«Meglio far venire la fame di cultura ai giovani». In un’intervista del Corriere della Sera il neo-ministro alla Cultura Alberto Bonisoli ha ventilato l’ipotesi di abolire 18App, il bonus cultura di 500 euro, destinato da due anni ai neo-diciottenni.
Le contraddizioni dell’intervista
Nell’intervista del 16 giugno al Corriere, il ministro Bonisoli parla delle direttive della sua politica culturale. Le contraddizioni ci sono, e molte.
Il ministro (dopo essersi cripticamente descritto come “un conservatore, ma anche un evolutore”) sostiene con energia che «ciò che conta è la crescita dei valori nella società, soprattutto nelle nuove generazioni». Alla domanda successiva però Bonisoli avanza perplessità sul lavoro del suo predecessore, Dario Franceschini. «In alcuni casi», dice «era meglio spendere diversamente i soldi», soprattutto per il bonus 18App. Secondo Bonisoli, l’investimento di 200milioni per 18App è discutibile. Insomma, bisogna incentivare «la crescita di valori nelle nuove generazioni», ma 500 euro da spendere in cultura sono superflui.
«Meglio far venire la fame di cultura ai giovani, facendoli rinunciare a un paio di scarpe». Il ministro dimentica (o non vuole ricordare?) che in alcune realtà il problema non è «rinunciare a un paio di scarpe», ma riuscire a comprarle. Ed è in casi come questi che gli incentivi statali sono necessari.
Il PD insorge: «18app non si tocca»
La risposta del Partito Democratico non si fa attendere. Il PD, padre del bonus 18App instituito dal Governo Renzi, difende l’importanza dell’iniziativa. L’account Twitter del partito ha già lanciato l’hashtag #18appnonsitocca e pronte sono state le risposte di deputati e cittadini.
Un ruolo attivo nella polemica è svolto dalla deputata dem Anna Ascani, che il giorno stesso dell’intervista ha registrato un appello, in cui sottolinea il valore di 18App.
Perchè la cultura è importante
Il discorso sulla cultura va aldilà di ogni credo politico, perché prima ancora di costruire l’identità di una nazione, costruisce quella di ogni essere umano. Per questo incentivi statali come 18App sono importanti, qualsiasi partito politico ne sia il promotore.
A prescindere dalla possibilità di una famiglia di comprare o no le scarpe al proprio figlio, gli incentivi alla cultura lanciano un messaggio importante. Ossia mostrano uno Stato interessato a crescere cittadini consapevoli e ad aiutarli qualora i loro mezzi siano limitati.
Conoscere il passato e le sue grandi menti significa conoscere il mondo. Conoscere il mondo significa sapere come migliorarlo.
«Quando ero un’adolescente, i libri mi hanno salvato dalla disperazione: ciò mi ha convinto che la cultura è il più alto dei valori.»
Simone de Beauvoir