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Candida Royalle

Candida Royalle e il porno che parla alle donne

6 minuti di lettura

Forse, se non fossimo così consumati dal senso di colpa e dalla vergogna nei confronti del sesso, guardare o recitare in questi film non avrebbe il peso che ha. Ma d’altra parte, se così non fosse, forse non saremmo così interessati ad essi. Se il frutto non fosse proibito, a chi interesserebbe prenderne un morso?

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Di porno, si sa, si parla ancora un po’ sottovoce: spesso gente che giura che mai e poi mai ha guardato video spinti ha la cronologia del proprio browser preferito piena di link decisamente poco innocenti. Ma se negli ultimi anni l’argomento è un po’ meno top secret per gli uomini, spesso non è così per la loro controparte femminile. Il porno, un po’ come la masturbazione, è qualcosa che le donne conoscono perfettamente – così dicono le statistiche dei vari YouPorn e PornHub – ma di cui ancora faticano a parlare a cuore aperto.

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Come abbiamo di recente rilevato, si può immaginare un futuro diverso frenando il proliferare di porno da quattro soldi e mettendo più sentimenti, trama, intellettualismo. E di questo nuovo indirizzo può essere maestra una delle prime registe di film pornografici: Candice Vitala, meglio conosciuta con lo pseudonimo Candida Royalle (15 Ottobre 1950 – 7 Settembre 2015).

Candida Royalle approda nel mondo cinematografico come attrice di film porno, partecipando a più di venti produzioni, ma a 30 anni la sua carriera subisce una svolta. L’attrice percepisce chiaramente che l’industria del porno produce film di basso livello diretti esclusivamente agli uomini. Tutta l’azione si riduce a ciò che lei chiama wham-bam-thank you, ma’am e la scena erotica perfetta di questo genere di film è quella in cui un uomo viene coinvolto in un rapporto a tre da due massaggiatrici, una matura ed esperta, l’altra più giovane e «ingenua» e, senza muovere un dito, passa un piacevole quarto d’ora (una scena, peraltro, veramente realizzata dall’attrice ai suoi esordi). Candida Royalle non ci sta: sa che il porno non può ridursi a una faccenda per soli uomini in cui le donne sono meri strumenti di piacere.

Candida Royalle

Così nel 1984 fonda la propria compagnia, la Femme Production, con l’obiettivo di continuare a produrre film porno, ponendo un’attenzione particolare alle donne. Le donne, dichiara in una delle sue ultime interviste a Smashing Interviews Magazine, sono curiose, vogliono guardare i film erotici e hanno voglia di sperimentare insieme al proprio partner: perché non offrire loro questa opportunità? Partendo da questo presupposto, Candida Royalle inizia a produrre «film porno per famiglie», come li definisce scherzosamente, che invitino la coppia a portare nella stanza da letto ciò che vedono sullo schermo.

Nelle sue pellicole le donne hanno davvero un ruolo attivo e le scene erotiche non hanno più come protagonista l’uomo, ma la coppia formata da due individui che si occupano contemporaneamente del proprio piacere e di quello del partner. Ad esempio, non è mai l’eiaculazione maschile che conclude l’atto sessuale, come solitamente accade nei film porno rivolti ai soli uomini (la cosiddetta money shot), ma viene data importanza anche all’orgasmo femminile. I film hanno una trama più concreta e vengono delineati dei personaggi più verosimili e in cui gli spettatori possono identificarsi: in Eyes of Desire, per esempio, la protagonista è una ragazza che fugge dai propri problemi coniugali e lavorativi facendosi ospitare da un’amica, per poi scoprire, osservandola attraverso un cannocchiale, che la sua ospite ha una vita segreta. C’è poi spazio non soltanto per il mero atto sessuale, che avrebbe appiattito tutta la produzione pornografica, ma anche per fantasie, giochi e per un po’ di sentimentalismo. Lo scopo, come la regista ha ripetuto per tutta la vita, è far comprendere che in materia di sesso le donne hanno gli stessi diritti degli uomini: il diritto di avere fantasie, di vederle realizzate, di sperimentare, di sentirsi al centro delle attenzioni del partner.

Il percorso intrapreso da Candida Royalle non è stato facile e sicuramente non sempre ben accolto: nel 1992 l’associazione Donne contro la Pornografia l’ha accusata di aver portato la prostituzione sul grande schermo. Ma la regista non è mai venuta meno alle sue convinzioni ed è stata una delle fondatrici dell’associazione Feminists for Free Expression, che si batte per la libera espressione della sessualità delle donne, offrendo anche supporto psicologico per le attrici di film pornografici. La recente scomparsa di Candida Royalle, vinta da un cancro alle ovaie, è stata una perdita dolorosa. Pioniera nel mondo della pornografia realizzata da (e per) le donne, ha avuto un ruolo molto importante nel rivendicare per le donne un ruolo da protagoniste in un mondo ancora in gran parte dominato dagli uomini.

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Silvia Ferrari

Classe 1990, nata a Milano, laureata in Filologia, Letterature e qualcos'altro dell'Antichità (abbreviamo in "Lettere antiche"). In netto contrasto con la mia assoluta venerazione per i classici, mi piace smanettare con i PC. Spesso vincono loro, ma ci divertiamo parecchio.

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