Già Premio Pulitzer per la poesia nel 2018, Frank Bidart è stato allievo di Elizabeth Bishop e Robert Lowell. Alcune sue opere sono state tradotte in Italia, ma la maggior parte di esse rimane ancora inedita. Degno testimone della confessional poetry, nel 2003 è anche il curatore dell’opera poetica di Robert Lowell. Purtroppo, oggi in Italia si possono vantare solo poche traduzioni: Confessionale e La guerra di Vaslav Nijinsky per L’Obliquo, Desiderio per Tlon e alcune uscite in antologie poetiche (fra tutte West of Your Cities per Minimum Fax). Si tratta tuttavia di lavori di grande qualità. Questo è dovuto principalmente – se non esclusivamente – grazie all’attento e prezioso lavoro di Damiano Abeni.
Fra tutti gli scritti di Frank Bidart sorprende per la sua incisività proprio Confessionale, dove il poeta modella i suoi versi in ossequio a impressioni folgoranti.
È morta?
Sì, è morta.
L’hai perdonata?
No, non l’ho perdonata.
Ti ha perdonato?
No, non mi ha perdonato.
I versi scorrono sulla pagina con naturalezza, intessendo un dialogo dinamico fra il poeta/confessato e il confessore/assolutore. Domande lapidarie, quasi insensibili, spingono il poeta a una maieutica straziante, traumatica ed estremamente sincera. Lo sconforto dell’uomo lascia spazio alla disperazione, ancora incapace – a distanza di anni – di elaborare il rapporto conflittuale instauratosi con la madre deceduta.