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Art Queer Habibi

Art Queer Habibi e la vita queer in Arabia Saudita

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4 minuti di lettura

Da quel 21 maggio, giorno in cui, a seguito di un lungo – e non poco faticoso – iter legis, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge 76/2016 (comunemente detta Legge Cirinnà) in materia di riconoscimento e regolamentazione delle unioni civili, promulgata dal Presidente della Repubblica il giorno precedente, sono passati già due anni. Tuttavia, è ben noto che quasi 4 miliardi di persone vivono in paesi in cui l’orientamento sessuale può costituire ancora reato e può essere punito con la detenzione, con pene corporali o, addirittura, con la pena capitale. Come nel caso dell’Arabia Saudita, dove la comunità queer vive una vita clandestina, circondata da un silenzio assordante.

Proprio da questo silenzio “fiorisce” Art Queer Habibi (il termine habibi può essere tradotto con “amore mio”), illustrazioni di un artista arabo – che ha scelto, per ovvi motivi, l’anonimato – volte alla sensibilizzazione sull’esistenza della comunità LGBTQA+ in Arabia Saudita. 

«Voglio mostrare al mondo che puoi vivere in un paese arabo ed essere gay, – racconta in un’intervista a PinkNews voglio rompere lo stigma che circonda i paesi arabi perché, alla fine, l’amore è un sentimento che va al di là di tutto e sperimentarlo è solo un miracolo, perché è il più puro. È come tornare a casa dopo un lungo viaggio».

Le illustrazioni

Le illustrazioni mostrano semplici (almeno per il mondo occidentale) attimi di vita quotidiana in un mondo privo di restrizioni morali e legislative; donne con e senza hijab nel retro di un taxi, coppie di giovani uomini dall’aspetto virile che si concedono una fuga romantica in auto – con tanto di bandiera arcobaleno – o momenti di intimità tra quattro pareti,  non sono che alcuni esempi di quello che si troverà scorrendo la galleria. Il tutto, ovviamente, in chiave pop. Sognare un mondo di pari diritti è possibile, basta solo aprire gli occhi. Per quanto riguarda l’amore, non importa quanto tempo dovrà attendere, quante testimonianze dovrà raccogliere: vincerà, sempre.  

«Il mio progetto rappresenta un target molto di nicchia, la comunità LGBT+ in Arabia, che viene spesso giudicata erroneamente come un gruppo sociale poco eccitante. Art Queer Habibi, invece, vuole raccontare ai propri follower che ci sono persone LGBT+ in Arabia tanto quanto in qualsiasi altro paese al mondo. Tuttavia, la maggioranza vive nascondendosi per paura di ritorsioni. Ma devo confessare l’onore e il senso di dovere nei confronti della mia comunità che mi fa andare avanti nonostante le reazioni negative e le minacce ricevute».

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Miriam Di Veroli

Classe 1996, studia Lettere moderne all'Università degli Studi di Milano.

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