Lenape New York

Prima di New York (e pure di Nieuw Amsterdam)

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Anche il 15 aprile 1524, come accadeva da una trentina d’anni senza soluzione di continuità, un navigatore europeo stava esplorando le coste delle Americhe, sospinto in varia misura dalla ricerca di gloria, ricchezza, nuove rotte commerciali. Era nato nel Chianti da una famiglia nobile e il suo nome era Giovanni da Verrazzano.

A quell’altezza cronologica il collaudato grande affare dei regni europei consisteva nel finanziare spedizioni che potessero farli entrare nel nuovo circuito economico che si stava costituendo grazie alla scoperta di un nuovo continente. E pensare che qualcuno ancora era convinto che quell’enorme massa di terre emerse fossero le Indie… Da Verrazzano, assoldato dal re di Francia Francesco I, stava cercando una rotta che permettesse di circumnavigare il Nuovo Mondo e arrivare nel Pacifico – e quindi in Asia – passando da nord-ovest, alternativa a quella scoperta da Ferdinando Magellano solo quattro anni prima.

Partendo dalla Normandia, Verrazzano si avventurò dunque lungo quella che oggi è la East coast degli Stati Uniti, doppiando Cape Fear e volgendo la prua della nave La Dauphine verso nord: era inevitabile che a un certo punto si imbattesse nella baia in cui sarebbe sorta la città di New York, che non era disabitata né incontaminata: come in numerose altre località l’equipaggio si imbatté in villaggi popolati da nativi, con i quali ebbero incontri a loro dire fugaci e pacifici: i racconti dell’esploratore costruivano già il mito del buon selvaggio, innocuo e ingenuo, incuriosito dagli uomini con la carnagione chiara, incapace di dare il valore alla sua terra perché sottovalutava le risorse minerarie che le montagne potevano celare. Se avesse chiesto come chiamavano il loro popolo, questi avrebbero detto all’esploratore di essere Lenape appartenenti alla sotto-tribù dei Munsee.

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