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«The Sharks» («Los Tiburones») e gli altri. I vincitori del Milano Film Festival

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Al termine di una settimana piena di emozioni e sorprese, si è conclusa la 24a edizione del Milano Film Festival, dedicata ai lungometraggi incentrati sul tema del coming-of-age, il passaggio all’età adulta di giovani protagonisti. 

I sette film, selezionati tra quasi quattrocento pellicole, hanno suscitato grande entusiasmo sia nel pubblico sia tra gli esperti: A Certain Kind of Silence, opera prima del regista ceco Michael Hogenauer, si è aggiudicato il Premio del Pubblico grazie ad atmosfere da Handmaid’s Tale unite ad una fotografia impeccabile; Swallow, dell’americano Carlo Mirabella-Davis, e Koko-di Koko-da, scritto e diretto dall’emergente regista danese Johannes Nyholm, si sono classificati al terzo e secondo posto, rispettivamente, nella corsa al Premio Internazionale Miglior Lungometraggio, grazie all’”orrore psicologico” che sono stati in grado di trasmettere alla giuria. 

Ma ad uscire vincente dalla competizione è stata l’opera prima della regista uruguagia Lucìa Garibaldi, The Sharks. In uno stile che ricorda il neorealismo di De Sica e la nouvelle vague della Francia anni ’60, il film racconta la quotidianità di Rosina (Romina Bentancur), ragazza quindicenne che attraversa la fase del risveglio sessuale. Provenendo da una famiglia povera, in cui l’arrangiarsi è all’ordine del giorno, Rosina è costretta ad aiutare il padre giardiniere in lavori manuali: è qui che la giovane si innamora di Joselo, aiuto-giardiniere  che non disdegna le attenzioni di ragazze minorenni. Attraverso lo sguardo di Rosina, The Sharks riflette sulla società, sui media e sul concetto di collettività in Uruguay

Tutti i vincitori del Milano Film Festival

La locandina ufficiale del festival

The Sharks e l’interpretazione di Romina Bentancur

La forza del film di Lucìa Garibaldi sta tutta qui, nel mix tra cinema d’altri tempi e moderna rappresentazione dei problemi quotidiani di una quindicenne innamorata (e delusa). Romina Bentancur offre un’interpretazione straordinaria che le è valsa il Premio N.A.E. alla Miglior Attrice: la sua performance attoriale è tanto più impressionante se si pensa che la giovane non ha mai recitato prima, nè preso parte a tradizionali corsi di recitazione. 

Il personaggio di Rosina sullo schermo è difficile da delineare. Estremamente genuino e vero, trasmette una varietà di emozioni attraverso semplici sguardi, movimenti del corpo e decisioni (spesso) discutibili, tipiche della fase adolescenziale.
Per lo spettatore, Rosina, rischia di diventare una protagonista poco piacevole, quasi antipatica, poiché molte delle sue scelte in The Sharks sono il frutto di un atteggiamento dispettoso, al limite del capriccio. Ma la scrittura del personaggio prevede proprio questo e funziona talmente bene da mettere il pubblico quasi a disagio, incapace di immedesimarsi nel personaggio principale.

TheSharks_Trailer from Milano Film Festival on Vimeo.

A proposito di elementi che il pubblico potrebbe trovare difficili da digerire, il ritmo di The Sharks è particolarmente lento e, nonostante la storia progredisca in maniera naturale e non forzata, il film non presenta alcun momento di particolare tensione o intrattenimento. Ancora una volta, lo sviluppo soporifero della storia è al servizio del realismo: The Sharks punta ad imitare i tempi della vita tediosa di una ragazza comune, piuttosto che a soddisfare il publico con scene ovvie e prevedibili. 

da Panorama

Al di là di alcuni aspetti discutibili, The Sharks apprezzato e premiato anche al Sundance Film Festival 2019 – rimane un’impressionante opera prima che mostra il talento della sua protagonista tanto quanto quello della regista. Nonostante l’apparente semplicità del racconto, fotografia e scenografie sono ponderate per trasmettere un senso di tediosa monotonia al pubblico, così come il montaggio che spesso fa soffermare la telecamera sul punto focale più a lungo di quanto ci si aspetti. Da non trascurare, ovviamente, le riflessioni su femminismo e mascolinità tossica che il film induce ad affrontare: si tratta di temi delicati che Lucìa Garibaldi abilmente inserisce tra le pieghe della trama. 

Luca Pincelli

Redazione

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