Dal 24 marzo al 30 settembre nella suggestiva cornice di Palazzo Viani Dugnani a Verbania avrà luogo la mostra ARMONIE VERDI. Paesaggi dalla Scapigliatura al Novecento, un percorso particolare che si snoda tra le rappresentazioni paesaggistiche del secolo scorso e in grado di rimandarci uno spaccato di tre diverse epoche socio-culturali.
Il paesaggio: asse di un territorio
Il Museo del Paesaggio a Verbania nasce nel 1909 grazie al contributo del novarese Antonio Massara e oggi offre ancora al pubblico collezioni di pittura, scultura, archeologia e religiosità popolare che approfondiscono arte e personalità del territorio. Dove il Lago Maggiore è maestoso padrone, dall’Ottocento la natura si fa richiamo per il turismo d’élite e diviene campo importante di sperimentazione artistica.
L’arte per la filantropia
La rassegna nasce dalla collaborazione tra Fondazione Cariplo e Fondazione Comunitaria del VCO ed è alla quinta tappa (la prima del 2018) dell’iniziativa Open – tour di eventi espositivi che porta il patrimonio artistico della Cariplo in mostra in Lombardia. L’intento è quello di favorire lo sviluppo della comunità: così come il patrimonio della Fondazione è della collettività, allo stesso modo questo deve giovare al territorio.
La cornice: Palazzo Viani Dugnani
Fa sfondo all’esposizione un sobrio palazzo di epoca barocca dai meravigliosi soffitti con cassettoni e dipinti murali, recentemente ristrutturato recuperando antichi camini e porte storiche per illuminare nuovamente la struttura del fasto nobiliare che anni passati era stata occultata. Una cornice appropriata che accompagna con garbo il percorso della mostra.
![](https://www.frammentirivista.it/wp-content/uploads/2018/03/Soffitto_Verbania1.jpg)
Le opere inaspettate
Armonie verdi è un percorso sviluppato con attenzione che predilige ai grandi nomi della pittura la cura di ogni particolare: ecco quindi Il Lago di Mario Sironi e varie opere di Arturo Tosi, lasciate in deposito dagli eredi che hanno rifiutato le offerte di esposizioni internazionali ben più famose. Vince, in questo senso, l’approfondimento e la costruzione di una rassegna di spessore.
![Armonie verdi](https://www.frammentirivista.it/wp-content/uploads/2018/03/38.-Tosi-Cipresso-a-Zoagli-19271.jpg)
La prima epoca: la Scapigliatura
A fine Ottocento la natura diventa protagonista dell’arte grazie alla Scapigliatura mostrandosi attraverso il filtro della leggerezza quasi immateriale, anche se non mancano esempi di Divisionismo, Realismo e Romanticismo (da cui gli stessi Scapigliati – e Mario Tozzi in particolare – prendono linfa vitale). Mancano ovviamente i Futuristi che in quegli anni si scagliavano contro i cosiddetti laghettisti, preferendo la velocità e la modernità dei centri cittadini.
![Armonie verdi](https://www.frammentirivista.it/wp-content/uploads/2018/03/17.-Gola-Paesaggio-brianzolo-19151.jpg)
In Paesaggio brianzolo, opera di Emilio Gola del 1915, artista ricordato soprattutto come ritrattista attivo tra la Liguria e Venezia, il paesaggio è l’unico vero protagonista della scena. Rappresentata con pennellate veloci ma non caotiche, la natura – che ospita anche delle figure umane, ma subalterne alla scena – si sviluppa in forte legame con la luce, quasi quest’ultima fosse la vera plasmatrice della scena.
Ritorno all’ordine
La seconda sezione della mostra vede un mutamento di prospettiva pittorica: il paesaggio diventa una visione solida e di consistenza: i laghi paiono di pietra e la natura si fa costruzione sintetica. Sono gli anni successivi alla Grande Guerra e le vaporose visioni scapigliate lasciano spazio al costruito, stabile appiglio in anni di tanta precarietà.
![Armonie verdi](https://www.frammentirivista.it/wp-content/uploads/2018/03/31.-Sironi-Il-lago-19261.jpg)
Uno dei rappresentanti più belli di questa sezione è Il lago di Mario Sironi (1926). Il lago rappresentato nel dipinto non esiste, è un’invenzione dell’artista che lo costruisce con pennellate quasi circolari di colori che richiamano il cielo: acqua e nuvole si fondono in uno spettacolo naturale suggestivo e dai toni freddi.
Oltre il Novecento
A partire dagli anni Trenta il solido si sgretola e sulle tele degli artisti si fa strada la vulnerabilità: non si dipinge più col fiato degli scapigliati ma con l’ansia dell’uomo del Novecento. Ne risultano immagini lievi e che, ancora una volta nella storia dell’arte, sottolineano la piccolezza dell’uomo di fronte alla natura.
![Armonie verdi](https://www.frammentirivista.it/wp-content/uploads/2018/03/45.-Lilloni-Paesaggio-di-Lavagna-19341.jpg)
Uno dei dipinti più significativi di queste epoca è Paesaggio di Lavagna di Umberto Lilloni, in cui la rappresentazione apparentemente pacifica di una giornata di sole cela toni di grigio nell’acqua e nel cielo a testimonianza di ansia e inquietudine.
Non solo un museo di provincia
Il Museo del Paesaggio di Verbania si dimostra molto più di un piccolo museo di provincia, anche grazie a questo suggestivo e affascinante viaggio attraverso la rappresentazione della natura nel secolo scorso che ci racconta la visione del mondo nelle tre epoche del Novecento rappresentate. Una panoramica perfettamente riuscita e ottimamente curata grazie al contributo della storica dell’arte Elena Pontiggia e di Lucia Molino, responsabile della collezione Cariplo.
Sede espositiva
Palazzo Viani Dugnani, Via Ruga 44 – Verbania
Orari di apertura
Da Martedì a Venerdì 10.00 – 18.00
Sabato Domenica e Festivi 10.00-19.00