la parola non è più identificata soltanto col sistema governativo, ma è automaticamente collegata a tutta una serie di diritti che nel corso dei secoli sono stati conquistati.

Sarebbe lapalissiano dire che anche la sovrappopolazione ha avuto il suo peso nella mutazione del senso di democrazia e della sua conduzione, in Italia come nel resto del mondo.

C’è chi la intende come un catalogo di diritti e nessun dovere.

Da sempre, ma dopo l’ultimo boom economico in particolar modo, la nostra ricchezza si basa sulla povertà degli altri popoli. Popoli che avrebbero potuto seguire un processo di evoluzione proprio, ma che gli è stato negato attraverso la loro sottomissione – sottoforma di schiavitù economica o fisica – che ha prodotto la ricchezza delle culture occidentalizzate, quelle cosiddette civili.

Questo accanimento ha un senso. Le risorse non bastano per tutti.

La Terra che calpestiamo tutti i giorni non ha risorse infinite e non ce la fa a sostenere tutti i suoi abitanti. Così, come nella natura, i pesci grossi mangiano quelli più piccoli.

E’ la cosa più naturale di questo mondo. Ma questo concetto di natura selvaggia dentro ogni singola persona non è ben accetto e generalmente si preferisce negare l’evidenza, nel frattempo però miliardi di persone vessano in condizioni di estrema povertà.

Un singolo cittadino occidentale ha un impatto ambientale centinaia e centinaia di volte maggiore a quelle di un africano. E questa è la dimensione della nostra ipocrisia.

Infatti democrazia è diventata solo una parola confortante: tutto ciò che avvantaggia un cittadino occidentale è democrazia. Se ciò non avviene è dittatura.

Democrazia è quindi giustizia, anche se un po’ faziosa. Tutto ciò che avviene nel mondo democratico è giusto.

Nessuno Stato occidentale fa guerra, al massimo esporta democrazia.

Non importa quanti civili muoiano durante i bombardamenti, alla fin fine stiamo esportando democrazia e di questo dovrebbero ringraziarci.

E anche i più accaniti pacifisti urlano, protestano, si dimenano, ma si devono arrendere all’inutilità effettuale delle loro azioni.

pace

Questi, quando verrà il giorno delle elezioni, sono dell’idea che con una matita – se tutti uniti nello stesso ideale – potranno porre fine a quel Governo assassino sostituendolo con un altro. Ma un popolo che non vuole rinunciare ai suoi privilegi non potrà mai ottenere pace, e quindi chi sostituirà il precedente governo – qualora non ci sarà una riconferma – non potrà essere meno assassino del precedente. Ecco perché il voto è solo un mezzo per cambiare il carnefice.

Non importa quanti sono costretti alla miseria per permetterci di mantenere il nostro tenore di vita. Se metà della popolazione tenesse il tenore di vita degli americani la Terra non durerebbe una settimana.

E quindi bisogna tenere lontani i più dalla crescita economica.

Un esempio.

Molti Stati hanno delle centrali nucleari che per funzionare vanno fornite di uranio.

Questo metallo radioattivo va da qualche parte preso, dalle miniere. Per estrarre questo metallo servono persone. Queste persone stando a contatto diretto col minerale si ammalano e muoiono.

Muoiono perché altre possano avere la corrente elettrica per ricaricare i cellulari.

centrale nucleare

E ancora.

Per le tecnologie, smartphone, ad esempio, o anche consolle per videogiochi e addirittura per varie componenti degli aerei, viene utilizzata una polvere di un metallo – la tantalite – poiché aumenta la potenza riducendone i consumi energetici. Questo metallo viene estratto per lo più nei paesi africani, Congo principalmente. Gli interessi economici per l’estrazione di questo metallo fanno nascere delle vere e proprie faide, delle guerriglie tra organizzazioni paramilitari.

Ciò non basta. Il Coltan (chiamano così il metallo perché formato da colombite e tantalite) è leggermente radioattivo. Ciò vuol dire che anche per l’estrazione di questo metallo la gente si ammala di cancro.

coltan

Da qui tante domande:

Chiudere gli occhi sui disastri che il nostro tenore di vita impone ci rende democratici?

La nostra è una cultura? Si può definire civile?

Chi si scandalizza per un qualsiasi gesto violento non vede il fiume di sangue su cui cammina, mangia, si siede e dorme?

 

“Provate pure a credervi assolti, siete lo stesso coinvolti”.

de andrè

 

Redazione

Frammenti Rivista nasce nel 2017 come prodotto dell'associazione culturale "Il fascino degli intellettuali” con il proposito di ricucire i frammenti in cui è scissa la società d'oggi, priva di certezze e punti di riferimento. Quello di Frammenti Rivista è uno sguardo personale su un orizzonte comune, che vede nella cultura lo strumento privilegiato di emancipazione politica, sociale e intellettuale, tanto collettiva quanto individuale, nel tentativo di costruire un puzzle coerente del mondo attraverso una riflessione culturale che è fondamentalmente critica.

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