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Tenebre o resistenza? Il futuro dell’Europa al bivio

5 minuti di lettura

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di Aurelio Lentini

Scrivere un aggiornamento “tecnico” vorrebbe dire far magari delle belle considerazioni intorno a qualche dato o iniziativa politica, che si susseguono a rotta di collo, e produrre – per fortuna nel digitale non sprechiamo carta – un articolo che tra due ore diventi carta digitale straccia.

Se infatti l’altro ieri (venerdì) cominciava a circolare il piano greco e allora dai giù di bile e mal di pancia per dar contro a quelli che scrivevano che le cose erano uguali a prima e Tsipras si era calato le braghe, e ieri (sabato) dopo le dovute analisi, dichiarazioni, letture e riflessioni si poteva dire che le riforme magari non è che ci piacessero davvero, tuttavia per tre anni la Grecia si sarebbe tolta il cappio dal collo, ma nemmeno il tempo di scriverlo che voilà Panzer ordolibersiti scendono nei Balcani e si dicono pronti a invadere la Grecia. Che sarebbe stata circa la stessa cosa.

gr15-565x318Perché delle due l’una: o siamo cretini noi o le cose non stanno come le vediamo. E forse è proprio questa realtà di cartapesta, che alle lenti colorate di Kant porrebbe un problema mica da poco, a farci diventare tutti imbecilli con lo sguardo perso e increduli di fronte a quello che ci si palesa davanti agli occhi, e subito si rincorrono telefonate e commenti scorati: ma come? Che hanno fatto? Hanno proposto un’uscita dall’euro per 5 anni?

Dunque delle due l’una, o diventiamo schizofrenici o ci sottraiamo a questa logica del discorso, perché il linguaggio presuppone un codice condiviso per essere non dico veritiero ma quantomeno esaustivo, e se dico giallo devo essere sicuro che anche tu pensi quel colore lì dei pulcini. Se poi però, tutti e due diciamo giallo, ma tu sei disonesto perché pensi rosso, o in questo caso direi nero, allora non si viene più a capo di nulla.

Quindi cominciamo a parlare d’altro, e prepariamo il terreno (con chi parla la nostra lingua) per i tempi di carestia che verranno. Ci sono troppe cose sulle quali, colpevoli di correre appresso a questa mistificazione, non ci stiamo soffermando a riflettere per prendere una qualche iniziativa:

  1. L’insistenza criminale di parte della destra Europea a voler condurre in porto ad ogni costo o un colpo di stato che abbatta un governo democraticamente eletto o la capitolazione della Grecia, certificherebbe non solo la velleità politica dei parlamenti nazionali, ma degli stessi Stati-Nazione in quanto tali. Non si tratterebbe allora di venire a capo di una frattura dell’Europa ma degli stessi principi e delle forme di governo, già pesantemente delegittimate, ma ora completamente esautorate. In parole povere, a cosa serve eleggere i parlamenti nazionali se tanto, come sapevamo già, le decisioni sui loro destini vengono prese altrove?
  2. Farebbe, anzi fa già, ridere sentir parlare di pietra tombale sull’Europa: perché l’idea che abbiamo di Europa è già stata uccisa e sotterrata da tempo. Ciò di cui ci ostiniamo a discorrere non è che un simulacro vuoto e burocratico atto a non perpetuare nient’altro nella storia se non la sua parvenza.
  3. In tal senso emerge con evidenza la necessità imminente di una vera soggettività politica internazionale, capace, se non altro, di costruire un fronte comune e popolare di resistenza contro il tentativo ora manifesto di sovvertire i principi di convivenza democratica.

Il popolo greco ha, e avrà, l’immenso merito di aver lacerato la cartapesta e consentito a chiunque abbia ancora occhi per vedere di scorgere l’orrenda verità che si celava dietro. Se il momento era storico ieri oggi diventa epocale, e segna il cammino stesso della storia che da domani comincerà a compiersi: se caleranno passivamente le tenebre o ci sarà una resistenza. Delle due, per chi è consapevole, l’una: o si resta spettatori nell’arena e si assiste al compimento del massacro, oppure ci si alza dignitosamente, si esce fuori, e si comincia a organizzare la resistenza.

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Redazione

Frammenti Rivista nasce nel 2017 come prodotto dell'associazione culturale "Il fascino degli intellettuali” con il proposito di ricucire i frammenti in cui è scissa la società d'oggi, priva di certezze e punti di riferimento. Quello di Frammenti Rivista è uno sguardo personale su un orizzonte comune, che vede nella cultura lo strumento privilegiato di emancipazione politica, sociale e intellettuale, tanto collettiva quanto individuale, nel tentativo di costruire un puzzle coerente del mondo attraverso una riflessione culturale che è fondamentalmente critica.

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