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«16 marzo», un viaggio nell’universo di Achille Lauro

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3 minuti di lettura

Il libro 16 Marzo – L’ultima notte di Achille Lauro (acquista) è un delirio allegorico di segni visivi e immagini simboliche. I testi, poeticamente esposti al verso libero, ispirati al carattere istintivo e puro della creazione artistica, racchiudono il disincanto passionale e teatrale della vita, nelle atmosfere fumose e decadenti delle illusioni e dei desideri.

L’inferno meraviglioso di Achille Lauro

In un trascinante racconto poetico Achille Lauro scorre lungo le 24 ore del 16 marzo aprendo la porta del suo onirismo notturno per poi approdare all’alba e recitare la parte da uomo di successo. Il libro non è un semplice compendio alla canzone ma un viaggio inedito alle radici della creatività e dell’ispirazione di un grande artista. E insieme è un vibrante, irresistibile poema d’amore.

La libertà lunatica dell’autore, svincolata da regole convenzionali, guida la ricerca degli affetti e si nutre di tutte le sue ossessioni biografiche, contaminando la sincera voglia di perdersi in inferni meravigliosi, in esaltazioni e infatuazioni per la commedia umana, nella vertigine delle percezioni.

La copertina del libro "16 marzo - L'ultima notte" di Achille Lauro.

16 marzo di Achille Lauro: l’idealizzazione dell’amato

Lo specchio profondo della miseria e dello sconforto è il riflesso dell’altra parte di sé, l’eterna maschera di chi, equilibrista dell’anima, si affida a una disillusa ma quanto mai solenne recita, incline alle suggestioni dell’ambizione e della speranza.

Achille Lauro guarda alle colpe, agli errori e alle trasgressioni degli uomini attraverso una lente deformante che intensifica la consapevolezza degli inganni, del disamore, della resa incondizionata all’idealizzazione della persona amata. Questa esiste, infatti, solo come creazione nell’immaginazione, una trasposizione inconsapevole della presenza che stordisce e divora l’innocenza dell’anima. L’autore padroneggia il mondo che attraversa con un’aspirazione inconfessata all’amore, alla disperata relazione con la felicità.

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Achille Lauro sa flirtare amabilmente con la malia delle imprevedibilità e le contraddittorietà delle invocazioni interiori, defunte preghiere mistiche e infedeli incise sul fatalismo misterioso dell’equilibrio emotivo. L’autore celebra e dimentica l’amore nell’eleganza del disprezzo e sostiene la sua icona alterando la creatura tra il talento e l’abisso nascosto nelle sue “letterarie” inquietudini.

Rita Bompadre

 


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