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Cinque saggi e romanzi storici da (ri)scoprire durante l’estate

Tra nuove uscite e classici, ecco cinque saggi e romanzi storici che vi consigliamo di leggere durante queste vacanze estive

4 minuti di lettura

I placidi pomeriggi estivi sono spesso l’occasione per recuperare letture che rimandiamo da tempo o per approfondire qualche tematica nuova, scoprendo nuovi interessi. La rinascita dell’editoria degli ultimi anni sta permettendo alla saggistica di rifiorire, uscendo da quella fastidiosa distinzione netta tra letteratura per specialisti e divulgazione. Accanto a ciò anche il romanzo storico sta uscendo dalla prospettiva, comune a tanti pseudo-intellettuali, di letteratura di serie B. Sempre più spesso lettori e lettrici trovano sugli scaffali opere di alta qualità stilistica, con alle spalle lavori di ricerca notevoli; si riscoprono anche, grazie alle ristampe in formati più economici, best-seller diventati ormai classici del genere. Ecco cinque saggi e romanzi storici che vi consigliamo di leggere, tra nuove uscite e classici, a cui potrete dedicare qualche frammento della vostra estate.


Paradisi perduti. La traversata dei tempi
di Eric-Emmanuel Schmitt, Edizioni E/O, 2022

Primo consiglio di lettura per quest’estate è un libro per: appassionarsi a un’epoca trascurata

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Il primo di una serie di otto volumi che, come da sottotitolo, si propongono di attraversare la storia dell’umanità con lo strumento del romanzo storico. L’autore è un drammaturgo che ha dedicato gli ultimi due decenni ad accumulare materiale per questo lavoro.

Il risultato è notevole, di lettura piacevolissima anche grazie alla traduzione di Alberto Bracci Testasecca: Paradisi perduti è ambientato nel Neolitico, scelta insolita ma felicissima perché permette di toccare tematiche storiche, sociali e spirituali raramente proposte al grande pubblico in modo appetibile. Il protagonista, Noam, racconta la sua vita da figlio di un capovillaggio alle prese con le difficoltà che affrontavano i nostri antenati all’inizio della loro vita sedentaria. Alcuni passaggi appaiono un po’ forzati dal punto di vista storico (ad esempio ci sono personaggi che creano nel corso di una singola vita innovazioni che richiesero talvolta millenni per essere perfezionate), ma gli albori dell’umanità per come la conosciamo sono anche questo: abbiamo bisogno di figure leggendarie, archetipiche, addirittura bibliche.

Il secondo volume, La Porte du ciel, ambientato nella Mesopotamia babilonese, è uscito in francese nel novembre 2021.


Papyrus. L’infinito in un giunco
di Irene Vallejo, Bompiani, 2021
Un libro per affezionarsi ancora di più ai libri e alla letteratura.

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La biblioteca perduta di Alessandria d’Egitto è nelle coscienze dei bibliofili da millenni. Attorno a questo luogo ruota Papyrus, scorrevole saggio che esplora gli albori della letteratura attraverso i suoi luoghi, protagonisti e materiali. Irene Vallejo ci accompagna nell’intimo di chi iniziava a capire che oggetto straordinario fosse il libro – inteso come opera scritta: Egizi, Greci, Romani e non solo.

Si parla di modi di fare cultura e di come essa sia concatenata con le società che la generano, si esplorano le vite dei primi autori “classici” più o meno conosciuti e dei primi bibliotecari. C’è spazio anche per parentesi sul mercato dei libri, sull’editoria e sull’istruzione. E come è giusto che sia, i capitoli sono strapieni di aneddoti.

A volte i passaggi autobiografici sembrano stonare, ma ci si accorge ben presto che sono un espediente per introdurre elementi di contemporaneità in ciò che stiamo leggendo, e che fanno parte di un quadro sempre coerente e interessante; forse si tratta anche di un modo di fare saggistica a cui semplicemente non siamo (ancora) abituati.


I pilastri della terra
di Ken Follett, Mondadori, 2016
Altro consiglio di lettura per l’estate: un libro per leggere un classico


Un capolavoro ormai universalmente riconosciuto del thriller storico, capace di trasportarci in un mondo medievale ricostruito con cura. Cuore della vicenda è la realizzazione di una cattedrale nell’Inghilterra del XII secolo. Ciò che fa rimanere questo libro costantemente in bella vista nelle librerie è l’efficacia con cui Follett ci presenta l’edificio, così iconico del Medioevo europeo, sia come protagonista indispensabile di tutta la vicenda sia come cornice per far incontrare personaggi e intrighi: dietro a ogni grande opera della storia sono rimaste nascoste migliaia di vite, ognuna con i suoi drammi, amori, piccole felicità.

L’autore gallese costruisce un intreccio eccellente: è il classico libro che non si riesce a chiudere perché non si vuole uscire da un’ambientazione così realistica e ricca di estremi, così attraente da far sembrare tollerabili sofferenze all’ordine del giorno, per provare almeno per un secondo la sensazione di far parte di qualcosa di infinitamente più grande.


Imprimatur
di Rita Monaldi e Francesco Sorti, Baldini+Castoldi, 2015
Quarto consiglio, un libro per scoprire quanto attuale possa essere il passato


Questa è davvero un’opera particolare, la cui storia editoriale è intrigante tanto quanto le avventure dei personaggi. Protagonista è la spia-investigatore Atto Melani, cantante castrato quarantenato in una taverna di Roma nel 1683, che indaga su un omicidio (ma forse anche su qualcosa di molto più grande).

Mondadori aveva pubblicato Imprimatur già nel 2002 e il successo tra pubblico e critica aveva fatto raggiungere la terza edizione in pochi mesi; poi la scomparsa dagli scaffali. Secondo gli autori, sostenuti anche da inchieste successive, le case editrici e i distributori avevano ricevuto pressioni dal Vaticano e dagli ambienti cattolici affinché si interrompesse la pubblicazione; riottenuti i diritti, Monaldi e Sorti trovarono facilmente case editrici estere disposte a pubblicare il best-seller, che uscì in altri ventidue Paesi finché nel 2015 la casa editrice Baldini+Castoldi riprese finalmente a pubblicare in Italia questa opera scritta meravigliosamente.

Ma come può un giallo storico ambientato in una taverna romana a fine Seicento sollevare un simile polverone? Proprio nei mesi della prima pubblicazione, in Vaticano si discuteva della santificazione di papa Innocenzo XI (1676-1689), una figura che in realtà con i suoi intrighi stava mettendo a rischio le fondamenta stesse della Chiesa di Roma. Monaldi e Sorti, supportati da un preciso lavoro d’archivio, lo presentano nel loro libro in un modo molto più aderente alla realtà di quanto non stessero facendo gli ambienti cattolici. Imprimatur (che ironicamente è la formula da sempre utilizzata dalle autorità ecclesiastiche per indicare che un’opera ha ottenuto l’autorizzazione alla pubblicazione e non va censurata) è diventato così un libro proibito.


L’armata dei sonnambuli
di Wu Ming, Einaudi, 2014
E per conclude, un ultimo consiglio di lettura per quest’estate: un libro per rivivere le atmosfere della Rivoluzione francese.

Un supereroe. Non c’è modo migliore per descrivere l’Ammazzaincredibili, paladino mascherato che vendica il popolo parigino dai soprusi del periodo del Terrore, tra il 1793 e il 1795. Ma questo Paperinik vestito da Scaramouche è solo uno dei personaggi iconici che si muovono nel romanzo del collettivo bolognese Wu Ming, tra atmosfere cupe e ironiche, tra indagini e i misteri del “mesmerismo”. Salta fuori un ritratto sorprendentemente efficace di ogni Rivoluzione, con i suoi ideali più o meno realizzati e la quantità di sfumature che sta tra idea e azione.

Una lettura scenografica, concepita come un copione teatrale, che pretende e ottiene tutta l’attenzione dei lettori. Anni dopo averlo letto ci si ritrova a sfogliarlo per capire se certe scene, vivide nella mente come sogni lucidi, siano uscite proprio da lì.

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Immagine in copertina da Pinterest

Daniele Rizzi

Nato nel '96, bisognoso di sole e di pace. Sono specializzato in storia medievale, insegno lettere alle medie. Mi fermo sempre ad accarezzare i gatti per strada.

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