Su Change.org è partita, per iniziativa di Annamaria Testa, una petizione per chiedere al Governo italiano, alle amministrazioni locali, alle imprese e ai mezzi di comunicazione di parlare maggiormente in italiano.
Le lingue si sa, più sono diffuse nello spazio e nel tempo, più vengono sottoposte a mutamenti di sorta e l’italiano, quarta lingua più studiata al mondo, non fa eccezione. Prestiti e calchi su altri idiomi sono inevitabili per riferirsi a concetti sconosciuti o di recente introduzione ed ecco che parole come computer, strudel, kitsch non hanno corrispondenti altrettanto significativi nella nostra lingua.
Ma quanti sanno che anche l’italiano ha funzionato da modello, in più di un’occasione, a quelle lingue che tanto oggi piace imitare? Pensiamo al campo della musica e dell’arte, ma anche a termini più umili e quotidiani come cappuccino e mortadella.
Eppure da qualche anno a questa parte, ma specialmente negli ultimi tempi, si assiste continuamente ad un vero e proprio abuso di prestiti dal francese ma specialmente dall’ inglese. Tralasciando l’ultimo scivolone del Ministero per i beni e le attività culturali (con il portale goffamente chiamato Very bello), i nostri rappresentanti utilizzano in maniera reiterata formule come jobs act, spending review ed election day. Ma è davvero così fuori moda dire legge sul lavoro o giorno delle elezioni? L’efficacia e l’intensità a ben vedere appaiono esattamente le stesse, eppure si preferiscono i forestierismi.
Per ovviare a questa situazione, la petizione si rivolge all’ Accademia della Crusca affinché possa sostenere presso i media, il Governo e le imprese, l’importanza e la bellezza della lingua italiana. Tra i vari punti, in cui efficacemente si fa riferimento alla lingua come strumento e simbolo d’identità di un popolo, si chiede alla Crusca che, come già avviene in Francia, Germania e Spagna, vengano attivate iniziative e servizi utili a promuovere e a diffondere l’impiego consapevole delle parole italiane.
Qui trovate il link per leggere ed eventualmente firmale la petizione :Un intervento per la lingua italiana: #dilloinitaliano
Parlare italiano non significa chiudersi ma aprirsi al mondo, forti della propria cultura e della propria identità perché «Da Dante a Galileo, da Leopardi a Fellini: la lingua italiana è la specifica forma in cui si articolano il nostro pensiero e la nostra creatività».
G.A.